domenica 28 agosto 2022

28/08/22 DOMENICA CHE PRECEDE IL MARTIRIO DI S.GIOVANNI BATTISTA

Ogni anno, in questa domenica di transizione che introduce alle settimane dopo il Martirio di san Giovanni Battista, festa che si celebra il 29 agosto, cioè domani, si legge sempre un brano del libro dei Maccabei, perché i Maccabei furono i martiri ebrei che al tempo della dominazione dei greci che 

volevano imporre la loro cultura e religione, si ribellarono e vennero uccisi pur di non rinnegare la loro fede e di non trasgredire la Legge di Mosè, e quindi il loro martirio anticipa in qualche modo, anche se per altre ragioni, quello di Giovanni Battista. Oggi abbiamo ascoltato il racconto del vecchio Eleazaro che preferisce essere ammazzato piuttosto che fare qualcosa che fosse contro la legge di Dio, e lo fa per poter lasciare ai giovani “un nobile esempio”. Per non essere loro di scandalo. Martire vuol dire testimone. Anche Gesù, nel vangelo, invita i suoi discepoli a non essere di scandalo, ma testimoni dell’amore di Dio, e testimoni dell’amore di Dio si diventa mettendosi a servizio gli uni degli altri. Lo scandalo cos’è? non tanto fare il male, ma fare il male spacciandolo per un bene, magari in nome di Dio, mentre è solo nel nome dei propri interessi, per indurre la vittima a compiere il male anche lei. Infatti, “scandalo” è un termine greco che significa pietra, una pietra che non si vede, però fa inciampare e cadere (da cui l’espressione italiana la pietra dello scandalo), quindi una trappola che serve per prendere la preda. Gesù è molto realista. Dice: è inevitabile che avvengano scandali, perché il male c’è, ma aggiunge: guai all’uomo a causa del quale avviene lo scandalo, e specifica, che se i suoi discepoli fossero di scandalo verso i piccoli che hanno creduto in lui, sarebbe meglio per loro essere gettati negli abissi del mare con intorno al collo una macina d’asino. Sono forse le parole più dure di tutto il vangelo. Come vanno intese? Prima di tutto, i piccoli (in greco microbi) che hanno creduto in lui erano, ai quei tempi, tutti i peccatori, i senza fede, i miscredenti, che erano giudicati la feccia della società, quindi esclusi, e che però avevano avvertito che nel messaggio di Gesù c’era una risposta ai loro desideri di pienezza, e allora si erano avvicinati alla comunità dei discepoli di Gesù per poter finalmente sperimentare l’accoglienza, il perdono, la generosità. Ebbene, dice Gesù, se costoro si avvicinano a voi e, invece, incontrano discepoli egoisti, litigiosi, imbronciati, indifferenti, che pensano agli affari loro, che non li accolgono o che, addirittura, sono subdoli, falsi e violenti, che invece di fare loro del bene, compiono il male nel nome di Dio, li fanno inciampare, appunto, sono di scandalo, cosa succede? Non che devono suicidarsi, e nemmeno che vengono puniti da Dio, perché Dio non punisce nessuno. Gesù si rifà alle credenze del suo tempo secondo cui le persone che non venivano sepolte nella terra promessa, la terra di Israele, non sarebbero risorte, figuriamoci se uno moriva annegato in mare e il suo corpo non veniva ripescato. Gesù usa dunque questa immagine per indicare che questi discepoli sono come dei morti per i quali non c’è più speranza, perché si autoescludono automaticamente dal Regno di Dio che è solo amore e giustizia: compiendo il male verso i fratelli, uccidono Dio che è Padre e uccidono se stessi come figli. Tra questi microbi, piccoli, che occorre non far cadere, purtroppo, dobbiamo annoverare anche i tanti minori vittime della piaga della pedofilia che è emersa in questi anni all’interno della Chiesa, sicuramente lo scandalo peggiore che ci si possa immaginare. Gesù però indica anche la soluzione. Date un taglio radicale fin da subito se vi accorgete del vostro modo egoista e perverso di vedere gli altri (l’occhio) e bloccate subito ogni comportamento perverso (la mano e il piede), se no buttate via la vostra vita nel fuoco della Geenna. Cosa vuol dire questa espressione? Che diventate immondizia, perchè la Geenna non è l’inferno (Gesù non minaccia nessuno dicendo che va all’inferno, è venuto per salvarci, non per mandarci all’inferno), la Geenna era la valle dove venivano bruciate le immondizie. Quindi, Gesù sta dicendo: spetta a te decidere se vuoi fare della tua vita un capolavoro o un ammasso di spazzatura maleodorante che serve solo per essere bruciata. Però, c’è l’altra faccia della medaglia, ancora peggiore. Quella di considerare Gesù come pietra dello scandalo. Non posso e non voglio farla lunga, ma nella persona di Gesù e nella sua vita, tutto costituisce uno scandalo, e Gesù stesso ebbe a dire: beato chi non si scandalizzerà di me. Gesù era una persona scandalosa perché andava contro tutte le regole religiose e sociali dell’epoca che andavano contro il bene degli uomini, spacciate purtroppo per volere di Dio. Gesù presenta il volto di un Dio che è solo e unicamente amore, il cui unico volere è che noi impariamo ad amare gli altri come lui, e questo messaggio era scandaloso allora come oggi, purtroppo. La riprova è già nell’incipit del vangelo di oggi. Gli chiedono: chi è il più grande nel regno dei cieli? Il regno dei cieli o Regno di Dio non è l’aldilà, ma la società alternativa che Gesù è venuto a inaugurare nel nome di Dio. E Gesù risponde identificandosi non con un bambino, come ancora viene malamente tradotto dal greco questo termine, ma con un garzone, un servo, cioè colui che era considerato, come le donne e i bambini, una persona insignificante, e dicendo: volete diventare come Dio? Fatevi servi gli uni degli altri, e chi accoglie uno che vive così nel mio nome, accoglie me, accoglie Dio, perché Dio è così che ci ama. Parole talmente scandalose che continuano a dare talmente fastidio che, infatti, sono pochi a praticarle, anche tra i suoi discepoli, perché viene da dire: ma no, Dio non può essere unicamente buono, e pure io, essere troppo buoni è da stupidi: questo vuol dire scandalizzarsi di Gesù. Ed è uno scandalo ancora più grave perchè così, invece di essere martiri, cioè testimoni dello scandalo della misericordia, diventiamo scandalosi perché ci assoggettiamo al modo di pensare e di vivere del mondo che è esattamente contrario al Vangelo. La cosa ridicola e drammatica è che poi ci arrabbiamo con Dio perché il mondo va male.