Il vangelo di Giovanni non riporta la preghiera del
Padre nostro perché in realtà è Gesù stesso a dirl
a usando le
parole della preghiera che abbiamo appena letto e c
he Gesù pronuncia prima di iniziare la sua passione
. Anzitutto
leva lo sguardo in alto, si rivolge a Dio e lo chia
ma Padre: Padre nostro che sei nei cieli. La preghi
era non è un
monologo, un parlare tra sé e sé come spesso faccia
mo noi, non è
rivolgersi a se stessi, ma è guardare
a Dio
pensandolo Padre, e se lo penso così riconosco di e
ssere figlio amato. E prosegue: glorifica il Figlio
tuo perché il Figlio
glorifichi te, cioè sia santificato il tuo nome. Gl
orifica me perché io glorifichi te. La gloria non è
quella che intendiamo
noi, quella è vana gloria, la gloria è l’essenza di
una persona. La gloria è diventare quello che siam
o. La gloria di Dio è
mostrare il suo amore di Padre, la mia gloria è viv
ere come figlio. Il nome di Dio è santificato, glor
ificato se io vivo
come figlio. Sia santificato il tuo nome vuol dire
questo: fa che tutti riconoscano che tu sei Padre e
perché questo
avvenga fa io mi comporti con gli altri trattandoli
come fratelli, solo così possono capire che tu sei
Padre. Ancora: tu
Padre hai dato a me, tuo Figlio, il potere su ogni
essere umano, perché io dia la vita eterna a coloro
che mi hai dato.
Il potere di Dio non è fare, disfare, punire, risol
vere i problemi, ma amare, dare la vita eterna, e q
uesto stesso potere
il Padre lo da a Gesù perché tutti abbiano la vita
eterna. Cos’è la vita eterna? Che conoscano te, l’u
nico vero Dio, e
colui che hai mandato, Gesù Cristo. Dacci oggi il n
ostro pane quotidiano. Ecco cos’è il pane quotidian
o, è la vita
eterna. La vita eterna non è solo qualcosa che rigu
arda la vita dopo la morte, ma è adesso. La vita et
erna, che è
cominciata il giorno del mio Battesimo, è quando io
conosco che l’unico vero Dio non è quello che mi i
nvento io, il
Dio cattivo, giudice, di cui avere paura, ma è Padr
e che mi ama come figlio, e per conoscere e amare u
n Dio così devo
guardare a Gesù, perché è Gesù che me lo fa conosce
re, infatti il Padre ha dato tutti noi al Figlio Ge
sù come suoi
fratelli, e quindi Gesù ci rivela che siamo tutti f
igli come lui, e se capiamo questo abbiamo la vita
eterna, la vita stessa
di Dio, perché la vita eterna è sapere chi è Dio ve
ramente, e se lo so, allora so chi sono io e chi so
no gli altri. Se vengo
dal nulla, distruggo. Se vengo dall’amore mi voglio
bene e non faccio del male a nessuno, sono content
o di vivere e
faccio del bene. Queste cose le ho manifestate ai d
iscepoli che mi hai dato perché attraverso di loro
siano
manifestate a tutti. Venga il tuo regno, sia fatta
la tua volontà. La volontà di Dio è che noi santifi
chiamo il suo nome
di Padre vivendo da fratelli, e allora si che viene
il suo regno, allora si che comincia il Paradiso i
n questo mondo che
altrimenti noi trasformiamo in un inferno, se non c
onosciamo e riconosciamo chi è Dio, chi sono io e c
hi sono gli altri,
infatti i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Infatti Gesù conclude la preghiera dicendo: che sia
no una cosa sola come
noi lo siamo. Come in cielo così in terra. Il cielo
indica Dio. Dio è comunione d’amore tra il Padre e
il Figlio, e questo
amore che unisce il Padre e il Figlio è lo Spirito
santo che Gesù dona sulla croce perché anche noi in
terra possiamo
vivere di questo stesso amore amando i fratelli com
e Gesù che sulla croce perdona tutti perché tutti s
ono suoi
fratelli: rimetti a noi i nostri debiti, come noi l
i rimettiamo ai nostri debitori. E’ giunta l’ora, l
’ora della croce, l’ora in
cui Gesù santifica al massimo il nome di Dio propri
o perché perdonando tutti i fratelli che lo uccidon
o fa vedere di
fatto che Dio è Padre che ama tutti i suoi figli pi
ù di se stesso, che Dio ama me più di sé. Io non pr
ego per il mondo,
ma per loro, perché sono tuoi. Il mondo, nel vangel
o di Giovanni, è sinonimo di egoismo e di male. Lib
eraci dal male.
Io ti prego per loro perché siano liberati dal male
, e il male lo facciamo quando non capiamo queste c
ose. Non
indurci dunque in tentazione, e la tentazione è que
lla di pensare Dio in modo diverso da quello che ci
ha rivelato
Gesù. E qui mi collego col brano di san Paolo il qu
ale ridice le stesse cose con altre parole. Sulla c
roce Gesù rivela
qual è la gloria di Dio, il suo amore per noi, e qu
indi vedendo la croce capiamo che vera sapienza è s
entirsi amati da
Dio per imparare ad amare come lui, qui sta il segr
eto della vita, e se lo capisco ho la vita eterna,
il pane quotidiano,
perché risorgo già adesso. Divento una donna o un u
omo spirituale, cioè una persona che non si lascia
guidare dai
suoi traumi e dalle sue difficoltà, ma dallo Spirit
o santo, lo Spirito di Dio, lo Spirito di Gesù, lo
Spirito dell’amore, per
cui divento come Gesù e non vivo più della mia psic
he, ma di questo Spirito che mi fa entrare a far pa
rte della Trinità.
Queste cose, dice Stefano nel lungo discorso riport
ato dagli Atti degli Apostoli e ascoltato nella pri
ma lettura, Dio le
aveva già rivelate attraverso la vita dei suoi test
imoni, ma i vostri padri non le hanno accolte, hann
o sempre opposto
resistenza allo Spirito santo. All’udire queste cos
e, erano furibondi in cuor loro e digrignarono i de
nti contro Stefano,
poi lo uccideranno, come del resto prima di lui ucc
isero Gesù. Ecco, preghiamo invece perché noi di fr
onte a queste
cose abbiamo ad allargare il cuore perché, come con
clude san Paolo e pure io, abbiamo a riconoscere e
usare non lo
spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conosce
re ciò che Dio ci ha donato. E così sia.