Ripercorriamo insieme le letture di oggi, lunghissi
me, ma splendide e ricche di significati, perché al
trimenti abbiamo
perso quasi un quarto d’ora a sentire tante parole
inutilmente, annoiandoci e basta, come capita a scu
ola. E voglio
partire proprio dalla prima lettura che si collega
a quanto ho appena detto, perché lì si parlava prop
rio delle parole,
anzi, della Parola, la Parola di Dio. Ascolta Israe
le.
Noi l’abbiamo ascoltata? Ascoltare vuol dire as
similare, non farla
entrare in un orecchio e uscire dall’altro. Questa
Parola bisogna farla entrare nel cuore e insegnarla
ai figli. Cari
genitori, per farlo dovete allora ascoltarla e cono
scerla voi, altrimenti come fate? Ma perché è così
importante fare
questo? Diceva il Deuteronomio: perché se ascoltate
la Parola di Dio e la mettete in pratica, se state
uniti al Signore,
sconfiggerete i vostri nemici, diventerete padroni
di tutta la terra, diffonderete paura e terrore, sa
rete benedetti,
altrimenti sarete maledetti. Cavolo! Chi ha manie d
i grandezza è accontentato. Se ascolto e osservo la
Parola di Dio,
spacco il mondo! Però è strano. Perché poi uno legg
e quello che dice san Paolo ai Galati e cosa scopre
? Che la Parola
di Dio che ci ha detto Gesù è correggere con dolcez
za chi sbaglia, portare i pesi degli altri come se
fossimo degli asini,
non vantarsi davanti a nessuno, condividere i propr
i beni, non stancarsi di fare il bene verso tutti.
E allora come la
mettiamo? Altro che spaccare il mondo. Invece no. È
spaccare il mondo davvero. Perché se io vivo segue
ndo la
Parola di Gesù che mi dice di amare anche i nemici,
metto paura e terrore a tutti, perché chi fa il be
ne fa più paura di
chi fa il male, perché uno non se lo aspetta. Uno s
i aspetta che al male ricevuto si risponda facendo
ancora più male.
Invece io rispondo facendo il bene come Gesù sulla
croce che perdona chi lo sta ammazzando. Se faccio
il bene
davvero verrò benedetto, altrimenti tutti mi maledi
ranno. Ecco cos’è l’acqua viva che Gesù vuol dare a
lla donna
samaritana: è l’amore che unisce il Padre e il Figl
io, e questo amore è lo Spirito santo. È vero che a
ll’inizio Gesù le
dice: ho sete. Ma glielo dice per dire che Dio ha s
ete di donare questo amore a ciascuno di noi. Tutti
noi abbiamo
sete, senza acqua moriamo, e quando abbiamo sete de
sideriamo bere. Ma c’è una sete più profonda, che n
on è del
corpo, ma dell’anima, che è la sete d’amore, di ess
ere amati e di amare, perché questa cosa ci rende f
elici. La sete di
felicità. La samaritana all’inizio non capisce, fra
intende, pensa che Gesù la voglia corteggiare. E in
un certo senso è
vero. Gesù la chiama donna, e donna vuol dire sposa
. La scena si svolge al pozzo di Giacobbe presso il
quale la Bibbia
racconta episodi dove c’erano stati dei corteggiame
nti. E quella donna che aveva avuto sei uomini anco
ra non aveva
trovato l’amore, la felicità. Quella donna sono io,
siamo noi, assetati di gioia, e Gesù ci corteggia
perché vuole amarci
come uno sposo ama la sua sposa, vuole darci quell’
acqua che è la sua Parola, quell’acqua che è il suo
Spirito
d’amore, per farci vivere bene la vita, per farci s
paccare il mondo. La donna non conosce quest’acqua,
come i
discepoli dopo dimostrano di non conoscere il pane
di cui vive Gesù, che è fare la volontà di Dio, e l
a volontà di Dio
portare il cibo ai fratelli, è perdonare, servire,
prendersi cura. Questo vuol dire adorare il Padre i
n spirito e verità. Lo
spirito di Gesù che abbiamo ricevuto ci fa sentire
la stessa cosa che sentiva Gesù: che noi siamo figl
i di un Dio che ci
ama e che vuole che spacchiamo il mondo amando come
Gesù. Questa è la verità: che noi siamo figli e fr
atelli. I veri
adoratori di Dio siamo noi se sentendoci figli amat
i impariamo ad amare. Bene, tutte queste cose sono
talmente
importanti, che Gesù ci ha detto: quando pregate, c
hiedete queste cose, e vi saranno date. Chiedetele,
perché se le
chiedete vuol dire che le desiderate. E ci ha inseg
nato pure le parole da dire, quelle del Padre nostr
o, si, proprio
quelle che noi ripetiamo velocemente come una filas
trocca senza nemmeno renderci conto di quello che s
tiamo
chiedendo, e così non lo otteniamo, e mettendoci in
vece a chiedere al Signore quello che Gesù non ci h
a detto di
chiedere, e così non otteniamo nemmeno quello, e re
stiamo disgraziati, cioè senza grazia. Nel Padre no
stro noi
chiediamo a Dio esattamente tutte le cose di cui pa
rlavano le letture di oggi e che ho cercato di spie
gare. Dio, tu sei
nostro Padre, non solo mio, ma di tutti, anche di q
uelli che non sopporto e che escludo. Sia santifica
to il tuo nome,
fammi diventare cioè un tuo adoratore, così che tut
ti capiscano che tu sei un Padre che ci ama, e tutt
i lo capiscono
se io li amo come miei fratelli. Allora venga il tu
o regno che un regno di pace, di giustizia e di amo
re. Sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra, perché la tua
volontà è che noi siamo felici imparando su questa
terra a sentirci
amati da te e amando gli altri fratelli come in cie
lo vi amate tu e Gesù. E dunque dai a tutti il pane
quotidiano, e se
questo cibo è fare la tua volontà e la tua volontà
è amarci come tu ami noi, vuol dire aiutaci ogni gi
orno a vivere così
seguendo il tuo spirito. E allora perdona le nostre
colpe perché noi sentendoci perdonati impariamo a
perdonare gli
altri. Non abbandonarci quando siamo tentati di far
e diversamente. Piuttosto liberaci dal potere del m
ale che vuole
dominarci. E così sia. Ecco, quando noi diciamo e r
ipeteremo tra poco il Padre nostro, lo preghiamo co
sì?