Abbiamo ascoltato nella lettura il momento solenne
in cui Mosè sparge sull’altare e sul popolo il sangue degli animali
sacrificati e dice: ecco il sangue dell’alleanza ch
e il Signore ha concluso con voi. Gesù, nel vangelo
di oggi, dice le
parole simili che noi ripetiamo in ogni eucaristia
sul calice del vino riferendosi però al suo di sang
ue: questo è il mio
sangue dell’alleanza che è versato per molti.
Dicia
mo subito che “per molti” è un’espressione ebraica,
che vuol dire
per le moltitudini, quindi per tutti, infatti noi n
ella messa diciamo “per tutti”. Ecco, il sangue ind
ica la vita perché
senza sangue si muore e se uno dona il suo sangue a
un altro lo fa vivere. Spargendo il sangue degli a
nimali
sull’altare, simbolo di Dio, e sul popolo, si volev
a dire: Dio e gli uomini sono in comunione, hanno f
atto alleanza,
hanno la stessa vita. Io uomo sacrifico a Dio gli a
nimali che io mangio per vivere, Dio vede questo sa
crificio e così è
contento e mi ama e anche Lui mi da se stesso. Pecc
ato che anticamente, e anche oggi, se uno tradiva l
’alleanza era
morto e noi l’alleanza con Dio l’abbiamo sempre tra
sgredita, e allora Dio dovrebbe punirci sempre. Ma
il desiderio di
Dio è che noi viviamo, e noi viviamo se viviamo nel
l’amore, sentendoci suoi figli e amandoci come frat
elli. E allora col
sangue di Gesù ci mostra che è davvero così, che no
n dobbiamo ingraziarci Dio con dei sacrifici, perch
é è Lui che si
sacrifica per noi: quando noi lo uccidiamo, lui com
e risposta ci da la sua vita, il suo sangue, cioè i
l suo Spirito che ci fa
vivere. Più di così. Un’alleanza del genere è etern
a, non la può rompere più nessuno. E tutti siamo ch
iamati a bere di
questo sangue versato sulla croce. Celebrando l’euc
aristia noi riceviamo questa vita, questo spirito,
perché possiamo
vivere come Gesù. Ma perché prima di pronunciare le
parole sul calice del vino, simbolo della gioia, d
ella vita, dello
spirito, che appunto è il suo sangue, Gesù prende i
l pane, lo benedice, lo spezza, lo da a loro e dice
“questo è il mio
corpo, prendete e mangiate”? Se il vino rappresenta
il sangue, cioè la vita di Dio, lo spirito, il pan
e rappresenta il
corpo, la carne, la sua umanità, tutto il suo esser
e, che Gesù prende come dono dal Padre rendendo gra
zie e quindi
lo restituisce agli altri come dono, perché noi pre
ndiamo e mangiamo di Lui per assimilarci a Lui, per
diventare come
Lui. Ecco a cosa serve l’eucaristia e fare la comun
ione. Vivere la nostra umanità, il nostro corpo, il
nostro essere,
come Gesù, animati dal suo sangue, dalla sua vita,
dal suo spirito, che ci fa vivere come Lui e così e
ntrare con Lui
nella vita trinitaria, vivere la vita sapendo di es
sere figli del Padre, fratelli del Figlio e dimora
del suo Spirito. Entrare
nella vita di Dio, diventare come Dio. Le difficili
parole della lettera agli Ebrei che abbiamo letto
prima, e che ora non
posso spiegare, dicevano che Cristo è entrato nel s
antuario in virtù del proprio sangue, mosso dallo S
pirito santo,
perché anche noi ricevessimo la stessa eredità. Il
santuario indica il mondo di Dio: noi entriamo nel
mondo di Dio
perché Dio stesso, nel Figlio crocifisso che perdon
a il nostro male, ci mostra che nulla può rompere l
a sua alleanza
con noi, non ovviamente grazie a noi, ma grazie a L
ui. Ecco perché Gesù vuole che i discepoli vadano
a preparare un
posto dove lui possa mangiare la Pasqua con loro, e
questo posto sarà una stanza al piano superiore. U
na stanza
così, in una casa, è quella dove normalmente non si
vive, non si sta, ma si va a dormire, e cosa rappr
esenta? Il luogo
dove noi stiamo di meno, purtroppo, che è il nostro
cuore, la nostra coscienza, la parte più profonda
di noi. È lì che il
Signore vuole celebrare la Pasqua, farmi capire l’a
more di Dio perché io viva di questo amore. Essi tr
ovarono tutto
già pronto, abbiamo letto, perché la mia anima è fa
tta per questo, basta solo che io ci entri. Se dunq
ue l’eucaristia
che la solennità di oggi ci richiama è tutto questo
, pensate che pena quando i cristiani vanno a Messa
per l’obbligo
festivo!