domenica 3 maggio 2015

V DOMENICA DI PASQUA ANNO B

Il vangelo di Giovanni non riporta la preghiera del Padre nostro perché in realtà è Gesù stesso a dirl a usando le parole della preghiera che abbiamo appena letto e c he Gesù pronuncia prima di iniziare la sua passione . Anzitutto leva lo sguardo in alto, si rivolge a Dio e lo chia ma Padre: Padre nostro che sei nei cieli. La preghi era non è un monologo, un parlare tra sé e sé come spesso faccia mo noi, non è
rivolgersi a se stessi, ma è guardare a Dio pensandolo Padre, e se lo penso così riconosco di e ssere figlio amato. E prosegue: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te, cioè sia santificato il tuo nome. Gl orifica me perché io glorifichi te. La gloria non è quella che intendiamo noi, quella è vana gloria, la gloria è l’essenza di una persona. La gloria è diventare quello che siam o. La gloria di Dio è mostrare il suo amore di Padre, la mia gloria è viv ere come figlio. Il nome di Dio è santificato, glor ificato se io vivo come figlio. Sia santificato il tuo nome vuol dire questo: fa che tutti riconoscano che tu sei Padre e perché questo avvenga fa io mi comporti con gli altri trattandoli come fratelli, solo così possono capire che tu sei Padre. Ancora: tu Padre hai dato a me, tuo Figlio, il potere su ogni essere umano, perché io dia la vita eterna a coloro che mi hai dato. Il potere di Dio non è fare, disfare, punire, risol vere i problemi, ma amare, dare la vita eterna, e q uesto stesso potere il Padre lo da a Gesù perché tutti abbiano la vita eterna. Cos’è la vita eterna? Che conoscano te, l’u nico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Dacci oggi il n ostro pane quotidiano. Ecco cos’è il pane quotidian o, è la vita eterna. La vita eterna non è solo qualcosa che rigu arda la vita dopo la morte, ma è adesso. La vita et erna, che è cominciata il giorno del mio Battesimo, è quando io conosco che l’unico vero Dio non è quello che mi i nvento io, il Dio cattivo, giudice, di cui avere paura, ma è Padr e che mi ama come figlio, e per conoscere e amare u n Dio così devo guardare a Gesù, perché è Gesù che me lo fa conosce re, infatti il Padre ha dato tutti noi al Figlio Ge sù come suoi fratelli, e quindi Gesù ci rivela che siamo tutti f igli come lui, e se capiamo questo abbiamo la vita eterna, la vita stessa di Dio, perché la vita eterna è sapere chi è Dio ve ramente, e se lo so, allora so chi sono io e chi so no gli altri. Se vengo dal nulla, distruggo. Se vengo dall’amore mi voglio bene e non faccio del male a nessuno, sono content o di vivere e faccio del bene. Queste cose le ho manifestate ai d iscepoli che mi hai dato perché attraverso di loro siano manifestate a tutti. Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà. La volontà di Dio è che noi santifi chiamo il suo nome di Padre vivendo da fratelli, e allora si che viene il suo regno, allora si che comincia il Paradiso i n questo mondo che altrimenti noi trasformiamo in un inferno, se non c onosciamo e riconosciamo chi è Dio, chi sono io e c hi sono gli altri, infatti i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Infatti Gesù conclude la preghiera dicendo: che sia no una cosa sola come noi lo siamo. Come in cielo così in terra. Il cielo indica Dio. Dio è comunione d’amore tra il Padre e il Figlio, e questo amore che unisce il Padre e il Figlio è lo Spirito santo che Gesù dona sulla croce perché anche noi in terra possiamo vivere di questo stesso amore amando i fratelli com e Gesù che sulla croce perdona tutti perché tutti s ono suoi fratelli: rimetti a noi i nostri debiti, come noi l i rimettiamo ai nostri debitori. E’ giunta l’ora, l ’ora della croce, l’ora in cui Gesù santifica al massimo il nome di Dio propri o perché perdonando tutti i fratelli che lo uccidon o fa vedere di fatto che Dio è Padre che ama tutti i suoi figli pi ù di se stesso, che Dio ama me più di sé. Io non pr ego per il mondo, ma per loro, perché sono tuoi. Il mondo, nel vangel o di Giovanni, è sinonimo di egoismo e di male. Lib eraci dal male. Io ti prego per loro perché siano liberati dal male , e il male lo facciamo quando non capiamo queste c ose. Non indurci dunque in tentazione, e la tentazione è que lla di pensare Dio in modo diverso da quello che ci ha rivelato Gesù. E qui mi collego col brano di san Paolo il qu ale ridice le stesse cose con altre parole. Sulla c roce Gesù rivela qual è la gloria di Dio, il suo amore per noi, e qu indi vedendo la croce capiamo che vera sapienza è s entirsi amati da Dio per imparare ad amare come lui, qui sta il segr eto della vita, e se lo capisco ho la vita eterna, il pane quotidiano, perché risorgo già adesso. Divento una donna o un u omo spirituale, cioè una persona che non si lascia guidare dai suoi traumi e dalle sue difficoltà, ma dallo Spirit o santo, lo Spirito di Dio, lo Spirito di Gesù, lo Spirito dell’amore, per cui divento come Gesù e non vivo più della mia psic he, ma di questo Spirito che mi fa entrare a far pa rte della Trinità. Queste cose, dice Stefano nel lungo discorso riport ato dagli Atti degli Apostoli e ascoltato nella pri ma lettura, Dio le aveva già rivelate attraverso la vita dei suoi test imoni, ma i vostri padri non le hanno accolte, hann o sempre opposto resistenza allo Spirito santo. All’udire queste cos e, erano furibondi in cuor loro e digrignarono i de nti contro Stefano, poi lo uccideranno, come del resto prima di lui ucc isero Gesù. Ecco, preghiamo invece perché noi di fr onte a queste cose abbiamo ad allargare il cuore perché, come con clude san Paolo e pure io, abbiamo a riconoscere e usare non lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conosce re ciò che Dio ci ha donato. E così sia.