La festa dell’Immacolata di quest’anno ha un sapore
tutto particolare perché oggi si apre il Giubileo
straordinario
indetto dal Papa. Cerchiamo di capire anzitutto cos
a significa Giubileo, cos’è il giubileo, poi che ti
po di giubileo è
quello voluto da Papa Francesco e infine perché ha
scelto proprio questa data per incominciarlo. Anzit
utto cos’è il
giubileo. Lo dice la parola stessa, giubilo, gioia,
è
dunque un momento di gioia, che dura un anno. La
sua origine è
ebraica. Il terzo comandamento dice: santifica il s
abato, il giorno di sabato riposa per godere di que
llo che hai fatto
durante la settimana, per ringraziare il Signore, p
er non essere schiavo del lavoro, per vivere bene i
l tuo rapporto con
te stesso e con gli altri. E ogni sette anni il sab
ato doveva durare un anno, un anno sabbatico, dove
a riposare doveva
essere anche la terra coltivata per renderla più fo
rte, e inoltre le terre confiscate dovevano essere
restituite, perché
non ci deve essere chi è troppo ricco e chi è tropp
o povero, andavano condonati i debiti di tutti perc
hé davanti a Dio
siamo tutti debitori, gli schiavi dovevano essere l
iberati come Dio aveva liberato Israele dall’Egitto
. E ogni 50 anni
questo anno sabbatico si doveva fare in modo solenn
e e si chiamava Giubileo. Quando Gesù inizia il suo
ministero,
dice: con me è iniziato il vero Giubileo che non ha
fine perché io sono venuto ad annunciare la bella
notizia del
vangelo ai poveri, e poveri siete tutti perché tutt
i avete bisogno di Dio e questa bella notizia non v
i fa essere più
ciechi, vi fa risorgere, non vi fa più avere paura
della morte, non vi essere più schiavi di niente, p
erché la bella notizia
è che Dio è un Padre che vi ama, che voi siete suoi
figli e dovete vivere come fratelli: per questo Di
o vi ama
continuando a perdonarvi quando non vivete così, pe
rché vuole la vostra gioia. Ecco, la Chiesa, ogni 5
0 anni,
propone un Giubileo per proclamare con maggior forz
a questa bella notizia. Non c’è bisogno di un Giubi
leo per fare
questo, perché questo è l’annuncio del vangelo che
viene sempre fatto tutti i giorni, ma è bello che c
i sia un anno
intero in cui continuare a ripetere questa cosa, pe
rché siamo duri di comprendonia, e quindi impariamo
davvero a
cambiare quelle cose che non vanno bene, il nostro
modo sbagliato di pensare e di vivere. Poi però ci
sono dei
giubilei straordinari decisi dal Papa. L’ultimo fu
nel 2000 indetto da Giovanni Paolo II per ricordare
i duemila anni
della nascita di Gesù e adesso, dopo soli 15 anni,
papa Francesco ne ha indetto un altro e ha voluto c
he cominciasse
oggi perché esattamente 50 anni fa si concluse il C
oncilio Vaticano II che fu importantissimo. Chi com
e me è nato
dopo il Concilio forse non se ne rende conto, ma ch
i è più vecchio e ha vissuto prima del Concilio lo
sa quante cose
sono cambiate nella Chiesa da allora, e sono ancora
tante le cose che devono cambiare in meglio. Il Co
ncilio voleva
una Chiesa capace, come diceva papa Giovanni XXIII
che lo iniziò, a usare sempre con tutti la medicina
della
misericordia e non del rigore, essere madre amorevo
lissima di tutti, benigna, paziente, mossa da miser
icordia e da
bontà verso i figli da lei separati, e Paolo VI che
concluse il concilio disse che lo stile della Chie
sa nel mondo deve
essere quello del buon samaritano. Ed è quello che
continua a ripetere papa Francesco. E non a caso la
bolla di
indizione del Giubileo si intitola Misericordiae vu
ltus, il volto della misericordia, e infatti cominc
ia con queste parole:
Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre
. E dice, tra le altre cose, che la misericordia è
la via che unisce Dio
con l’uomo, che l’onnipotenza di Dio si esprime non
giustiziando i cattivi, ma perdonandoli perché div
entino buoni, e
che per imparare ad essere misericordiosi come il P
adre dobbiamo imparare a riconoscere che i cattivi
non sono solo
gli altri, ma io per primo, e se Dio perdona e non
distrugge me, io devo fare la stessa cosa. Tutta la
vita è un
pellegrinaggio perché vuol dire che camminiamo vers
o una meta, e questa meta è il Paradiso, l’incontro
con Dio
dopo la morte, ma Dio viene adesso, mi vuole incont
rare adesso per trasformarmi ora, e quindi il pelle
grinaggio non
è tanto andare a Roma o in qualche basilica qui vic
ino, anche, ma se questa cosa esteriore viene vissu
ta come
cammino interiore, un cammino di purificazione, ci
conversione, appunto perché imparare a vivere come
Gesù,
diventando anche noi come Lui misericordiosi come i
l Padre, non è scontato, lo sappiamo bene tutti, è
il cammino
della vita, è lo scopo della vita, e per raggiunger
lo dobbiamo continuamente lasciarci penetrare fin n
el midollo dalla
bella notizia dell’amore di Dio per noi perché più
imparo a sentirmi amato più imparo ad amare come Ge
sù, e qual è
il momento più bello nel quale sperimentare la mise
ricordia di Dio se non quello del sacramento della
Riconciliazione? E infine un’ultima cosa. Il Papa h
a voluto che cominciasse oggi non solo perché cinqu
ant’anni fa finì
il Concilio, ma perché oggi, come cinquant’anni fa,
è la festa dell’Immacolata. E perché? Guardiamo Ma
ria e
scopriamo il perché. Immacolata concezione vuol dir
e che Maria è stata concepita senza peccato origina
le. Il peccato
originale col quale tutti nasciamo che cos’è? è cre
dere, come Adamo ed Eva, e Adamo ed Eva non sono il
primo
uomo e la prima donna, ma siamo noi, che Dio è un n
emico, che Dio è lontano, che Dio non ci vuole bene
, che da Dio
dobbiamo scappare, che dobbiamo fare di testa nostr
a senza ascoltare lui. Gesù ci libera da questo pec
cato perché
col Battesimo ci fa vedere che non è così, che Dio
è un Padre che ci ama e che noi dobbiamo vivere com
e Figli, come
ha fatto Gesù. San Paolo, lo abbiamo letto, dice ch
e il disegno, il desiderio, la volontà di Dio, da s
empre, per ciascuno
di noi, è che noi siamo così e viviamo così. Così c
ome? Come Gesù. Ed è quello che ha fatto Maria. Mar
ia ha avuto il
privilegio, il dono da Dio, di capire questa fin da
lla sua nascita perché doveva partorire Gesù, solo
per questo. Ma
non è stata più fortunata di noi che siamo più duri
di comprendonia, perché io posso anche nascere bel
lissimo e poi,
liberamente, autodistruggermi, e quindi anche Maria
non era un robot, ma liberissima di rispondere all
’amore con
l’amore o di rispondere all’amore rifiutandolo, esa
ttamente come noi. Lei non l’ha fatto, e la Chiesa
ce la mette
davanti come esempio da imitare, perché anche noi f
acciamo come lei, e come colei da invocare perché c
i aiuti a
fare come lei. Questo dobbiamo chiedere a Maria sen
za stancarci. Di vivere questo giubileo come anno d
i grazia,
come anno cioè in cui scoprire che anche noi come M
aria siamo pieni di grazia, che il Signore è con no
i, e quindi
lasciarci trasformare dalla sua misericordia e dive
ntare così misericordiosi come il Padre.