Se la Parola di Dio è sempre una bella notizia che
deve riempirci di speranza e di gioia, quella di oggi e che apre il
tempo di Avvento, sembra catastrofica e fatta per metterci paura, e allora vuol dire che dobbiamo interpretarla
bene. Partiamo dalle parole di Isaia. I babilonesi
avevano distrutto Gerusalemme e gli ebrei erano stati portati in
esilio. Poi i babilonesi vengono sconfitti e gli ebrei
tornano ad essere liberi. Per cui Babilonia è il simbolo del male,
del potere dispotico e disumano, contrario a Dio e,
vedendo la sua distruzione, Isaia conclude: Dio è
più forte del
male perché Babilonia viene distrutta. Ecco il giorno del Signore, il momento in cui Dio viene, e quando Dio viene, il
male è sconfitto, la sua ira e il suo sdegno contro
il male si abbattono contro i babilonesi che fuggono pieni di terrore
e così riconoscono il suo potere. E allora non temete, dice Isaia agli ebrei, abbiate fiducia nel Signore, perché chi
compie violenza e opprime gli altri, è destinato al
fallimento, perché la potenza di Dio alla fine esplode su di lui. E
queste stesse cose vengono ridette in forma di preghiera nelle parole del salmo: come si scioglie la cera di fronte al
fuoco, così periscono i malvagi davanti a Dio, padre degli orfani e difensore delle vedove, che fa uscire con gioia i
prigionieri, e allora, Signore, vieni a salvare il
tuo popolo. E con la venuta di Gesù che celebriamo
a Natale, Dio è
venuto a salvare il suo popolo. Però il male continua a imperversare, le ingiustizie continuano ad esserci, catastrofi,
guerre, pestilenze, carestie, persecuzioni continuano senza interruzione, e allora come la mettiamo? Eccoci alla
pagina di vangelo dove Gesù parla appunto di tutte
queste cose che sono quelle capitavano ai suoi tempi, ai tempi di
Isaia, che capitano oggi e che continueranno a capitare fino alla fine del mondo, e la fine del mondo
sarà quando
Gesù ritornerà nella gloria per giudicare i vivi e
i morti, e il suo regno non avrà fine, come diciamo
nel Credo. Ecco,
nel vangelo di oggi, Gesù spiega
perché c’è il male, perché deve accadere, che cos’è
il suo ritorno, cos’è la sua
gloria, in che modo ci giudica, cos’è la salvezza,
chi sono i vivi e chi sono i morti, cosa dobbiamo fare.
E lo dice
anche san Paolo nel brano agli Efesini. E così scopriamo che è davvero bella e non catastrofica la parola di Dio di oggi.
Peccato che se adesso mi metto a spiegare nei dettagli il vangelo e il brano di san Paolo, facciamo notte: spiegherò
bene queste cose a chi verrà lunedì sera all’incontro che facciamo ogni settimana di spiegazione della
Parola di Dio
della domenica. Allora mi limito solo a tirare le fila di questo difficile e lungo discorso di Gesù e
che risponde a tutte
quelle domande. Il male che gli uomini fanno c’è sempre stato e ci sarà sempre perché abbiamo paura della morte,
perché pensiamo che tutto inizia e finisce qui, e così si cerca di accaparrarsi tutto, di salvarsi la
pelle anche uccidendo
gli altri, di star bene il più possibile, di attaccarsi a tutto, di allontanare la morte il più possibile, e le cose più
importanti diventano aver la salute, i soldi, star
bene io, e infatti quando queste cose vengono a mancare, ci si
suicida e si sta male. E perché si ha paura della morte? Perché ci si lascia ingannare, non si crede che Dio è un Padre
che ci ama, che la morte è l’ingresso definitivo nella sua gloria, che la vita è un dono, che gli altri sono fratelli. E
perché il male deve accadere? perché il male è l’occasione per i discepoli di Gesù di fare quello che
ha fatto lui, di
testimoniare che Dio è Padre, e come si testimonia
questo? Vivendo da fratelli, facendo agli altri quello che vorrei
che gli altri facessero a me. Allora non ci sarà nessuno che muore di fame, se non cerchiamo di fare soldi sulle spalle
degli altri le case verranno costruite bene così da
non crollare per un terremoto o da non essere inondate dall’acqua,
e così via. Ma vivendo così uno viene ammazzato. Si, risponde Gesù, come è capitato a me. Vi taglieranno la testa,
ma neanche un capello del vostro capo perirà, perché chi da la vita per amore, non la perde, ma ce l’ha per sempre.
Di qualcosa tutti dobbiamo morire, anche se non andiamo a cercarcela, perché è così. Cercate di non morire perché
avete pensato solo a voi stessi e non avete vissuto
nell’amore. La gloria di Dio è il suo amore che tutti perdona
perché tutti abbiamo a convertirci. Il giorno del Signore, la sua venuta alla fine dei tempi sarà quando il tempo dei
pagani sarà compiuto. Chi sono i pagani? Quelli che
non vivono da figli e da fratelli. Finchè tutti non vivranno così,
Cristo non viene, e vedendo come vanno le cose, possiamo allora stare certi che più vanno male, più si
allontana il
tempo del suo ritorno, perché Dio è talmente paziente che più vede che ci scanniamo, più ci prolunga i
tempi perché
impariamo ad amarci come vuole lui, e alla fine la
vince Lui. Ma nello stesso tempo Gesù continua a venire
ogniqualvolta noi viviamo non come pagani, ma come
figli e fratelli. Ecco il giudizio di Dio: il Padre
giudica i vivi e i
morti come suoi figli, e Gesù il Figlio ci giudica
come fratelli. E questo giudizio fa vivere i morti
perché li immette
nell’abbraccio del Padre, fa vivere noi che siamo morti se non capiamo queste cose, e porta alla morte
chi queste
cose non le capisce e continua a vivere come se non
sapesse chi è suo Padre, cioè come un bastardo.