domenica 1 aprile 2018

DOMENICA DI PASQUA

C’è un bellissimo libro dell’Antico Testamento che è il Cantico dei Cantici, un poema d’amore nel quale un ragazzo e una ragazza cantano con passione e tenerezza il desiderio profondo di unirsi: si cercano, si incontrano, si appassionano, soffrono per l’assenza, godono per il possesso reciproco totale. Gli Ebrei leggevano questo libro nella celebrazione dei matrimoni, e anche noi cristiani lo
facciamo, e senza questo libro la Bibbia sarebbe incompleta perché non capiremmo come deve essere l’amore non solo tra gli uomini, ma tra gli uomini e Dio, un amore appassionato come quello tra due amanti. Ebbene, l’incontro tra Maria Maddalena e Gesù risorto è scritto da Giovanni sulla falsariga del Cantico dei Cantici. Nel capitolo terzo del Cantico c’è scritto: “Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato l'amato del mio cuore (è l’innamorata che parla); l'ho cercato, ma non l'ho trovato. Mi alzerò e farò il giro della città; per le strade e per le piazze; voglio cercare l'amato del mio cuore. Mi hanno incontrato le guardie che fanno la ronda: «Avete visto l'amato del mio cuore?”. Ebbene, qui abbiamo la Maddalena che cerca il corpo di Gesù al sepolcro, e nei versetti precedenti c’era scritto che Maria era andata al sepolcro quando era ancora buio, non aveva trovato il corpo di Gesù e, disperata, era tornata in città dagli apostoli dicendo: hanno portato via il Signore e non sappiamo dove sia. Quando Pietro e Giovanni corrono al sepolcro, vedono che i teli di lino nei quali il corpo di Gesù era stato avvolto, si trovano sistemati in ordine come le lenzuola su un letto nuziale, e Gesù, al momento della sepoltura, era stato profumato con mirra e aloe, aromi che si usavano per profumare la stanza degli sposi. E infatti, quando poi la Maddalena ritorna al sepolcro (è la scena del vangelo di oggi) vede due angeli che sono i custodi di questo letto, infatti c’è scritto che erano seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Sono in bianche vesti, segno della vita che è più forte della morte, e le chiedono: Donna, perché piangi? La chiamano donna, come farà dopo Gesù, perché “donna” vuol dire sposa, la sposa che cerca il suo sposo pensando di averlo perso, infatti piange disperata, come piangevano le sorelle di Lazzaro quando era morto, e Giovanni usa questo verbo per far vedere che la Maddalena, come le sorelle di Lazzaro, e come potrebbe essere anche per noi, ancora non ha capito la morte non è la fine di tutto: lei cerca il corpo del suo amato che pensa sia stato rubato, esattamente come noi se andando al cimitero a trovare un nostro caro trovassimo la tomba scoperchiata e il corpo trafugato. Ma quello che colpisce è la domanda: donna, perché piangi? Come se uno di voi, andando al cimitero il giorno dopo il funerale, trovasse uno che gli facesse questa domanda che parrebbe offensiva: cosa dovrei fare al cimitero, mettermi a ridere? Una domanda simile si trova nel vangelo di Luca, quando alle donne al sepolcro gli angeli dicono: perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto come aveva detto. Come per dire, e questo viene detto a noi oggi: siete proprio testardi: siete discepoli di Gesù e ancora non avete capito che i morti non sono al cimitero. A questo punto, Maria smette di guardare il sepolcro, si volta indietro e vede Gesù, in piedi, dove in piedi vuol dire risorto, ma non lo riconosce, perché? Perché per lei Gesù era morto stecchito, questa era la sua certezza: se uno è morto non c’è più niente da fare. Non ragioniamo anche noi così? Anche Gesù le chiede “donna perché piangi?”, e aggiunge: “chi cerchi?”, che vuol dire: guarda che se cerchi uno vivo non lo puoi trovare nel sepolcro: più guardi le tombe più ti convinci che uno è morto. Maria crede che Gesù sia il giardiniere, e da questo momento scompare la parola sepolcro e subentra la parola “giardino”, che è un luogo di vita, per mostrare che nella morte c’è già vita, e poi il giardino richiama quello dell’Eden dove Dio era il giardiniere: vuol dire che con questa scena Giovanni sta per presentare una nuova coppia che darà origine a una nuova umanità. E nel Cantico dei Cantici, il “giardino” è proprio il luogo dove si manifesta l’amore tra lo sposo e la sposa, infatti troviamo scritto: “Venga il mio diletto nel suo giardino e ne mangi i frutti squisiti”, e lo sposo risponde: “Son venuto nel mio giardino, sorella mia, sposa”. E ancora: “Di buon mattino andremo alle vigne; vedremo se mette gemme la vite, se sbocciano i fiori, se fioriscono i melograni: là ti darò le mie carezze!”. Ebbene, Maria, senza capire chi fosse, risponde a Gesù chiamandolo Signore, che vuol dire “marito”. Però, quando Gesù la chiama per nome, Maria, c’è scritto che ella si voltò di nuovo verso di lui, quindi vuol dire che era tornata a guardare il sepolcro. Maria riconosce Gesù dalla voce, e non è un caso, perché nei capitoli precedenti Gesù aveva detto: “Io sono il buon pastore: le mie pecore mi seguono perché riconoscono la mia voce”. Vuol dire che seguire Gesù significa fidarsi di lui, di quello che ha detto e fatto, dargli credito, mettere in pratica la sua parola, cioè amare come lui. Quando noi facciamo così cosa succede? Che le lacrime scompaiono e ci accorgiamo che davvero Gesù è risorto perché siamo risorti noi, perché proviamo pace e gioia. Vedete come gli evangelisti non ci raccontano la risurrezione di Gesù, ma in che modo noi possiamo credere che Gesù è risorto: se ascoltiamo la sua voce, se mettiamo in pratica la sua parola, se amiamo come lui, ci accorgiamo che egli è risorto perché siamo vivi, siamo risorti, siamo nella pace. E qui Giovanni cambia il finale del Cantico dei Cantici, dove l’innamorata, quando trova l’amato del suo cuore, dice: “Lo strinsi fortemente e non lo lascerò finché non l'abbia condotto in casa di mia madre”. Qui no, Gesù le dice: “non mi trattenere”. Non è lei a doverlo portare a casa di sua madre, ma è lui che vuole portarla nella casa di suo Padre: la festa di nozze non è in questa vita. Questa vita è il tempo del fidanzamento col Signore, nel quale dobbiamo camminare dietro di lui. Una cattiva lettura di questa pagina di vangelo diede origine alle dicerie per cui la Maddalena fosse davvero la donna di Gesù, mentre, come ho cercato di spiegare, quello che Giovanni vuole trasmettere con questi richiami nuziali è tutta un’altra cosa. La Maddalena rappresenta la nuova comunità dei discepoli di Cristo, la Chiesa, che ascoltando la voce del buon pastore, vive la sua esistenza come tempo di fidanzamento durante il quale trasmettere agli altri l’amore che Dio ha riversato su ciascuno di noi, quell’amore che ci viene donato in ogni eucaristia, consapevoli che la morte del nostro corpo, quando avverrà, se avremo vissuto così, non sarà la fine di tutto, ma il momento delle nozze con lo sposo. Gli altri che non sono qui con noi e che non credono in queste cose, potranno crederci non perché oggi siamo qui devoti a pregare, ma dal modo con cui noi li ameremo usciti di chiesa.