domenica 25 aprile 2021

III DOMENICA DI PASQUA (18 aprile 2021)

Lunedì sera riprendo a fare le dirette di spiegazione della Parola di Dio della domenica e così avrò modo di spiegare bene questa pagina di vangelo molto bella, importante e assai difficile, perché ci sono dentro delle frasi che se non vengono capite bene portano a credere cose sbagliate. Una di queste è

quella dove Gesù dice ai discepoli, riferendosi al fatto che di lì a poco lo avrebbero crocifisso, che nella casa di suo Padre ci sono molte dimore, che lui sta per raggiungerla per prepararci un posto e poi verrà a prenderci per portarci dove si trova lui. Detta così sembra che stia parlando del Paradiso, e anche se il Paradiso è un bel posto, a noi verrebbe da dirgli: non avere fretta a venirci a prendere, per adesso stiamo bene qui dove siamo. Inoltre, questa frase, fa pensare che la casa di Dio sia un luogo fisico, il cielo, da qualche parte nell’universo, infatti quando uno muore noi diciamo: è tornato alla casa del Padre. Oppure chiamiamo casa di Dio un edificio come le nostre chiese, infatti diciamo che la chiesa è la casa del Signore. Ma soprattutto, queste parole di Gesù fanno pensare che Dio sia lontano da noi, come quando diciamo Padre nostro che sei nei cieli. Noi siamo qui e Dio è beato da un’altra parte. Infatti anche ai bambini, quando muore qualcuno, si insegna ancora, purtroppo, che il defunto è diventato un angioletto che vola nel cielo insieme a Dio. Quindi vedete perché tutte le pagine di vangelo vanno spiegate e capite bene, soprattutto pagine come questa, altrimenti nascono troppe idee distorte. In realtà, i versetti del vangelo di oggi sono l’inizio del discorso di addio contenuto nel vangelo di Giovanni, dove Gesù spiega cosa vuol dire il suo andare a morire e risorgere, per rassicurarli. La liturgia ci fa però ascoltare solo i primi 11 versetti, che si capirebbero meglio andando avanti a leggere tutto il capitolo. Gesù dice che Dio che abita in lui: chi vede me vede il Padre. Dunque, la casa in cui Dio dimora, in cui Dio abita è, prima di tutto, Gesù. E la via che Gesù ha intrapreso e lo porterà a morire sulla croce è l’unica via, la sola via, quella dell’amore, che permette anche a noi, se la seguiamo, di diventare a nostra volta abitazione di Dio. Ecco in che senso Gesù va a prepararci un posto: per indicarci qual è la via per diventare anche noi dimora, casa di Dio. E tornerà per prenderci con lui, ma in che modo ritorna? Donando sulla croce lo Spirito santo, non venendo a farci morire, Dio non toglie la vita, ma ci dona la sua, questo dobbiamo capire: Gesù torna col suo Spirito per rendere capaci anche noi, se lo accogliamo, di essere dove è lui, cioè di darci la forza per vivere come lui, per percorrere la sua stessa via, e permettere così a Dio di abitare in noi e di avere, come Gesù, la sua stessa vita immortale, una vita divina capace di superare la morte. Ecco perché Gesù dice di sé: io sono la via, la verità e la vita. Gesù è la via che porta alla vita, perché egli è la verità. La verità cosa vuol dire? Che Gesù ci ha fatto vedere chi è veramente Dio, chi siamo noi, come vivere in pienezza la nostra vita umana per avere il suo stesso destino. Questa è la bella notizia del vangelo. Non dobbiamo quindi aspettare di morire per entrare nella casa di Dio, siamo già noi adesso la sua casa. Dio non è esterno a noi, ma è dentro di noi. E’ come l’aria: l’aria è fuori di noi e dentro di noi che abbiamo bisogno di respirarla per poter vivere. Nell’Eucaristia diventa cibo, esterno a noi, certo, ma che chiede di essere masticato per essere assimilato. È Parola, esterna, certo, ma che chiede di penetrare nella nostra mente per trasformarci nel profondo. Non dobbiamo dunque pensare Dio e pregarlo come se fosse un’entità lontana a cui ubbidire o a cui chiedere la risoluzione dei nostri problemi, ma è Spirito, aria, parola, cibo da assimilare per poter vivere in un modo nuovo, come Gesù, la nostra umana esistenza. Il Padre nostro che è nei cieli non significa che il Padre sta nei cieli, ma che l’infinitamente grande, infinito come il cielo, abita con lo Spirito di Gesù in ciascuno di noi, e noi lo ringraziamo e lo invochiamo chiedendogli appunto, come Gesù ci ha insegnato, di diventare suoi collaboratori nel costruire il suo Regno, di compiere la sua volontà, cioè di vivere su questa terra lo stesso suo amore (come in cielo così in terra), di nutrirci sempre di quel pane che è Gesù, di condonare i nostri debiti per rendere anche noi capaci di condonarli agli altri, di preservarci nelle prove e liberarci dallo spirito del maligno, contrario al suo Spirito d’amore. Queste sono le uniche cose che Gesù ci ha insegnato a chiedere a Dio, perché questo è Dio, non un’altra cosa (io sono la verità). Chi vede Gesù vede Dio. Se noi invece pensiamo a Dio a prescindere da quello che di Dio ci ha detto Gesù, andremo avanti a proiettare su Gesù le nostre idee di Dio, tutte sbagliate, vanificando così tutta l’opera di Gesù. Ecco perché non si può prescindere dall’ascolto e dalla comprensione autentica della sua Parola e perché non ci si può mai accontentare delle poche parole del prete durante una Messa o imparate da piccoli al catechismo.