domenica 1 novembre 2015

TUTTI I SANTI 2015

Proviamo a chiarire un po’ di cose. Prima di tutto cosa vuol dire santo. ‘Santo’ significa ‘separato’, ‘diverso’ dagli altri. E santo è l’attributo principale di Dio, perché chi è più diverso di tutti se non Dio? Dio, per noi cristiani, è tre volte santo, come cantiamo in ogni messa: santo, santo, santo, santo il Padre, santo il Figlio, santo lo Spirito santo, appunto. Di conseguenza, l’aggettivo santo riferito agli
uomini, fa diventare i santi uomini e donne diversi da tutti perché di fatto assomigliano a Dio nel loro modo di vivere. Ora, questa idea di santità può essere rischiosa perché ci porta a pensare che la santità riguarda solo alcune persone, le più brave, infatti molte volte si dice: io non mica un santo! Oppure: Dio, che è santo, perdona, io che non lo sono, no! Quindi, questa idea può portare a sentire Dio lontano, irraggiungibile, troppo diverso da me, e quindi che non c’entra con la mia vita, oppure talmente perfetto che da Lui ci aspetteremmo ogni momento i miracoli che appunto solo Dio può fare. Io non sono mica Dio! Ecco, vedete, questo modo di intendere la santità è molto sbagliato, perché è esattamente il contrario di quello che Gesù ci ha insegnato. Gesù ci ha fatto vedere che Dio, il sommamente santo e diverso da noi, cosa ha fatto? Ha fatto diventare questa diversità da noi un motivo di comunione, a tal punto da diventare uno di noi, in Gesù. E, come dice san Paolo ai Romani nella lettura di oggi, Dio Padre ha predestinato anche noi ad essere conformi all’immagine del Figlio suo. Cioè, Dio si è fatto uomo in Gesù perché vuole che noi diventiamo come Gesù, e quindi perché diventiamo santi come Dio. Chi? Tutti, proprio tutti. Vidi una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua, scrive il libro dell’Apocalisse, come abbiamo letto. 144.000, cioè 12x12x1000, dove il 12 corrisponde alle tribù d’Israele e 1000 indica un numero infinito, per cui 144.000 simboleggia tutta l’umanità, perché tutti siamo figli di un unico Dio, e Dio vuole che tutti diventiamo santi come Lui, perché se diventiamo come Lui abbiamo la sua vita, la vita eterna. Ma come si fa? Diciamo noi. Eh già, Gesù è Gesù, io non sono mica lui. Questo è appunto l’errore, perché pensiamo Gesù, e quindi Dio, come talmente distante da noi, che quindi ha dei poteri che noi non abbiamo, e lo stesso facciamo della Madonna e di tutti i santi. Errore madornale. Perché appunto distruggiamo il senso del cristianesimo, nel senso che allora Gesù è venuto per niente. Gesù è venuto a rivelarci chi è Dio, a farci smettere di considerare Dio lontano, e insegnarci come fare per diventare come lui e a darcene la forza. Già, a darcene la forza, perché altrimenti certo che sarebbe impossibile. E questa forza è lo Spirito santo, dato a tutti, il suo spirito, lo spirito del Figlio, che ci fa capire che Dio è Padre e ci rende fratelli. Questo è il segreto per diventare santi. Siate perfetti come è perfetto il Padre mio, dice Gesù, e in un altro passo spiega cosa vuol dire diventare perfetti come il Padre, quando dice: siate misericordiosi come il Padre. Ecco come si fa a diventare santi come Dio, vivendo la misericordia verso gli altri che Dio per primo, in Gesù, ha verso di noi. Dall’amore di Dio ci separano tutte le nostre paure ed egoismi, ma dall’amore di Dio per noi, diceva sempre san Paolo nella lettura di oggi, non ci separa nulla, ed è il suo amore a rendere possibile l’impossibile. I santi lo hanno capito e pregano per noi per farci l’unica grazia che dobbiamo chiedergli, che non è né la salute, né il benessere, né la tranquillità, ma di vivere come loro che hanno vissuto come Gesù, e Gesù ha vissuto secondo le beatitudini che abbiamo ascoltato. Non ha vissuto tranquillo, ma perseguitato, perché chi fa il bene è perseguit to; ha pianto, ma sentiva la consolazione di Dio; era mite, non prepotente, misericordioso, capace cioè di prendere su di sé il male dell’altro, non di restituirlo; affamato e assetato di giustizia, della giustizia di Dio, che è l’amore che perdona; capace di portare pace perché per primo aveva in sé la pace nel cuore. E questo perché? Perché era puro di cuore, cioè aveva un cuore purificato dalle false immagini di Dio. Era cioè povero di spirito, aveva lo spirito del povero, che sa che tutto riceve, che tutto è dono, che Dio è Padre, che noi siamo figli amati. E dunque beato. E questo deve diventare il programma della nostra vita, l’unico programma che ci permette di non buttarla via e di vivere in modo divino pur restando uomini. Il problema è semmai che ci sembra un programma da stupidi. Basti vedere le discussioni in questi giorni in televisioni su quell’uomo che ha ammazzato il ladro entrato in casa sua. Se entri in casa mia ti ammazzo. Un conto è difendersi, un altro è ammazzare perché tu comunque sei entrato in casa mia. Cosa c entra questo modo di ragionare con l’essere poveri di spirito, miti, misericordiosi, operatori di pace e di giustizia secondo il vangelo? Niente. Ma magari è fatto da gente cristiana che va anche in chiesa. Perché? Perché fare come ha detto Gesù non è che sia impossibile, ma è conside rato roba da stupidi. Conclusione: anche Gesù era uno stupido, e con lui tutti i santi. Forse è per questo che dire che è impossibile vivere come ha detto Gesù è una giustificazione per dire: non mi ci metto neanche, perché è da stupidi. Eh, il santo o è quello che ha capito tutto, o è un cretino. Il problema, e questa è una domanda che ognuno di noi de e farsi, è come la penso io che anche oggi sono qui in chiesa.