domenica 12 giugno 2022

12/06/22 SANTISSIMA TRINITA'

San Tommaso d’Aquino diceva che «la suprema conoscenza di Dio è conoscere Dio come sconosciuto» e, prima di lui, sant’Agostino diceva che pretendere di conoscere il mistero di Dio è come pretendere di tenere l’acqua in un pugno o voler svuotare il mare col secchiello. Quello che noi sappiamo di Dio è 

quello che di Dio ci ha detto Gesù e quello che di Dio ci ha fatto vedere Gesù. E Gesù parlava di Dio come Padre, di sé come Figlio e dello Spirito santo come dono dell’amore che scaturiva dal Padre e dal Figlio. E’ così che, nei primi concili della Chiesa, è nata l’idea di parlare di Dio come santissima Trinità: un solo Dio in tre persone. Se già la mente umana, come dicevo, non può pretendere di racchiudere Dio attraverso formule, riuscire addirittura a pensare Dio come uno e trino è ancora più complesso. La riprova è che se ascoltate con attenzione le orazioni e il prefazio della liturgia di oggi vi accorgerete del linguaggio astruso che utilizzano, perché riprendono le formule definite dai concili di Nicea e di Costantinopoli, che poi sono sfociate nel Credo che ogni domenica ripetiamo. Eppure, guardate, solo riuscire a intuire qualcosa della grandezza di questa rivelazione, conduce la nostra mente e il nostro cuore a pensare e vivere il rapporto con quella realtà che noi chiamiamo Dio in un modo nuovo. Senza bisogno di ricorrere al pensiero di grandi teologi, ho trovato, molto più semplicemente, nel testo di una canzone una frase molto eloquente che, forse, unita poi ad un’altra immagine che vorrei proporvi, potrebbe aiutarci a comprendere la portata rivoluzionaria del pensare Dio come Trinità, come uno e trino. E’ una canzone molto bella di un autore che io amo, Juri Camisasca, che potete anche ascoltare su Youtube, che si intitola Suprema Identità, e che, a un certo punto, dice così: “e noi qui sospesi nell’infinità siamo, in questo mare, raggi di verità”. L’infinità si riferisce a Dio: noi siamo in questo mare raggi di Dio. L’immagine che mi è venuta in mente è quella del sole. Non può esistere il sole senza i raggi, né i raggi senza il sole, e dal sole coi suoi raggi scaturiscono vita, fuoco e calore. Proviamo a pensare al Padre come al sole, al Figlio come al suo raggio, e allo Spirito santo come al fuoco che scaturisce dall’amore del sole e dei suoi raggi. I raggi e il calore sono generati dal sole, ma sole, raggi e calore, pur essendo tre realtà diverse sono un’unica cosa. Ma il punto cruciale non è questo. E’ il fatto che il Figlio, facendosi carne, facendosi uomo, ha dato la possibilità a tutti, col suo calore, cioè col suo Spirito, di diventare a nostra volta “raggi di verità”, figli cioè dello stesso Padre, quindi di entrare anche noi nel mare dell’infinità di Dio. Se noi, accogliendo lo Spirito Santo che viene dal Padre e dal Figlio impariamo a vivere come figli che amano i fratelli con lo stesso amore di Gesù, diventiamo a nostra volta raggi di questo sole, diventiamo manifestazione di Dio. Quel Dio impossibile per la mente e per il cuore da pensare e definire con parole umane, si rende visibile a tutti quando regna l’amore: dov’è carità e amore lì c’è Dio. E tra le altre bellissime conseguenze di questo modo rivoluzionario di pensare Dio che ci ha rivelato Gesù, ce ne sono almeno due che meritano di essere considerate. La prima è la preghiera. Se noi facciamo parte di questo mare, se siamo raggi dello stesso sole, Dio non è più uno che sta in cielo, che può tutto, a cui obbedire per ottenere grazie, favori, aiuti, quindi la preghiera consiste non nel chiedere cose a Dio, ma serve per prendere consapevolezza di quello che siamo per poter a nostra volta generare calore: è così che viene santificato il nome del Padre nostro, come ha insegnato Gesù. La seconda conseguenza è la Pasqua. Se siamo raggi di questo sole e, in questa vita terrena, produciamo calore, quando la morte arriverà, sarà solo del corpo, perché noi, come raggi, siamo già risorti adesso: con la morte del corpo non saremo più raggi, ma un’unica cosa col sole. Ecco, come vedete, solo per immagini possiamo parlare del mistero di Dio. Io, purtroppo, temo che, se si facesse un sondaggio sul modo di pensare Dio, anche tra molti cristiani, che quindi proclamano la fede del Dio Trinità, si scoprirebbe che, di fatto, queste cose non sono chiare per niente. E’ il motivo per cui non smetto mai di ripetere l’importanza di approfondire la nostra fede, di non accontentarsi dei ricordi lontani del catechismo o della predica della domenica, altrimenti si andrà avanti tutta la vita a credere in un Dio che non è quello di Gesù e, peggio ancora, a trasmettere alle nuove generazioni e al mondo un messaggio che, non a caso, non dice e non interessa più a nessuno.