domenica 4 settembre 2022

4/09/22 I DOMENICA DOPO IL MARTIRIO (ANNO C)

Nelle settimane dopo il Martirio di san Giovanni Battista, di domenica in domenica le letture mettono a fuoco un aspetto del mistero della persona e dell’opera di Gesù.

Luca, nel vangelo di oggi, presenta Gesù che realizza la promessa del profeta Isaia che annunciava la salvezza di Dio non solo per Israele, ma per tutti i popoli. Una salvezza gratuita che però richiede un cammino di conversione, infatti Gesù proclama: convertitevi perchè il Regno dei cieli, cioè il Regno di Dio è vicino. Il Regno di Dio viene quando gli uomini si lasciano governare dallo Spirito del Padre operando per il bene e la giustizia. È vicino perchè Gesù è il Figlio che rivela l’amore del Padre amando i fratelli, ma ha ancora da venire finché noi uomini non impariamo a vivere così, quindi a convertirci dal nostro egoismo. Proprio questo, sempre il profeta Isaia, nel passo ascoltato come lettura, accusava Israele di non voler ascoltare la Parola del Signore che invita alla giustizia sociale prendendosi cura dei più deboli, anziché pensare agli interessi di parte: è il motivo per cui la nazione di Israele sta andando in frantumi. E conclude dicendo: nella calma e nella conversione sta la vostra salvezza. Però San Paolo, nel brano della lettera ai Romani, aggiunge una cosa molto bella e importante, e cioè che noi saremo salvati mediante la vita di Gesù, perchè con la sua vita e la sua morte Gesù ci ha mostrato che l’amore di Dio è gratis, non guarda i meriti, infatti Cristo è morto non per i giusti, ma per i peccatori, e ha riversato nei nostri cuori tutto l’amore di Dio mediante lo Spirito santo, e quindi questo cammino di conversione per la salvezza è reso possibile per ciascuno proprio dalla grazia di Dio. Dunque, da una lettura seppur sommaria di questi testi, possiamo dire che il tema che unisce le letture di questa domenica è quello della salvezza e della conversione, e ci invitano a guardare il mistero della persona e dell’opera di Gesù come Salvatore. Per noi uomini e la nostra salvezza discese dal cielo, ripetiamo sempre nel Credo. Di conseguenza, sono due le domande da farci: cos’è la salvezza e cosa significa proclamare Gesù come Salvatore? Prima di tutto chiediamoci cosa intendiamo per salvezza, cosa si cela dietro questo concetto.

Salvezza da chi, da che cosa? Salvezza è una parola che si usa in molte circostanze, che indica la liberazione da un pericolo, da una schiavitù, da qualcosa di brutto che ci schiaccia. Nel linguaggio calcistico ci sono le squadre che lottano per la salvezza; in ambito medico e sociale, tutti abbiamo invocato la salvezza dal Covid, adesso si invoca la salvezza dalla guerra, dalla siccità, dalla crisi energetica ed economica, da cataclismi, da malattie. La salvezza dalle nostre paure. La salvezza è andare in Paradiso e non all’Inferno? Ogni tanto, qualcuno di noi pensa di essere così indispensabile che senza di lui casca il mondo, oppure ogni tanto viene fuori qualche politico che, con le sue ricette, pensa di essere il salvatore della patria. Ma Dio da cosa ci salva? Dal peccato? Eppure, continuiamo a peccare. Dalla morte? Tutti, però, continuiamo a morire. Dal Covid ci ha salvato Dio, o i vaccini e tutti quelli che si sono adoperati per curare i malati? Dio chi è? Un supereroe onnipotente che dall’esterno interviene a salvarci? Di solito, quando lo si prega, è questo che gli si chiede, andando in crisi quando sembra non intervenire. In ogni caso, la salvezza esprime il desiderio di poter vivere una vita bella, autentica, compiuta, realizzata, felice. Invochiamo la salvezza precisamente perché ci scopriamo, invece, immersi in una realtà fatta da eventi che remano contro le nostre attese. Ebbene, le letture di oggi ci dicono che la salvezza, la possibilità di vivere una vita compiuta, realizzata, felice, è quando si impara a vivere nell’amore, come Gesù, quindi cambiando anzitutto il modo egoistico di vivere la vita: questa è la conversione. Isaia indicava come via per la salvezza non solo la conversione, ma la calma, una parola e una dimensione purtroppo sconosciuta al nostro mondo occidentale, in particolare nella società brianzola. La calma è ciò che consente di rientrare in noi stessi per renderci conto di che cosa? Che noi siamo già salvati, perché siamo abitati da Dio, dal suo Spirito, dal suo amore, che ci prende così come siamo, non per i nostri meriti, e rende possibile questo cammino verso la salvezza. Incarnandosi in Gesù, quindi nell’umanità di Gesù, nel suo modo di vivere, con quello che ha fatto e ha insegnato, Dio ci ha ci ha indicato qual è la via della salvezza: vivere la nostra umanità come quella di Gesù. Gesù è il salvatore non perché ha eliminato il male, non perché ci ha tolto da questo mondo cattivo, dalle sofferenze, dalle malattie, dalla morte, dai problemi, ma perché ci ha insegnato come affrontare e superare tutte queste cose che generano in noi le mille paure che ci portano a star male, ad essere egoisti, a fare il male, a vivere male e far vivere male gli altri. La preghiera, allora, non serve per chiedere a Dio di intervenire per salvarci, ma per renderci conto, per renderci consapevoli che noi siamo già salvati, abitati dal suo Spirito d’amore che ci dona la possibilità di poter vivere una vita compiuta, realizzata e felice.