sabato 2 aprile 2022

03/04/22 V DOMENICA DI QUARESIMA

Si stanno per concludere i giorni della Quaresima: domenica prossima inizia la Settimana Santa dove rivivremo gli eventi della passione, morte e risurrezione di Gesù. Ho spiegato come la Quaresima non è un tempo lugubre o triste, ma è come una palestra in cui compiere esercizi non fisici, ma spirituali, che 

non sono meno importanti, anzi, perché noi non siamo solo corpo, ma siamo abitati dallo spirito di Dio, solo che questo spirito, purtroppo, per poter emergere deve lottare contro tanti altri spiriti che sono dentro di noi, e quindi, fare gli “esercizi spirituali” vuol dire allenarsi a distinguere lo spirito di Dio da tutti gli altri spiriti, per sentire la sua presenza e deciderci a seguirlo. Come si fa a sentirlo? Lo spirito di Dio è fonte di vita, gioia, energia, pace, speranza; è lo Spirito del Padre che ci vuole rendere figli, cioè rassomiglianti a lui, come Gesù, e renderci così partecipi del suo destino di risurrezione; è lo Spirito di Gesù che ci fa vivere come fratelli. Quindi, quando non avvertiamo dentro di noi questi sentimenti e non viviamo nell’amore e nella speranza, ma nella paura, nell’angoscia, nell’egoismo, nella tristezza, è perché stiamo dando retta a tutti gli altri spiriti maligni presenti in noi. Per questo Gesù ci ha insegnato a chiedere: liberaci dal maligno. Si tratta di individuare questi spiriti, di riconoscerli, scacciarli, capire che sono menzogneri e causa di tutti i nostri mali. È un lavoro difficile e lungo, che dura tutta la vita, e la Quaresima è il tempo che ci viene offerto per esercitarci a farlo. Perché proprio la Quaresima? La Quaresima nacque come tempo in cui chi si convertiva e voleva diventare cristiano veniva preparato a ricevere il Battesimo la notte di Pasqua. La Pasqua non è un evento che riguarda solo Gesù, ma è quando risorgiamo noi, ma non dopo la morte del corpo, bensì in questa vita. Risorgere vuol dire lasciarci guidare dallo Spirito di Dio che ci pian piano ci trasforma a immagine di Gesù, rendendo la nostra vita interiore di una qualità tale che, quando sopraggiunge la morte del corpo, questa risurrezione si completa, rendendoci divini. Ebbene, il Battesimo è il segno col quale il Signore manifesta la sua presenza in noi col suo Spirito che, come un seme, attende, nel corso della vita, di crescere, germogliare, trasformarci, farci risorgere. Ecco perché, per noi battezzati, la Quaresima è il tempo opportuno per compiere questi esercizi dello spirito: per verificare se questo seme di risurrezione del Battesimo in noi sta germogliando oppure no. E l’episodio del vangelo di questa domenica ci aiuta a capire meglio questa cosa. Non è il racconto di un miracolo accaduto a un amico di Gesù, e va interpretato bene, altrimenti si pensa che la risurrezione sia la rianimazione di un cadavere, mentre non è così. Con questo racconto, l’evangelista vuole mostrarci cosa vuol dire che Gesù è la risurrezione e la vita. A Marta e Maria che piangevano la morte di Lazzaro, Gesù dice: “chi crede in me, anche se muore, vivrà”. Si sta riferendo a Lazzaro: se Lazzaro ha creduto in me, voi pensate che sia morto, invece è vivo. E poi aggiunge: “chiunque vive e crede in me, non muore”. E qui, Gesù si riferisce a Marta, a Maria e a tutti noi: se voi che siete vivi aderite a me, nemmeno voi farete esperienza della morte. Cioè, Gesù sta dicendo che Dio non risuscita i morti, ma comunica a noi vivi, se crediamo in lui, una vita di una qualità tale da superare anche la morte. Morirà il nostro corpo fisico, ma se il seme di risurrezione del Battesimo avrà cominciato a germogliare nel corso della nostra vita terrena perché, attraverso questi esercizi spirituali, avremo seguito lo Spirito di Dio, ecco che allora non moriremo mai, come Lazzaro. E infatti, quando Gesù gridò “Lazzaro, vieni fuori”, l’evangelista scrive che dal sepolcro non uscì Lazzaro, ma il morto. Perché? Perché Lazzaro era già risorto: erano Marta e Maria a credere che fosse morto e a piangerlo come morto, come facciamo noi quando andiamo al cimitero. Gesù ci dice: voi andate al cimitero a piangere i vostri cari come morti, ma loro non sono lì, sono fuori dai sepolcri, come me. Siete voi ad essere morti se non capite questa cosa. Se invece la capite e credete in me, come Lazzaro, cioè se vi fidate della mia parola, non delle vostre paure, se la praticate, se vivete lasciandovi guidare dallo Spirito di Dio dentro di voi, pian piano risorgete anche voi, e quando verrà la morte del corpo, raggiungerete la pienezza della Vita.