domenica 20 marzo 2022

20/03/22 III DOMENICA DI QUARESIMA

La verità vi farà liberi, dice Gesù nel vangelo di oggi. Ma che cos’è la verità? Ognuno crede di avere la verità in tasca, ed è così che scoppiano le guerre. Per trovare il modo di fermare questa guerra c’è chi dice che bisogna fare in un modo, c’è chi dice che bisogna fare in un altro: chi ha ragione? Quando due persone litigano, com’è

difficile capire dove sta la verità. Quando nella vita bisogna fare delle scelte importanti e dolorose, è sempre un dramma capire qual è la scelta giusta. Ma Gesù, nel vangelo di oggi, dice: io vi dico la verità. E qual è la verità che dice Gesù? Che Dio è Padre, che lui è suo Figlio amato, che tutti gli uomini sono suoi fratelli, figli amati dal Padre come lui. Ecco, finchè gli uomini non credono a questa verità, dice Gesù, continueranno ad essere schiavi del peccato. Cosa vuol dire “schiavi del peccato”? Vuol dire credere in cose sbagliate che ci fanno vivere infelici, come morti. Se io credo che la verità sia che per essere felice devo avere tanti soldi e tante cose, avere successo, dominare gli altri, passo tutta la vita a fare guerre, ad essere egoista, a far del male, a cercare il consenso degli altri, e così sarò sempre insoddisfatto. Se penso che l’amore di Dio vada conquistato e che Dio sia quello che premia chi fa il bravo, mi sentirò sempre in colpa perché scopro di essere molto imperfetto, e le pratiche religiose diventano dei doveri pesanti e noiosi per sentirmi a posto in coscienza. Se invece credo nella verità di Gesù, che Dio è amore, che la felicità non è in quello che si ha o si è, ma in quello che si dona agli altri, che i sacramenti e la preghiera non sono un dovere per far contento Dio, ma i momenti in cui sperimentare l’amore di Dio, allora divento libero da questo peccato, dai miei egoismi e dalle mie paturnie, e risorgo già adesso, non vivo più la mia vita da morto. Questa è la Pasqua. E questa verità ci è stata comunicata e trasmessa col segno del Battesimo. Il Battesimo ci fa vedere chi è Dio, chi siamo noi, chi sono gli altri. Il Battesimo è come un seme dove c’è già dentro tutta la pianta che poi deve crescere nel corso della vita. Quando diciamo che la Quaresima è il tempo che ci prepara alla Pasqua non vuol dire che ci stiamo avvicinando a una data del calendario, perché la Pasqua è già cominciata dal giorno del nostro Battesimo. Quindi, prepararsi alla Pasqua vuol dire riscoprire il nostro Battesimo, capire quali passi dobbiamo ancora compiere per risorgere, per diventare liberi. Le guerre nascono proprio quando si dimentica questa verità, che siamo figli e fratelli, e infatti il Putin di turno si crede libero di fare quello che vuole, di essere il padrone del mondo, non si rende conto di essere schiavo del peccato, e così, invece di mettersi al servizio dei bisogni degli altri, vuole dominare tutti e ammazza chi non si arrende al suo volere. Ma questo vale anche per le nostre tante piccole guerre quotidiane. Gesù ha detto: Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio, non beati quelli che fanno le guerre. La pace viene da Dio, è il suo amore che è dentro di noi. Vuol dire che la pace dobbiamo costruirla noi, con la forza di Dio. Allora cosa vuol dire pregare per la pace? Vuol dire chiedere a Dio di fermare la guerra? Forse ci dimentichiamo che Gesù ha detto: Dio conosce i vostri bisogni, sa di cosa avete bisogno, quindi, quando pregate, non sprecate parole, come se Dio fosse uno smemorato. Sarebbe come chiedere al sole di sorgere: il sole sorge anche se non glielo chiediamo. Piuttosto, dice Gesù, cercate il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date. Cosa vuol dire cercare il Regno di Dio e la sua giustizia? Quello che dicevamo prima: vivere nella verità, vivere ciascuno di noi come figli e fratelli. Se viviamo così viene il Regno di Dio e si ottiene la pace. Infatti, l’unica preghiera che Gesù ha insegnato è il Padre nostro, dove si chiede a Dio che tutti facciamo la sua volontà, che è amare, costruire il suo regno, perdonare, essere liberati da male. Cioè gli chiediamo che il seme del Battesimo dentro di noi fiorisca. Glielo chiediamo non perché, altrimenti, lui non fa niente, ma per renderci conto noi di quello noi che dobbiamo fare, permettendo a Dio, col suo Spirito, di darci la forza di farlo, perché Dio non agisce magicamente da solo, ma attraverso di noi. E più questa diventa la preghiera comune di tutti i cristiani, anche, e soprattutto dei cristiani russi e ucraini, più si potranno vedere pian piano dei risultati. Siamo noi il corpo di Dio, il corpo di Cristo, il suo volto, il suo braccio, le sue mani. La preghiera serve per rendercene conto, non per chiedere a Dio di fare lui le cose al nostro posto.