lunedì 6 giugno 2022

5/6/22 PENTECOSTE (ANNO C)

La Pentecoste è la festa che ci aiuta, speriamo, a capire che Dio, certo, è più grande di noi, ma è dentro di noi. Dio non è in cielo o chissà dove, ma è dentro di noi: questo è lo Spirito santo. Non lo vediamo, ma neanche l’aria la vediamo, infatti la parola “spirito” significa aria. Non la vediamo, però caspita se 

ci accorgiamo se c’è, se è pura o è inquinata. Ce ne accorgiamo dagli effetti che produce, se quando respiriamo stiamo bene o stiamo male. Senz’aria moriamo, ne sappiamo qualcosa quando abbiamo un raffreddore o chi ha fatto il Covid in forma grave che non riusciva più a respirare. Noi diamo per scontato tutto quello che abbiamo, tranne quando qualcosa ci viene a mancare. Uno pensa di poter fare a meno di Dio, come se Dio fosse un di più, poi tanto non si vede. Questo è l’errore. Dio lo si vede benissimo: quando dentro di noi ci sono sentimenti di pace, di gioia, di volontà di fare il bene, di perdonare, di servire; quando, come scrive san Paolo, riusciamo ad accoglierci e a stare insieme, tutti diversi, ciascuno coi suoi doni, senza provare invidia o farci la guerra; quando davanti ai dolori, alle sofferenze e alla morte riusciamo a non disperarci, ma ad avere forza, fiducia e speranza. Ecco, qui vediamo Dio, lo vediamo all’opera, perché è il suo Spirito dentro di noi a generare tutto questo. Lo Spirito santo è l’amore che unisce il Padre col Figlio Gesù e che viene donato a noi. Purtroppo, sono più le volte in cui Dio non lo vediamo all’opera, ma non è colpa di Dio o perché Dio non c’è, ma è colpa nostra che non gli permettiamo di agire. Con Gesù, Dio non è fuori di noi; non è quello da pregare perché ci pensi lui come se fosse un mago. Più preghiere diciamo, più magari ci ascolta e ci esaudisce. Non è così. Se vogliamo trovare Dio non dobbiamo guardare in alto, ma guardare dentro di noi, rientrare in noi stessi. L’unico dono che Dio ci fa è il suo Spirito, cioè sé stesso. Pregare serve per renderci conto di essere abitati dallo Spirito del Padre che ci rende figli e dallo Spirito di Gesù che ci rende fratelli. La preghiera serve non per chiedere a Dio di cambiare le cose, ma per trasformarci noi. Per questo Dio si è fatto uomo in Gesù: Gesù era talmente in contatto con lo Spirito del Padre che ha potuto fare tutto quello che ha fatto. Uno dice: eh, ma lui era Gesù. Certo, ma Dio, in Gesù, si è fatto uomo, non un super eroe. Si è fatto uomo proprio per farci vedere quello che dobbiamo fare anche noi, e ce ne ha dato la forza con lo Spirito santo. Non è solo il Dio con noi, ma il Dio dentro di noi. Gesù risorto non si è allontanato da noi, ma si è reso ancora più vicino e presente, certo, in una forma nuova: col suo Spirito dentro di noi, attraverso i sacramenti, con la sua Parola che dobbiamo ascoltare, meditare e mettere in pratica.