domenica 11 gennaio 2015

BATTESIMO DI GESU'

Continua in questa domenica la festa dell’Epifania, anche perché originariamente la festa dell’Epifania era la memoria del Battesimo di Gesù, e il suo battesimo è molto importante perché è la prima manifestazione ufficiale del Signore, il modo in cui egli si presenta. Dio ci ha pensato tutta l'eternità come presentarsi, poi èvenuto 30 anni sulla terra, ha osservato bene tutto da vicino, e ha
deciso che andava bene così. E adesso vediamo in che modo gli va bene. Questo brano ci presenta la scelta di Gesù. Cosa è venuto a fare sulla terra. Ed è una miniatura che contiene già tutto il Vangelo. Tutto il seguito del Vangelo sarà uno svolgimento di questo brano, per cui da questo inizio si capisce già quale sarà la fine. All’inizio Gesù si fa battezzare coi peccatori, alla fine è sulla croce tra due malfattori; qui va sott'acqua, là ci va davvero sott'acqua (la sua morte è il suo battesimo); qui si apre il cielo, là si squarcia il velo del tempio; qui lo Spirito scende su di lui, là dà lo Spirito; qui il Padre lo proclama Figlio, là il centurione lo riconosce Figlio di Dio. Ora Dio, dopo essere nato bambino in una mangiatoia per essere mangiato dalle bestie che siamo noi, sceglie di presentarsi con un nome che è tutto un programma: Gesù di Nazaret, dove Gesù vuol dire Dio salva, ma di Nazaret, un paesino sconosciuto dal quale si diceva che non potesse venire nulla di buono, e infatti la Bibbia non ne parla mai. Più avanti sappiamo che faceva il falegname. Quindi il nostro Dio è un uomo, un uomo qualunque, ignoto, oltretutto non sposato, e chissà cosa pensava la gente dato che a 14 anni uno era già sposato, e lui ne aveva già 30, e che fa il falegname. Non dovete pensare ai mobilieri della Brianza, perché anche a quei tempi non era un mestiere sicuro! E qual è la prima cosa che fa? Mettersi in fila coi peccatori facendosi battezzare. Battezzarsi vuol dire andare a fondo, solidale col nostro limite, col nostro peccato. Chi è Dio? È questo. Che patisce con noi tutta la nostra situazione. Essere solidale con uno che è ricco, bravo, buono, intelligente, è semplice. Che uno sia solidale con me, anche dove io non mi voglio, solidale con i miei debiti, con il mio male, col mio egoismo, questo è il vero amore! E non è che Dio facendo così abbia fatto un errore o sia stato un inizio tattico per poi cambiare strategia. No, è andato avanti a fare così fino alla fine. E il fatto che sia solidale con tutti i fratelli è segno che è Figlio perché il Figlio ha lo stesso amore del Padre e il Padre ama tutti. E l'amore si misura dal bisogno: più uno ha bisogno, più lo ama. E allora Gesù proprio conosce il Padre. È il Figlio del Padre, manifesta il Padre proprio così. Provate a pensare all'immagine che abbiamo noi di Dio supremo giudice, che sta in alto, che condanna i peccatori, che premia i bravini, che ha il suo trono, manda ogni tanto qualche fulmine eventualmente, per dire ci sono anch'io, rispettatemi! E questa scelta di Gesù di andare sott'acqua, di solidarietà assoluta è una scelta che fa uscire dall'acqua. L'acqua è simbolo della morte. Cioè: c'è un amore più forte della vita e della morte. Noi gridiamo: Dio vieni giù. E Dio viene giù con lo Spirito che scende su di lui, com’era sceso sulle acque nella creazione. Accade una nuova creazione, nasce il mondo a immagine di Dio dove gli uomini in Gesù possono riconoscere che Dio è Padre, che loro sono figli e fratelli. In forma di colomba, questo animale che sempre canta estate e inverno, e che è simbolo di Dio che notte e giorno canta il suo amore per l’uomo e rende possibile l’amore tra noi. E qui Gesù si manifesta come Cristo, perché il Cristo è colui che porta la pienezza della benedizione di Dio sulla terra, cioè realizza ogni desiderio dell'uomo. E dai cieli viene una voce. Dio non ha volto, non devi farti nessuna immagine di Dio, perché Dio è voce, è Parola. Il volto di Dio è quello del Figlio che ne ascolta la Parola. Quindi la voce del Padre dice: questo è mio Figlio, lui è il mio volto. Il Padre parla pochissimo, solo due volte in tutto il Vangelo: qui nel battesimo per dire: bravo, così va bene, tu sei il mio Figlio; a metà Vangelo lo dice ai discepoli, ascoltate lui, è proprio bravo. Ma è bella questa conferma del Padre che dice: proprio così va bene. Non diversamente. Tu sei mio Figlio perché fai così, non come tutti si aspettano. Voi avete pensato tante malignità su di me, mi avete dipinto in tutti i modi. Ecco io sono questo. Un Padre non tanto per la quale, perché di solito un buon genitore dice ai figli: guardati dalle
cattive compagnie, fa il bravo, cerca di diventare ricco, mentre il Padre dice al Figlio e anche a tutti noi poprio il contrario. Mi piaci perché vai coi cattivi compagni. E infatti è finto male. Ma Dio è questo. Ed è così che ci libera da ogni schiavitù, perché la nostra schiavitù è il nostro egoismo, la nostra incapacità di solidarietà e di amore. Lui facendosi solidale con tutti, addirittura con il nostro male e il nostro peccato, ci libera dal male o, per dirla con le parole di Paolo che abbiamo letto, ci rende vicini a Dio noi che eravamo lontani, realizzando tutto questo nella sua persona e facendoci questo dono nel Battesimo che tutti abbiamo ricevuto, attraverso il quale appunto siamo diventati come Gesù, suoi fratelli, figli del Padre e dimora dello Spirito, uniti tra noi nel suo corpo che è la Chiesa, destinati alla vita eterna, chiamati come figli ad ascoltare la parola del Figlio e a viverla grazie allo Spirito per diventare anche noi, in mezzo agli altri, epifania dello smisurato amore di Dio, non con le parole, ma col nostro modo nuovo di vivere.