Il vangelo di oggi è il seguito di quello di domenica scorsa
e inizia con questa frase: vi dico tutte queste cose mentre sono ancora presso
di voi. Sono le cose dette da Gesù e riportate dal vangelo di Giovanni nei
capitoli immediatamente precedenti i racconti della passione, e quindi sono un
po’ come il testamento di Gesù. E di cosa ha parlato Gesù in tutta la sua vita
quando ha dimorato presso di noi? In quei trentatre anni in cui è stato al
mondo? Con gesti, segni e parole ci ha spiegato chi è Dio veramente. Che Dio non
è quello che pensano gli uomini. Non è un giudice di cui aver paura pronto a
punirci se sgarriamo; non è uno da tenere buono sennò si arrabbia; non è
nemmeno il mago che ci risolve i problemi o non ce li fa venire. Dio è
onnipotente, ma la sua
domenica 25 maggio 2014
domenica 4 maggio 2014
III di Pasqua
Le letture di questa domenica, solo in apparenza possono
sembrare piene di concetti astratti. In realtà descrivono molto bene due modi assai
diversi di vivere il rapporto con Dio e con gli altri. Lo possiamo vivere da
uomini e donne religiosi, o da uomini e donne di fede. E c’è una bella
differenza tra fede e religione. Il cristianesimo non è una religione. Il brano
di vangelo letto oggi è difficile da capire perché è solo un pezzetto di un
racconto più lungo dove si racconta in che modo Giovanni Battista lentamente,
da uomo religioso, diventa un uomo di fede. All’inizio era un uomo
profondamente religioso. Battezzava con l’acqua per far capire che bisognava
convertirsi, morire ai
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