lunedì 29 aprile 2024

28/04/24 V DOMENICA DI PASQUA (ANNO B)

Le letture di domenica scorsa erano corte e semplici, mentre quelle di oggi sono lunghe e piuttosto difficili. Spiegarle in modo adeguato richiederebbe troppo tempo, perciò vi propongo una semplice riflessione che ruota intorno a una parola che compare 9 volte in queste letture, la parola “gloria”. Nel 

brano degli Atti c’è Stefano che parla della gloria di Dio che si manifesta nella storia delle vicende del popolo di Israele, e noi abbiamo ascoltato in particolare i versetti riferiti a Mosè; nella lettera ai Corinzi, Paolo parla della sapienza che Dio ha stabilito per la nostra gloria, e chiama Gesù il Signore della gloria; nel vangelo, Gesù parla della gloria che aveva prima che il mondo fosse; per due volte chiede al Padre: glorificami; per due volte afferma che anche lui glorifica il Padre e dice anche: io sono glorificato in coloro che tu mi hai dato, riferendosi a noi (cioè Gesù dice che in noi risplende la sua gloria). Ma “gloria” è una parola che si ripete almeno 12 volte anche nel rito della Messa: 4 volte nel Gloria (gloria a Dio nell’alto dei cieli, noi ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, tu solo l’Altissimo nella gloria di Dio Padre); dopo la lettura del vangelo quando tutti dite: gloria a te o Signore; nel Credo quando diciamo che Gesù verrà nella gloria e che lo Spirito santo è adorato e glorificato; nei prefazi che di solito terminano dicendo: cantiamo a una sola voce la tua gloria; subito dopo, nel Santo, quando cantiamo: i cieli e la terra sono pieni della tua gloria; al termine delle preghiere eucaristiche quando si dice: a te, o Padre, è l’onore e la gloria per tutti i secoli dei secoli; infine, dopo il Padre nostro, quando tutti proclamano: tuo è il regno, tua è la potenza e la gloria nei secoli. Per non parlare, infine, di una preghiera che ripetiamo tante volte e che comincia proprio con questa parola: gloria al Padre, e al Figlio e allo Spirito santo. Insomma, questa parola, gloria, è molto inflazionata, ma cosa significa, che cos’è questa gloria di Dio? Pensate che nella Bibbia compare circa 470 volte, quindi è una parola davvero importante. Gloria, in ebraico kavod, indica il peso di una persona, non quello del corpo, ma il peso, nel senso del valore di una persona. C’è la gloria del mondo che porta a considerare il valore, il peso di una persona in base a ciò che produce, che è in grado di fare, al conto corrente, al successo, all’approvazione, alla notorietà, alla salute. Viene glorificato chi riesce ad essere il miglior influencer. Uno schema di pensiero che da sempre si riproduce nella storia anche nei rapporti tra le nazioni, tra i popoli: la nazione più forte e dunque gloriosa sarà quella che vincerà le guerre in corso. Non è sicuramente attraverso questo gioco al massacro che si potrà giungere alla pace. E non è certamente perseguendo questa gloria che, anche a livello personale, si riesce a raggiungere la felicità, perché, alla fine, uno si accorge che quello che ha non gli basta mai. E’ la gloria del mondo di cui parla Gesù. Una gloria vana, cioè vuota, una vanagloria: uno si sente vuoto e, allora, cerca di riempirsi, come quando si ha fame. E a furia di riempirci di cose, diventiamo pesanti, non solo nel corpo, ma nello spirito, non riusciamo a volare, siamo schiavi di noi stessi e degli altri e viviamo male la vita. Invece, quanto pesa Dio? Cioè, qual è, cos’è la gloria di Dio, quanto vale Dio? Dio non pesa niente, è leggero come l’aria, perché tutto quello che è e che ha lo dona, perché non pensa a sé, ma a donare a tutti la sua stessa vita immortale, il suo stesso amore. La gloria di Dio è amore puro, folle e impensabile, al di là di ogni limite e misura. Il guaio è quando noi pensiamo la gloria di Dio non così, ma secondo gli schemi della gloria del mondo. Solo guardando la croce di Gesù invece scopriamo qual è la gloria di Dio. Un Dio che non mette al centro lui, ma noi. E dunque la gloria di Dio siamo noi quando diventiamo leggeri come Dio. E noi diamo gloria al Signore quando diventiamo, con tutti i nostri limiti, dei raggi, delle manifestazioni del suo amore.