domenica 27 marzo 2022

27/03/22 IV DOMENICA DI QUARESIMA

Ho già spiegato nelle scorse domeniche che la Quaresima è nata come il tempo in cui le persone che volevano diventare cristiane si preparavano a ricevere i sacramenti del Battesimo, della Cresima e della Comunione la notte di Pasqua. Per noi che, invece, questi sacramenti li abbiamo già ricevuti, la 

Quaresima serve per prendere maggiore coscienza di cosa vuol dire essere cristiani, essere battezzati. Questo vuol dire prepararsi alla Pasqua, perché la Pasqua non è una data del calendario, ma è quando il seme del Battesimo comincia a fiorire, a germogliare, cioè quando noi, pian piano, risorgiamo. La risurrezione non è qualcosa che ci aspetta dopo la morte, ma è una lenta trasformazione della nostra persona, che dura tutta la vita, man mano che diventiamo uomini e donne nuovi a immagine di Gesù, che imparano a pensare, parlare, vivere e agire come Gesù. Allora, quando il nostro corpo morirà, la risurrezione sarà completa e noi continueremo a vivere per sempre, come Gesù. Ebbene, col Battesimo, Gesù ci ha uniti al suo stesso destino, ha messo dentro di noi questo seme di risurrezione, però poi spetta a noi farlo crescere nel corso della vita, e i giorni della Quaresima sono come una palestra di prova per verificare se stiamo risorgendo o se viviamo ancora come dei morti. E i vangeli, che si leggono da sempre in Quaresima la domenica, sono scelti perché, tra le tante cose, parlano anche del Battesimo e quindi ci aiutano a capire come si fa a risorgere. Il vangelo della prima domenica, quello delle tentazioni, insegnava che si risorge quando rinunciamo al male per vivere come figli di Dio, infatti quando si viene battezzati viene chiesto: rinunci al male? Il vangelo della seconda domenica parlava dell’acqua che Gesù dona alla samaritana, e l’acqua è la Parola di Gesù e il suo Spirito: noi risorgiamo se impariamo ad ascoltare la Parola di Gesù e a vivere guidati dal suo Spirito. Il vangelo di domenica scorsa parlava della verità, chi è Dio e chi siamo noi veramente, e questa verità ci viene trasmessa col Battesimo: Dio è amore, ci considera suoi figli amati, ci vuole donare la sua stessa vita immortale, ma noi, per diventare davvero suoi figli chiamando Dio Padre nostro dobbiamo a nostra volta amare gli altri come fratelli, e allora si che risorgiamo, diventando come Gesù. Qual è il problema? Ce lo dice il vangelo di oggi, che dice le stesse cose del vangelo di domenica scorsa, ma in un altro modo: il problema è che siamo ciechi, fin dalla nascita, come il cieco nato, ma non in senso fisico. Siamo ciechi perché vediamo le cose in modo sbagliato, non crediamo alla verità che Gesù ci ha rivelato, pensiamo di Dio, di noi stessi, degli altri, della vita in generale e della morte lasciandoci guidare dalle nostre convinzioni sbagliate, dalle nostre paure, e così non risorgiamo mai. Questo è il peccato del mondo da cui Gesù viene a liberarci, quello che comunemente si chiama peccato originale: siamo ciechi. Ebbene, Gesù viene a guarirci da questa cecità, appunto perché ci fa vedere tutte le cose in un modo nuovo, con gli stessi occhi di Dio: io sono la luce del mondo. Questo vangelo non sta parlando di un miracolo, ma di quello che ci succede col Battesimo. La saliva con la quale Gesù crea del fango con la terra che poi viene messo sugli occhi del cieco rappresenta lo Spirito santo che si impasta con la nostra umanità e che ci fa vedere che noi siamo creature impastate di cielo e di terra, che Dio è dentro la nostra umanità, non per essere obbedito o per chiedergli dei favori, ma per trasformarci, per farci diventare suoi figli come Gesù. E questo, però, dipende da noi, infatti Gesù dice al cieco di andare lui a lavarsi nella piscina di Siloe, che rappresenta Gesù stesso che ci immerge nell’amore del Padre. Il cieco si fida, ci va e torna che ci vede. Se non fosse andato, se non si fosse fidato della parola di Gesù, sarebbe restato cieco. Vuol dire che Dio non agisce in modo magico: lui può davvero farci risorgere, non essere più ciechi, vedere le cose e vivere la vita in un modo nuovo, ma questo accade solo se noi ci fidiamo di lui e facciamo quello che lui ci dice, altrimenti non succede niente. Ancora oggi c’è da parte di troppa gente l’idea che i bambini vanno battezzati subito perché altrimenti chissà cosa succede, come se questo sacramento fosse un rito magico, o servisse per mettere il bambino sotto la protezione di Dio, e così torniamo a quello che dicevo all’inizio a proposito della Quaresima come tempo in cui riscoprire il significato del nostro Battesimo. Il Battesimo è piuttosto il segno che noi siamo proprio immersi nell’amore di Dio (la parola battesimo vuol dire immersione), e lo sono tutti gli uomini, anche i non battezzati, ma fintantochè non si prende coscienza di questa verità nel corso della vita, si continua a restare ciechi, ad essere come morti, a non risorgere: è come avere un milione di euro chiusi in un cassetto e non rendersene conto. A questo serve la Quaresima.