lunedì 27 febbraio 2023

26/02/23 I DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO A)

Quaresima vuol dire 40 giorni. La Quaresima è il tempo dei 40 giorni prima di Pasqua. A cosa serve la Quaresima? Per capirlo, bisogna sapere che la Quaresima è nata quando, nell’antichità, le persone che volevano diventare cristiane iniziavano un cammino di preparazione nel quale venivano catechizzate, cioè iniziava un percorso di catechesi, di insegnamento, di annuncio del Vangelo, ed essi diventavano catecumeni. Poi, la notte di Pasqua, ricevevano i sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia. Anche oggi, meno male, ci sono catecumeni, cioè uomini e donne che vogliono diventare cristiani e, durante la Quaresima, fanno un percorso, un po’ come quello che fanno i nostri bambini dell’iniziazione cristiana (che compiono un cammino di catecumenato posticipato al Battesimo). E allora, per noi che battezzati, e quindi cristiani, già lo siamo, la Quaresima a cosa serve? Serve per aiutarci a fare il punto della situazione, cioè per domandarci se il seme del Battesimo che abbiamo ricevuto in tenera età si sta sviluppando o no. Il Battesimo è come un seme: nel seme c’è già tutta la pianta che diventerà, ma per diventare una pianta occorre tempo. Col Battesimo, il Padre ci chiama a diventare suoi figli, e figli si diventa man mano che impariamo a vivere come Gesù, amando i fratelli, con la forza dello Spirito santo. E’ un lento cammino di trasformazione, che dura tutta la vita. Un cammino faticoso, il cammino della vita. Lo scopo della nostra vita è quello di crescere in umanità, di diventare uomini e donne vere, e lo si diventa imparando a seguire Gesù. La Quaresima, allora, serve per chiederci: ma io vivo come un battezzato, sto diventando discepolo di Gesù, quali sono le luci e le ombre della mia vita, quali passi devo ancora compiere, in quali aspetti sono ancora distante dal Vangelo? Per farsi queste domande occorre trovare momenti di silenzio: anche noi dobbiamo, come Gesù e con Gesù, andare nel deserto, il luogo del silenzio, nel quale cercare di leggere e meditare la Parola di Dio, lasciando da parte il condizionamento che abbiamo dall’ascolto di tante altre parole, fidarci, credere in essa, e convertirci ad essa, cioè deciderci di cambiare il nostro modo di pensare e di vivere, se ci accorgiamo che è distante dal vangelo. “Convertitevi e credete al vangelo” ci verrà detto al termine della Messa mentre verranno poste le ceneri sul nostro capo. Il significato di questo antico rito è molto bello. Una volta, i contadini, in primavera, spargevano sul terreno le ceneri dell’inverno che servivano come concime per la terra, quindi esse rappresentano la Parola di Dio che vogliamo ascoltare perché possa portare frutto, perché possa davvero trasformarci, farci risorgere. La risurrezione non è qualcosa che ci sarà dopo la morte, ma è qualcosa che comincia già adesso, man mano che noi diventiamo a immagine di Cristo, cioè che il seme del Battesimo cresce, si trasforma, diventa una pianta dove crescono i rami, i germogli e poi i frutti. Ma il deserto, non è solo luogo di silenzio, di ascolto, di riflessione, ma anche di tentazione. La tentazione non è quella di volere bere un caffè o mangiare un dolce o una caramella dopo aver deciso di non farlo. Siamo seri: seguire Gesù non vuol dire questo. La tentazione è voler continuare a pensare e a vivere come sempre, secondo i nostri schemi, non secondo il Vangelo. Il digiuno, come spiegava il profeta Isaia, è la rinuncia all’egoismo che mi porta a pensare solo a me stesso, a ingrassare il mio io, e a non a vivere come figlio del Padre che ama i fratelli. Il digiuno non è fare qualche fioretto per il Signore, così lui è contento e così, magari, ascolta le nostre richieste. Questo non è Dio, è un idolo, è il modo di essere Dio che il diavolo propone a Gesù e che Gesù rifiuta, il Dio che agisce con azioni mirabili e potenti. Dio, invece, come mostrerà Gesù (per questo dobbiamo convertirci e credere al vangelo) vuole infonderci la sua stessa vita, renderci uomini e donne veri, renderci immortali, farci appunto risorgere, e allora il digiuno è rinunciare alle seduzioni del male e imparare, concretamente, a vivere la carità verso i fratelli: rinuncio a qualcosa per me per donarlo a chi ha bisogno. Vedete, dunque, come la Quaresima non è un tempo lugubre o triste, ma vuole essere come una primavera dello spirito, in cui ascoltare e seguire lo Spirito di Dio che ci è stato dato, perché davvero la nostra vita possa trasformarsi, risorgere, fiorire, portare frutto e così poter cominciare già adesso a gustare i frutti della Pasqua che nascono dal passaggio dall’uomo vecchio all’uomo nuovo a immagine di Cristo.

lunedì 20 febbraio 2023

19/02/23 ULTIMA DOMENICA DOPO EPIFANIA (ANNO A)

Gesù racconta questa parabola prima di tutto per far vedere in che modo Dio tratta i peccatori, e poi per denunciare un modo perverso e sbagliato di pensare Dio, perché il problema non è quello che Dio pensa di noi, ma quello che noi pensiamo di Dio. E dunque, Dio come tratta i peccatori? Gesù lo spiega 

domenica 12 febbraio 2023

12/02/23 PENULTIMA DOMENICA DOPO EPIFANIA (ANNO A)

Entriamo anche noi, tra la folla, con Gesù, nel Tempio di Gerusalemme, il luogo dove l’amore di Dio doveva manifestarsi, come dovrebbe accadere qui in chiesa, e infatti succede questo, ma, se non fosse stato per l’intervento di Gesù, sarebbe accaduto qualcosa di raccapricciante. Gli portano una donna 

domenica 5 febbraio 2023

5/02/23 V DOMENICA DOPO EPIFANIA

Nelle domeniche dopo l’Epifania si leggono vangeli che raccontano alcuni tra i tanti gesti compiuti da Gesù che, comunemente, vengono chiamati miracoli: infatti, le domeniche scorse (a parte la parentesi della festa della famiglia) abbiamo ascoltato i racconti delle nozze di Cana, poi della condivisione dei