Pensate che bello! Il Natale ci fa contemplare che
Dio non è in cielo, ma si fa uomo perché l’uomo div
enti
come Dio. La Pasqua ci rivela che se io uomo vivo l
a vita amando come Gesù, davvero divento come Dio,
perché risorgo, ottengo la vita eterna, il Paradiso
: anch’io ascendo al cielo come Gesù che torna nell
a gloria
del Padre. La Pentecoste ci mostra che Dio continua
a restare con noi,
addirittura in noi, mediante lo
Spirito
santo. Il nostro Dio che chiamiamo Santissima Trini
tà è presente in me, in te, in ciascuno di noi: il
Padre e il
Figlio Gesù sono presenti in noi con lo Spirito san
to che ci rende capaci di vivere come Gesù, di amar
e come
Gesù, di soffrire e morire come Gesù per poter vive
re nel modo più bello la vita e avere la vita etern
a. E lo
Spirito santo ci viene donato attraverso i sacramen
ti, che sono il modo col quale il Signore continua
ad
essere presente in noi e a donarci questa salvezza
e questa forza. Col Battesimo e la Cresima ci ha un
iti a lui
per sempre, e tutte le volte che ci allontaniamo da
Lui, il Signore sa fare solo una cosa: continuare
a
perdonarci, perché a Dio interessa solo questo, che
noi torniamo a lui, e lo fa col sacramento della
Riconciliazione. Se siamo malati nel corpo e nello
spirito ci rinfranca con l’olio del sacramento dell
’Unzione.
Per rendere una coppia capace di amarsi come lui am
a noi, ecco che fa diventare il matrimonio un
sacramento anch’esso. Per poter continuare a donare
questi sacramenti, ecco che dona ad alcuni uomini
il
sacramento dell’Ordine. Ma come ogni giorno abbiamo
bisogno di nutrire il corpo col cibo, così abbiamo
bisogno di nutrire l’anima con un altro cibo. Che s
icuramente è la sua Parola, che dobbiamo imparare a
d
ascoltare e meditare. Ma che è Gesù stesso. Nel sac
ramento dell’Eucaristia Gesù continua a donarci la
sua
vita, il suo corpo e il suo sangue, il suo amore, a
ppunto per riempirci l’anima d’amore come abbiamo
bisogno del pane, del vino e di altri alimenti per
nutrire il corpo fisico, perché se non veniamo riem
piti da
questo amore, non possiamo amare. E tutto questo è
frutto dell’azione appunto dello Spirito santo, per
ché
è qualcosa che accade dentro, qualcosa di impalpabi
le come lo Spirito, come è Dio, appunto. Ma l’amore
è
insieme anche qualcosa di concreto, di tangibile, c
ome lo sono il pane e il vino, come lo sono la carn
e e il
sangue. Gesù non ci ha amato per finta, non si è li
mitato a parlare d’amore, ma ci ha amato morendo,
perché anche noi impariamo a non amare per finta. I
l brano di vangelo di oggi dimostra chiaramente tut
to
questo. Noi lo conosciamo come il miracolo della mo
ltiplicazione dei pani e dei pesci. In realtà, se l
eggiamo
attentamente, Gesù non moltiplica, ma divide, e div
idendo tutto si moltiplica, anche se è poco. Gesù n
on
moltiplica i pani e i pesci, ma moltiplica la dispo
nibilità dei suoi discepoli a prendersi cura della
fame degli
altri con i mezzi che hanno a disposizione: questo
è l’amore. Il miracolo dell’amore vero: l’amore ver
o è
davvero un miracolo, perché è azione di Dio, frutto
dello Spirito santo che abita in noi e che ci spin
ge ad
amare come Gesù. Ed è quando amiamo così che allora
Dio abita realmente in noi e noi siamo salvi. Il s
egno
dei pani e dei pesci diventa poi un’anticipazione d
ell’Eucaristia nella quale Gesù farà diventare se s
tesso
pane spezzato per tutti, affinchè noi tutti ricevia
mo quella forza d’amore che ci rende capaci a nostr
a volta,
uscendo di chiesa dopo esserci nutriti dell’amore,
di amare a nostra volta come Gesù e quindi di diven
tare
come Dio, di divinizzarci. In questo modo dobbiamo
dunque imparare a vivere la partecipazione ai
sacramenti, in particolare la Messa domenicale, non
come un obbligo da espletare, il cartellino da tim
brare
per essere bravi cristiani, ma per quello che sono
realmente, il dono supremo dell’amore di Dio. Io ve
ngo a
Messa non perché sono cristiano ed è domenica, ma v
engo per essere riempito dell’amore di Dio, per
diventare come Lui, per ricevere la forza di vivere
come Gesù. In conclusione. La festa di oggi, prati
camente
uguale a quella del giovedì santo, ci aiuta a conce
ntrarci sul sacramento dell’Eucaristia che la chies
a celebra
ogni domenica e che si prolunga anche, per chi lo d
esidera, nei giorni feriali. E nell’Eucaristia si r
iassume
tutto il cuore della nostra fede. Nel pane e nel vi
no consacrati si rivela chi è il nostro Dio, chi è
la Santissima
Trinità, si compendiano il Natale, la Pasqua, la Pe
ntecoste. Il nostro Dio è una relazione d’amore fra
le tre
persone e ama l’uomo a tal punto da farsi uomo, da
entrare in noi col suo Spirito, da metterci il suo
corpo
tra le mani. Il nostro Dio non è lontano, non è in
cielo, ma è in noi. A volte, quando le cose vanno m
ale, noi
ripetiamo: Signore guarda giù. Preghiera sbagliata.
Perché Dio ha guardato giù a tal punto da diventar
e uno
di noi, da entrare in noi. Non è lui che deve guard
are giù. Siamo noi che dobbiamo guardare dentro di
noi.