O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora ti cerco, ha
sete di te l’anima mia. Le stupende parole iniziali
del salmo 62, il salmo
responsoriale di oggi, esprimono benissimo il desid
erio dell’uomo di conoscere il volto di Dio. E i sa
lmi, come tutte le
pagine della Bibbia, sono Parola di Dio, di questo
Dio che cerchiamo e che con la sua parola fa conosc
ere il suo volto,
per cui se non conosciamo la Scrittura
non possiamo
sapere chi è Dio. Guardiamo allora cosa ci dice il
Signore di sé
nelle letture di oggi, e partiamo dalla prima che i
n qualche modo dice in sintesi chi è questo Dio che
ha parlato al
popolo d’Israele. Mosè chiede al Signore di mostrar
gli il suo volto e Dio risponde che nessuno può ved
ere il suo
volto, però può scoprire la sua bontà attraverso le
sue opere, e così Mosè lo chiama Dio misericordios
o e pietoso,
lento all’ira e ricco di amore di fedeltà. E capisc
e che Dio è così guardando le sue opere che sono qu
elle di avere
liberato il popolo dalla schiavitù degli Egiziani.
Dio, dunque, è colui che ci ama liberandoci e salva
ndoci. Ma ci
vorranno i profeti e poi Gesù per far capire da cos
a Dio ci libera e ci salva, perché altrimenti uno r
ischia di andare
avanti tutta la vita ad arrabbiarsi con Dio quando
in mezzo ai problemi e ai dolori si accorge che il
Signore non ce li
toglie, e così diventa ateo. San Paolo, nella lette
ra ai Romani che abbiamo letto, spiega che Dio ci s
alva dal peccato e
dalla morte. Il peccato è credere che Dio è cattivo
, ci impone delle leggi da seguire, ci punisce se l
e trasgrediamo, ci
premia se gli facciamo dei sacrifici. E così viviam
o nella paura, soprattutto la paura della morte, pe
rché pensiamo che
la vita finisce sottoterra. E dunque viviamo angosc
iati, pieni di egoismi, preoccupati di possedere le
cose e le
persone, disperati quando non ci sentiamo apprezzat
i dagli altri, senza speranza in mezzo ai problemi
e alle tragedie
della vita, e questi sono i peccati che derivano ap
punto dal peccato di fondo, quello di credere in un
Dio che non
esiste. Questo vuol dire, nel linguaggio di Paolo,
lasciarsi dominare dalla carne. Ebbene, Dio ci libe
ra e ci salva da
queste paure, dice sempre Paolo, mandando il suo Fi
glio in una carne simile alla nostra. Perché Gesù c
osa fa? Con la
sua vita e i suoi insegnamenti ci fa vedere che Dio
è Padre. Non nel senso che Dio è un vecchio uomo b
affuto con la
barba bianca come spesso viene raffigurato, perché
Dio non ha sesso, non è né maschio né femmina. Ma n
el senso
che ci ama come un Padre: un padre è presente, ma f
a camminare liberi i suoi figli; non gli risolve i
problemi, ma gli
insegna come affrontarli; insegna ai suoi figli la
via giusta, e quindi la sua Legge è per la loro vit
a, non per la morte, e
questa Legge è solo una, la legge dell’amore; non v
uole che i suoi figli muoiano, ma vivano, e infatti
Gesù soffre,
muore e risorge. Gesù ci fa vedere che Dio è anche
Madre, perché ci ama col tenero amore di una madre:
è colui che
ci genera, ci nutre con la sua Parola, non ci ammaz
za quando non viviamo nella legge dell’amore, ma ci
perdona per
farci sentire amati e così essere capaci a nostra v
olta di amare. E Gesù fa vedere tutto questo perché
si comporta da
Figlio amando noi tutti come fratelli, fino a lasci
arsi uccidere da noi piuttosto che ucciderci, e ris
orgendo dalla morte
e ascendendo al cielo ci mostra che il nostro desti
no è il suo, che se viviamo come lui saremo dove è
lui. Quindi Gesù
ci fa vedere che Dio non è un’entità astratta, ma è
Padre e Madre, e ce lo fa vedere in concreto viven
do da Figlio.
Diventando uomo, assumendo in Gesù la nostra carne,
Dio ci fa vedere il suo volto che nessuno poteva v
edere: chi
ha visto me ha visto il Padre. Il volto di Dio si r
ispecchia nel volto di ogni uomo e di ogni donna pe
rché siamo tutti
suoi figli, e dunque Dio è con noi, in mezzo a noi.
Ma c’è un ultimo passaggio, quello decisivo. Abbia
mo letto nel
vangelo queste parole di Gesù: vi manderò lo Spirit
o che viene dal Padre che darà testimonianza di me,
che cioè vi
farà capire che quello che ho detto è vero, perché
lo Spirito santo è la presenza in noi dell’amore de
l Padre e del
Figlio, e in questo modo, dice sempre san Paolo, no
i possiamo davvero camminare non secondo la carne,
ma
secondo lo Spirito, sentire che Dio è Padre come Ge
sù, vivere come Gesù da figli perché scopriamo di e
ssere amati
dal Padre, per cui Dio, dandoci il suo Spirito, non
è solo davanti a noi e con noi, ma è dentro di noi
, perché noi
possiamo diventare una cosa sola con Lui pur restan
do uomini. Se Dio non fosse uno e trino, uno solo f
atto da tre
persone diverse che si amano tra loro e così divent
ano una cosa sola, non sarebbe amore e non potrebbe
amarci e
farci entrare in comunione con Lui. Dio ci ama perc
hé prima di tutto è amore in se stesso, e l’amore p
uò esistere solo
se è relazione con qualcuno di diverso, altrimenti
non esiste, e l’amore fa diventare una cosa sola pe
rsone diverse,
senza fonderle, ma mantenendo le differenze. Gesù c
i fa vedere che Dio è Padre perché è diverso dal Pa
dre, è Figlio,
che si sente amato dal Padre e ama il Padre, così c
ome il Padre è diverso dal Figlio e per questo può
amarlo ed essere
ricambiato, e questo amore è lo Spirito santo, e qu
esto amore rende le tre persone della Trinità un so
lo Dio. Questo
Spirito, poi, viene dato a noi perché possiamo a no
stra volta sentirci amati dal Padre e dal Figlio, c
he ci amano perché
fanno diventare la nostra diversità e i nostri limi
ti il luogo in cui manifestare il loro amore, e in
questo modo noi
possiamo sentirci amati e diventiamo capaci a nostr
a volta di amare i tutti i fratelli, figli come noi
, ma ciascuno
diverso dall’altro.