domenica 31 maggio 2015

SS. TRINITA’ ANNO B

O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora ti cerco, ha sete di te l’anima mia. Le stupende parole iniziali del salmo 62, il salmo responsoriale di oggi, esprimono benissimo il desid erio dell’uomo di conoscere il volto di Dio. E i sa lmi, come tutte le pagine della Bibbia, sono Parola di Dio, di questo Dio che cerchiamo e che con la sua parola fa conosc ere il suo volto, per cui se non conosciamo la Scrittura
non possiamo sapere chi è Dio. Guardiamo allora cosa ci dice il Signore di sé nelle letture di oggi, e partiamo dalla prima che i n qualche modo dice in sintesi chi è questo Dio che ha parlato al popolo d’Israele. Mosè chiede al Signore di mostrar gli il suo volto e Dio risponde che nessuno può ved ere il suo volto, però può scoprire la sua bontà attraverso le sue opere, e così Mosè lo chiama Dio misericordios o e pietoso, lento all’ira e ricco di amore di fedeltà. E capisc e che Dio è così guardando le sue opere che sono qu elle di avere liberato il popolo dalla schiavitù degli Egiziani. Dio, dunque, è colui che ci ama liberandoci e salva ndoci. Ma ci vorranno i profeti e poi Gesù per far capire da cos a Dio ci libera e ci salva, perché altrimenti uno r ischia di andare avanti tutta la vita ad arrabbiarsi con Dio quando in mezzo ai problemi e ai dolori si accorge che il Signore non ce li toglie, e così diventa ateo. San Paolo, nella lette ra ai Romani che abbiamo letto, spiega che Dio ci s alva dal peccato e dalla morte. Il peccato è credere che Dio è cattivo , ci impone delle leggi da seguire, ci punisce se l e trasgrediamo, ci premia se gli facciamo dei sacrifici. E così viviam o nella paura, soprattutto la paura della morte, pe rché pensiamo che la vita finisce sottoterra. E dunque viviamo angosc iati, pieni di egoismi, preoccupati di possedere le cose e le persone, disperati quando non ci sentiamo apprezzat i dagli altri, senza speranza in mezzo ai problemi e alle tragedie della vita, e questi sono i peccati che derivano ap punto dal peccato di fondo, quello di credere in un Dio che non esiste. Questo vuol dire, nel linguaggio di Paolo, lasciarsi dominare dalla carne. Ebbene, Dio ci libe ra e ci salva da queste paure, dice sempre Paolo, mandando il suo Fi glio in una carne simile alla nostra. Perché Gesù c osa fa? Con la sua vita e i suoi insegnamenti ci fa vedere che Dio è Padre. Non nel senso che Dio è un vecchio uomo b affuto con la barba bianca come spesso viene raffigurato, perché Dio non ha sesso, non è né maschio né femmina. Ma n el senso che ci ama come un Padre: un padre è presente, ma f a camminare liberi i suoi figli; non gli risolve i problemi, ma gli insegna come affrontarli; insegna ai suoi figli la via giusta, e quindi la sua Legge è per la loro vit a, non per la morte, e questa Legge è solo una, la legge dell’amore; non v uole che i suoi figli muoiano, ma vivano, e infatti Gesù soffre, muore e risorge. Gesù ci fa vedere che Dio è anche Madre, perché ci ama col tenero amore di una madre: è colui che ci genera, ci nutre con la sua Parola, non ci ammaz za quando non viviamo nella legge dell’amore, ma ci perdona per farci sentire amati e così essere capaci a nostra v olta di amare. E Gesù fa vedere tutto questo perché si comporta da Figlio amando noi tutti come fratelli, fino a lasci arsi uccidere da noi piuttosto che ucciderci, e ris orgendo dalla morte e ascendendo al cielo ci mostra che il nostro desti no è il suo, che se viviamo come lui saremo dove è lui. Quindi Gesù ci fa vedere che Dio non è un’entità astratta, ma è Padre e Madre, e ce lo fa vedere in concreto viven do da Figlio. Diventando uomo, assumendo in Gesù la nostra carne, Dio ci fa vedere il suo volto che nessuno poteva v edere: chi ha visto me ha visto il Padre. Il volto di Dio si r ispecchia nel volto di ogni uomo e di ogni donna pe rché siamo tutti suoi figli, e dunque Dio è con noi, in mezzo a noi. Ma c’è un ultimo passaggio, quello decisivo. Abbia mo letto nel vangelo queste parole di Gesù: vi manderò lo Spirit o che viene dal Padre che darà testimonianza di me, che cioè vi farà capire che quello che ho detto è vero, perché lo Spirito santo è la presenza in noi dell’amore de l Padre e del Figlio, e in questo modo, dice sempre san Paolo, no i possiamo davvero camminare non secondo la carne, ma secondo lo Spirito, sentire che Dio è Padre come Ge sù, vivere come Gesù da figli perché scopriamo di e ssere amati dal Padre, per cui Dio, dandoci il suo Spirito, non è solo davanti a noi e con noi, ma è dentro di noi , perché noi possiamo diventare una cosa sola con Lui pur restan do uomini. Se Dio non fosse uno e trino, uno solo f atto da tre persone diverse che si amano tra loro e così divent ano una cosa sola, non sarebbe amore e non potrebbe amarci e farci entrare in comunione con Lui. Dio ci ama perc hé prima di tutto è amore in se stesso, e l’amore p uò esistere solo se è relazione con qualcuno di diverso, altrimenti non esiste, e l’amore fa diventare una cosa sola pe rsone diverse, senza fonderle, ma mantenendo le differenze. Gesù c i fa vedere che Dio è Padre perché è diverso dal Pa dre, è Figlio, che si sente amato dal Padre e ama il Padre, così c ome il Padre è diverso dal Figlio e per questo può amarlo ed essere ricambiato, e questo amore è lo Spirito santo, e qu esto amore rende le tre persone della Trinità un so lo Dio. Questo Spirito, poi, viene dato a noi perché possiamo a no stra volta sentirci amati dal Padre e dal Figlio, c he ci amano perché fanno diventare la nostra diversità e i nostri limi ti il luogo in cui manifestare il loro amore, e in questo modo noi possiamo sentirci amati e diventiamo capaci a nostr a volta di amare i tutti i fratelli, figli come noi , ma ciascuno diverso dall’altro.