sabato 28 maggio 2022

29/05/22 I DOMENICA DOPO L'ASCENSIONE (ANNO C)

Giovedì era la festa dell’Ascensione che nel rito romano viene celebrata oggi, mentre noi ambrosiani l’abbiamo mantenuta nel giorno giusto, 40 giorni dopo la Pasqua, ma le letture di questa domenica contengono di fatto molti richiami all’ascensione. Negli Atti degli Apostoli abbiamo letto le parole di 

Santo Stefano prima di essere lapidato: “Egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: «Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio»”. Nel brano della lettera agli Efesini, anche san Paolo scrive che “la potenza di Dio verso si noi si è manifestata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni Principato e Potenza, al di sopra di ogni Forza e Dominazione”. Invece, il brano di vangelo non parla dell’ascensione in modo esplicito, però aiuta a comprendere cosa vuol dire che Gesù è asceso al cielo e siede alla destra del Padre. Anche noi, dopo più di 2000 anni, ripetiamo nel Credo queste stesse parole della Scrittura, parole che, però, ci portano fuori strada perché, prese alla lettera, ci fanno immaginare questo Gesù che sale fisicamente in cielo e si trova seduto da qualche parte imprecisata dell’universo alla destra del Padre, un Padre, anche questo, che gli stessi grandi artisti della storia della pittura hanno sempre raffigurato vecchio, con barba e capelli bianchi, come se Dio, oltretutto, fosse un maschio. Queste, vedete, sono tutte immagini per noi fuorvianti, perché la nostra visione del mondo non è la stessa che si aveva ai tempi di Gesù. A quei tempi si credeva che Dio, gli dei, le divinità abitassero in cielo (lo ripete anche Stefano citando il profeta: il cielo è il mio trono e la terra lo sgabello dei miei piedi). Tra Dio e gli uomini si credeva che si frapponessero potenze angeliche e demoniache, che sono i Principati, le Potenze, le Forze e le Dominazioni di cui parla san Paolo, che erano tutti gli astri e i pianeti, considerati esseri viventi che influivano e condizionavano la vita dei credenti. Ancor oggi c’è tanta gente che crede all’influsso degli astri e all’oroscopo. Ebbene, si credeva che Dio fosse più forte di questo esercito del cielo (infatti spesso, nella Bibbia, Dio è chiamato il signore degli eserciti) e che, con la venuta del Messia, avrebbe eliminato il potere di queste divinità. Ricordate quando Gesù annunzia che il sole si oscura, che la luna non dà più la sua luce e le stelle cominceranno a cadere una dopo l’altra? Il sole e la luna erano considerate divinità: Gesù non sta annunciando la fine del mondo, ma sta indicando che la luce del vero Dio oscura le false divinità. Invece, col termine stelle, si indicavano i potenti della terra, le stars (oggi usiamo questa parola, che deriva da stella), perché i principi, i re, gli imperatori, ritenevano di avere un’autorità divina nell’esercitare il loro potere di sottomettere gli uomini: con Gesù cadono queste stelle, perché Gesù annuncia che il potere di Dio è un’altra cosa, è l’amore. Con Gesù, Dio diventa uomo, quindi rivela che Dio non abita in cielo, ma abita col suo Spirito in ogni uomo che vive lo stesso amore di Gesù nei confronti dei fratelli, donando loro una qualità di vita tale da essere eterna, capace di superare anche la morte del corpo. E’ quello che spiega lo stesso Gesù nel vangelo di oggi: Padre, io sono in loro e tu sei in me, e voglio che anch’essi siano dove sono io, cioè in comunione con noi, vivendo tra loro lo stesso amore col quale tu mi hai amato. Se la comunione con Dio su questa terra la si vive nell’amore, perché dove c’è l’amore c’è Dio, ecco che poi la pienezza di questa comunione si raggiunge dopo la morte. Quindi, cosa vuol dire che Gesù risorto è asceso al cielo? Vuol dire semplicemente che, risorgendo è entrato in pienezza nella condizione divina, e che il suo destino è anche il nostro, se noi viviamo in questa vita del suo stesso amore. Va poi precisato che, sempre a quei tempi, accanto al re stava seduta la persona che deteneva il suo stesso potere: per questo le scritture adoperano la stessa immagine di Gesù seduto alla destra di Dio per indicare che Gesù risorto riceve da Dio lo stesso suo potere, quello dell’amore, che viene effuso sugli uomini con lo Spirito santo. Vedete dunque come l’Ascensione e la Pentecoste sono due facce della stessa medaglia, che è la Pasqua, cioè sono la conseguenza della Pasqua, fanno capire cos’è la Pasqua. Gesù risorto e asceso al cielo non vuol dire che allora Dio è lontano dagli uomini, ma che è ancora più vicino, addirittura dentro di noi, col suo Spirito che noi siamo chiamati ad usare per poter anche noi sedere alla destra del Padre, fin da adesso, cioè avere la stessa potenza d’amore di Dio e, così, avere anche lo stesso destino di Gesù.