domenica 29 maggio 2016

CORPUS DOMINI ANNO C

Pensate che bello! Il Natale ci fa contemplare che Dio non è in cielo, ma si fa uomo perché l’uomo div enti come Dio. La Pasqua ci rivela che se io uomo vivo l a vita amando come Gesù, davvero divento come Dio, perché risorgo, ottengo la vita eterna, il Paradiso : anch’io ascendo al cielo come Gesù che torna nell a gloria del Padre. La Pentecoste ci mostra che Dio continua a restare con noi,
addirittura in noi, mediante lo Spirito santo. Il nostro Dio che chiamiamo Santissima Trini tà è presente in me, in te, in ciascuno di noi: il Padre e il Figlio Gesù sono presenti in noi con lo Spirito san to che ci rende capaci di vivere come Gesù, di amar e come Gesù, di soffrire e morire come Gesù per poter vive re nel modo più bello la vita e avere la vita etern a. E lo Spirito santo ci viene donato attraverso i sacramen ti, che sono il modo col quale il Signore continua ad essere presente in noi e a donarci questa salvezza e questa forza. Col Battesimo e la Cresima ci ha un iti a lui per sempre, e tutte le volte che ci allontaniamo da Lui, il Signore sa fare solo una cosa: continuare a perdonarci, perché a Dio interessa solo questo, che noi torniamo a lui, e lo fa col sacramento della Riconciliazione. Se siamo malati nel corpo e nello spirito ci rinfranca con l’olio del sacramento dell ’Unzione. Per rendere una coppia capace di amarsi come lui am a noi, ecco che fa diventare il matrimonio un sacramento anch’esso. Per poter continuare a donare questi sacramenti, ecco che dona ad alcuni uomini il sacramento dell’Ordine. Ma come ogni giorno abbiamo bisogno di nutrire il corpo col cibo, così abbiamo bisogno di nutrire l’anima con un altro cibo. Che s icuramente è la sua Parola, che dobbiamo imparare a d ascoltare e meditare. Ma che è Gesù stesso. Nel sac ramento dell’Eucaristia Gesù continua a donarci la sua vita, il suo corpo e il suo sangue, il suo amore, a ppunto per riempirci l’anima d’amore come abbiamo bisogno del pane, del vino e di altri alimenti per nutrire il corpo fisico, perché se non veniamo riem piti da questo amore, non possiamo amare. E tutto questo è frutto dell’azione appunto dello Spirito santo, per ché è qualcosa che accade dentro, qualcosa di impalpabi le come lo Spirito, come è Dio, appunto. Ma l’amore è insieme anche qualcosa di concreto, di tangibile, c ome lo sono il pane e il vino, come lo sono la carn e e il sangue. Gesù non ci ha amato per finta, non si è li mitato a parlare d’amore, ma ci ha amato morendo, perché anche noi impariamo a non amare per finta. I l brano di vangelo di oggi dimostra chiaramente tut to questo. Noi lo conosciamo come il miracolo della mo ltiplicazione dei pani e dei pesci. In realtà, se l eggiamo attentamente, Gesù non moltiplica, ma divide, e div idendo tutto si moltiplica, anche se è poco. Gesù n on moltiplica i pani e i pesci, ma moltiplica la dispo nibilità dei suoi discepoli a prendersi cura della fame degli altri con i mezzi che hanno a disposizione: questo è l’amore. Il miracolo dell’amore vero: l’amore ver o è davvero un miracolo, perché è azione di Dio, frutto dello Spirito santo che abita in noi e che ci spin ge ad amare come Gesù. Ed è quando amiamo così che allora Dio abita realmente in noi e noi siamo salvi. Il s egno dei pani e dei pesci diventa poi un’anticipazione d ell’Eucaristia nella quale Gesù farà diventare se s tesso pane spezzato per tutti, affinchè noi tutti ricevia mo quella forza d’amore che ci rende capaci a nostr a volta, uscendo di chiesa dopo esserci nutriti dell’amore, di amare a nostra volta come Gesù e quindi di diven tare come Dio, di divinizzarci. In questo modo dobbiamo dunque imparare a vivere la partecipazione ai sacramenti, in particolare la Messa domenicale, non come un obbligo da espletare, il cartellino da tim brare per essere bravi cristiani, ma per quello che sono realmente, il dono supremo dell’amore di Dio. Io ve ngo a Messa non perché sono cristiano ed è domenica, ma v engo per essere riempito dell’amore di Dio, per diventare come Lui, per ricevere la forza di vivere come Gesù. In conclusione. La festa di oggi, prati camente uguale a quella del giovedì santo, ci aiuta a conce ntrarci sul sacramento dell’Eucaristia che la chies a celebra ogni domenica e che si prolunga anche, per chi lo d esidera, nei giorni feriali. E nell’Eucaristia si r iassume tutto il cuore della nostra fede. Nel pane e nel vi no consacrati si rivela chi è il nostro Dio, chi è la Santissima Trinità, si compendiano il Natale, la Pasqua, la Pe ntecoste. Il nostro Dio è una relazione d’amore fra le tre persone e ama l’uomo a tal punto da farsi uomo, da entrare in noi col suo Spirito, da metterci il suo corpo tra le mani. Il nostro Dio non è lontano, non è in cielo, ma è in noi. A volte, quando le cose vanno m ale, noi ripetiamo: Signore guarda giù. Preghiera sbagliata. Perché Dio ha guardato giù a tal punto da diventar e uno di noi, da entrare in noi. Non è lui che deve guard are giù. Siamo noi che dobbiamo guardare dentro di noi.