lunedì 25 marzo 2024

24/03/24 DOMENICA DELLE PALME MESSA CON PROCESSIONE

Nel vangelo si parla di una grande folla che era venuta per la festa. Era la festa della Pasqua ebraica che celebrava la liberazione dall’Egitto, e tutti i pellegrini andavano a Gerusalemme a festeggiare. Udito che veniva Gesù presero dei rami di palma perché questo era il modo con il quale si festeggiava un re che 

tornava vincitore dalla battaglia. Infatti, gli dicono “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”, che è la frase di un salmo riferita al Messia, al Cristo, al salvatore che Dio avrebbe mandato per liberarli, non più come Mosè dagli Egiziani, ma dai dominatori romani, e sarebbe diventato il nuovo re di Israele, che avrebbe ricostituito la nazione di Israele. Credevano che Gesù fosse questo Messia, e infatti gli gridano “Osanna” che vuol dire “Signore, salvaci”. Ma con Messia di questo tipo non si va da nessuna parte: se ne stanno accorgendo anche tanti ebrei guardando gli orrori che sta compiendo l’attuale primo ministro israeliano Netanyahu. Invece, Gesù cosa fa? Realizza la profezia di Zaccaria che abbiamo riascoltato nella lettura, che annunciava la venuta di un Messia seduto su un puledro figlio d’asina, umile, che avrebbe fatto sparire i carri da guerra. Per mostrare che Dio non tifa per nessuna squadra: per Dio, tutti gli uomini sono suoi figli che devono assomigliargli nell’amore, portando i pesi gli uni degli altri, come fanno gli asini, prendendosi cura gli uni degli altri, considerandosi fratelli tutti, come continua a ripetere il Papa, l’unica voce fuori dal coro in questo tempo nel quale stiamo vivendo “una terza guerra mondiale a pezzetti”. Una voce, quella del Papa, che continua ad essere inascoltata e non compresa, esattamente come accadde a Gesù. Infatti, scrive l’evangelista, i suoi discepoli, tutte queste cose, al momento non le capirono. E infatti, quando, pochi giorni dopo, si resero conto che Gesù non era questo tipo di Messia, che proclamava che Dio non è tifoso di nessuna squadra, smisero di gridare “Osanna” e lo abbandonarono. Tutti gli altri, iniziarono a gridare “sia crocifisso!”. Le capirono dopo, quando Gesù fu glorificato, cioè dopo che sulla croce fece vedere che la gloria di Dio è il suo amore capace di perdonare tutti. E le capirono ricordandosi che “queste cose erano state scritte di lui”: vuol dire che tutte le pagine della Bibbia in cui credono anche i nostri fratelli ebrei, si possono capire solo dopo aver visto l’amore di Dio manifestato da Gesù sulla croce. Non solo: le capirono “ricordando che queste cose le avevano fatte a lui”. Cosa avevano fatto a Gesù? Lo avevano rifiutato, abbandonato, tradito, rinnegato, ucciso, e lui, morendo, aveva preso su di sé tutto il loro male e, invece di restituirlo, lo aveva fermato perdonandoli tutti. Queste cose continuano, purtroppo, a non essere capite da tutti quei discendenti di Abramo, tanti ebrei e tutti i fanatici terroristi islamici che continuano ad ammazzarsi tra di loro e, quel che è peggio, proprio in nome dello stesso Dio, un Dio mostruoso, che per fortuna non esiste, se non nelle loro menti bacate. Ma continuano a non essere capite, ed è ancora peggio, da troppi altri discendenti di Abramo che sono, per esempio, i cristiani russi e ucraini, uniti dallo stesso Battesimo che li rende fratelli, e che si ammazzano tra di loro. Non aiutati certamente dalle decisioni dei capi di Stato d’Europa e degli Stati Uniti, i quali, continuando regolarmente a dimenticare le origini cristiane da cui sono scaturiti i valori di giustizia, di pace, di solidarietà che sono alla base delle nostre costituzioni occidentali, continuano ad invocare la pace in un modo strano, cioè foraggiando la guerra, che è un po’ come se uno che per problemi intestinali fosse costretto a correre continuamente in bagno, cercasse di porre rimedio a questa cosa comprando e mangiando prugne cotte. Però, come sempre, è facile guardare gli altri e giudicare, dimenticando quanto sia complessa la realtà e, soprattutto, dimenticando che, prima di tutto, occorre che ognuno guardi se stesso, visto che noi per primi ci proclamiamo discepoli di Gesù, e quindi occorre che ognuno di noi si chieda se noi abbiamo capito o no le cose che di Dio ci ha detto Gesù. Perché ciascuno di noi, nel suo piccolo, vorrebbe un Dio che tifi la sua squadra e che risolva i problemi del mondo. Dimenticando che Gesù ci ha fatto vedere che Dio agisce attraverso di noi, man mano che gli uomini assecondano il suo Spirito, perché l’unico dono che Dio fa a tutti è sé stesso. E che se il mondo continua ad andare avanti nonostante i disastri compiuti dagli uomini, è perché sono molti di più gli uomini e le donne che, consapevoli o no, si lasciano guidare dal suo Spirito compiendo il bene e portando il male senza restituirlo, come un asino, come ha fatto Gesù sulla croce. Questo è il Dio di Gesù. Perciò occorre che ognuno di noi, prima che gli altri, si domandi se queste cose le ha capite. La Settimana autentica, che oggi comincia, serve per aiutarci a rivivere quegli avvenimenti che ci fanno vedere il volto meraviglioso di Dio che ci ha rivelato Gesù e che celebriamo in ogni eucaristia. E quindi, che noi per primi ci chiediamo che valore abbiamo dato e diamo alla processione che abbiamo compiuto, ai rami di ulivo e di palma che porteremo a casa, cosa intendiamo quando gridiamo “Osanna” a Gesù.