martedì 8 dicembre 2015

IMMACOLATA CONCEZIONE

La festa dell’Immacolata di quest’anno ha un sapore tutto particolare perché oggi si apre il Giubileo straordinario indetto dal Papa. Cerchiamo di capire anzitutto cos a significa Giubileo, cos’è il giubileo, poi che ti po di giubileo è quello voluto da Papa Francesco e infine perché ha scelto proprio questa data per incominciarlo. Anzit utto cos’è il giubileo. Lo dice la parola stessa, giubilo, gioia, è
dunque un momento di gioia, che dura un anno. La sua origine è ebraica. Il terzo comandamento dice: santifica il s abato, il giorno di sabato riposa per godere di que llo che hai fatto durante la settimana, per ringraziare il Signore, p er non essere schiavo del lavoro, per vivere bene i l tuo rapporto con te stesso e con gli altri. E ogni sette anni il sab ato doveva durare un anno, un anno sabbatico, dove a riposare doveva essere anche la terra coltivata per renderla più fo rte, e inoltre le terre confiscate dovevano essere restituite, perché non ci deve essere chi è troppo ricco e chi è tropp o povero, andavano condonati i debiti di tutti perc hé davanti a Dio siamo tutti debitori, gli schiavi dovevano essere l iberati come Dio aveva liberato Israele dall’Egitto . E ogni 50 anni questo anno sabbatico si doveva fare in modo solenn e e si chiamava Giubileo. Quando Gesù inizia il suo ministero, dice: con me è iniziato il vero Giubileo che non ha fine perché io sono venuto ad annunciare la bella notizia del vangelo ai poveri, e poveri siete tutti perché tutt i avete bisogno di Dio e questa bella notizia non v i fa essere più ciechi, vi fa risorgere, non vi fa più avere paura della morte, non vi essere più schiavi di niente, p erché la bella notizia è che Dio è un Padre che vi ama, che voi siete suoi figli e dovete vivere come fratelli: per questo Di o vi ama continuando a perdonarvi quando non vivete così, pe rché vuole la vostra gioia. Ecco, la Chiesa, ogni 5 0 anni, propone un Giubileo per proclamare con maggior forz a questa bella notizia. Non c’è bisogno di un Giubi leo per fare questo, perché questo è l’annuncio del vangelo che viene sempre fatto tutti i giorni, ma è bello che c i sia un anno intero in cui continuare a ripetere questa cosa, pe rché siamo duri di comprendonia, e quindi impariamo davvero a cambiare quelle cose che non vanno bene, il nostro modo sbagliato di pensare e di vivere. Poi però ci sono dei giubilei straordinari decisi dal Papa. L’ultimo fu nel 2000 indetto da Giovanni Paolo II per ricordare i duemila anni della nascita di Gesù e adesso, dopo soli 15 anni, papa Francesco ne ha indetto un altro e ha voluto c he cominciasse oggi perché esattamente 50 anni fa si concluse il C oncilio Vaticano II che fu importantissimo. Chi com e me è nato dopo il Concilio forse non se ne rende conto, ma ch i è più vecchio e ha vissuto prima del Concilio lo sa quante cose sono cambiate nella Chiesa da allora, e sono ancora tante le cose che devono cambiare in meglio. Il Co ncilio voleva una Chiesa capace, come diceva papa Giovanni XXIII che lo iniziò, a usare sempre con tutti la medicina della misericordia e non del rigore, essere madre amorevo lissima di tutti, benigna, paziente, mossa da miser icordia e da bontà verso i figli da lei separati, e Paolo VI che concluse il concilio disse che lo stile della Chie sa nel mondo deve essere quello del buon samaritano. Ed è quello che continua a ripetere papa Francesco. E non a caso la bolla di indizione del Giubileo si intitola Misericordiae vu ltus, il volto della misericordia, e infatti cominc ia con queste parole: Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre . E dice, tra le altre cose, che la misericordia è la via che unisce Dio con l’uomo, che l’onnipotenza di Dio si esprime non giustiziando i cattivi, ma perdonandoli perché div entino buoni, e che per imparare ad essere misericordiosi come il P adre dobbiamo imparare a riconoscere che i cattivi non sono solo gli altri, ma io per primo, e se Dio perdona e non distrugge me, io devo fare la stessa cosa. Tutta la vita è un pellegrinaggio perché vuol dire che camminiamo vers o una meta, e questa meta è il Paradiso, l’incontro con Dio dopo la morte, ma Dio viene adesso, mi vuole incont rare adesso per trasformarmi ora, e quindi il pelle grinaggio non è tanto andare a Roma o in qualche basilica qui vic ino, anche, ma se questa cosa esteriore viene vissu ta come cammino interiore, un cammino di purificazione, ci conversione, appunto perché imparare a vivere come Gesù, diventando anche noi come Lui misericordiosi come i l Padre, non è scontato, lo sappiamo bene tutti, è il cammino della vita, è lo scopo della vita, e per raggiunger lo dobbiamo continuamente lasciarci penetrare fin n el midollo dalla bella notizia dell’amore di Dio per noi perché più imparo a sentirmi amato più imparo ad amare come Ge sù, e qual è il momento più bello nel quale sperimentare la mise ricordia di Dio se non quello del sacramento della Riconciliazione? E infine un’ultima cosa. Il Papa h a voluto che cominciasse oggi non solo perché cinqu ant’anni fa finì il Concilio, ma perché oggi, come cinquant’anni fa, è la festa dell’Immacolata. E perché? Guardiamo Ma ria e scopriamo il perché. Immacolata concezione vuol dir e che Maria è stata concepita senza peccato origina le. Il peccato originale col quale tutti nasciamo che cos’è? è cre dere, come Adamo ed Eva, e Adamo ed Eva non sono il primo uomo e la prima donna, ma siamo noi, che Dio è un n emico, che Dio è lontano, che Dio non ci vuole bene , che da Dio dobbiamo scappare, che dobbiamo fare di testa nostr a senza ascoltare lui. Gesù ci libera da questo pec cato perché col Battesimo ci fa vedere che non è così, che Dio è un Padre che ci ama e che noi dobbiamo vivere com e Figli, come ha fatto Gesù. San Paolo, lo abbiamo letto, dice ch e il disegno, il desiderio, la volontà di Dio, da s empre, per ciascuno di noi, è che noi siamo così e viviamo così. Così c ome? Come Gesù. Ed è quello che ha fatto Maria. Mar ia ha avuto il privilegio, il dono da Dio, di capire questa fin da lla sua nascita perché doveva partorire Gesù, solo per questo. Ma non è stata più fortunata di noi che siamo più duri di comprendonia, perché io posso anche nascere bel lissimo e poi, liberamente, autodistruggermi, e quindi anche Maria non era un robot, ma liberissima di rispondere all ’amore con l’amore o di rispondere all’amore rifiutandolo, esa ttamente come noi. Lei non l’ha fatto, e la Chiesa ce la mette davanti come esempio da imitare, perché anche noi f acciamo come lei, e come colei da invocare perché c i aiuti a fare come lei. Questo dobbiamo chiedere a Maria sen za stancarci. Di vivere questo giubileo come anno d i grazia, come anno cioè in cui scoprire che anche noi come M aria siamo pieni di grazia, che il Signore è con no i, e quindi lasciarci trasformare dalla sua misericordia e dive ntare così misericordiosi come il Padre.