domenica 14 febbraio 2016

PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA

 La parola Quaresima significa “quarantesimo giorno” , e si riferisce ai 40 giorni che precedono la Pasq ua. La Quaresima nacque come tempo nel quale gli adulti ch e volevano diventare cristiani si preparavano a ric evere il Battesimo e gli altri sacramenti la notte di Pasqua . Il numero 40 nella Bibbia si riferisce agli anni trascorsi nel deserto da Israele, e per noi cristiani ai 40 giorni passat i da
Gesù nel deserto, ed è un numero che indica la durata della vita, che a quei tempi aveva una media di quarant’anni. Q uindi i 40 giorni di Quaresima rappresentano la nos tra vita. E cosa succede nella nostra vita? Quello che è succes so a Gesù. Gesù è appena stato battezzato, ha ricev uto lo Spirito santo, sa di essere Figlio di un Padre che lo ama, e lo Spirito lo porta nel deserto che è un luogo di prova, e infatti viene portato per essere tentato dal satana. Dobbia mo smetterla di pensare al diavolo come all’omino r osso con le corna. Diavolo vuol dire divisore, che ci vuole div idere da Dio. Satana vuol dire accusatore perché qu ando ci siamo allontanati da Dio ci accusa dei nostri peccati e c i fa credere che Dio non ci voglia più bene. E nei vangeli Gesù chiama satana non degli omini rossi, ma alcune persone ben precise quando gli proponevano di cambiare strada, come per esempio Pietro. Allora cosa vuol dire tutto questo? La Quaresima vuol aiutarci a capire che noi siamo chiamati a vivere la nostra vita ricordandoci di essere battez zati, che siamo figli di un Dio che è Padre e che c i ama, che siamo fratelli di Gesù e che dobbiamo amare gli altri com e Gesù, e lo Spirito santo dentro di noi ce lo rico rda, ci da la forza, la speranza in mezzo alle croci e di fronte alla mo rte, la fiducia nell’amore del Signore quando ci al lontaniamo da Lui. Ma cosa succede? Che la vita è un deserto, un tempo di prova. Ogni giorno viviamo tante situazioni che ci mettono alla prova, che ci tentano per vedere se ci crediam o o meno in queste cose, se viviamo o meno come bat tezzati. Le tentazioni fanno parte del nostro cammino, e sono t utti i pensieri che abbiamo nella testa e che ci ve ngono messi in testa non da Dio e dalla sua Parola, ma dalle parol e degli altri. E Gesù nel Padre nostro non ci ha de tto di chiedere a Dio di togliercele, ma di aiutarci a superarle, di vincerle, e quando non riusciamo, di capire che Dio ci perdona. Insomma, la Quaresima simboleggia tutta la nostra v ita nella quale siamo chiamati a vivere a vivere da battezzati e tentati di vivere invece da sbattezzati. E quali so no queste tentazioni? Sono quelle che Gesù stesso h a incontrato nella sua vita e che in questo vangelo vengono rias sunte in tre. Gesù ebbe fame. La fame esprime il bi sogno e quindi tutti i nostri bisogni. Ma ci sono modi diversi di soddisfare i nostri bisogni, o in modo diabolico, o come Gesù, da figli di Dio. Il primo bisogno è quello animale: mangiare per vivere, quindi possedere le cose. Io posso sod disfarlo trasformando anche le pietre in pane, cioè fare tut to per star bene io e chi se frega degli altri. Ecc o la prima tentazione. E invece: non di solo pane vivrà l’uomo , ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Se ascolto questa Parola capisco che io sono figlio, gli altri sono m iei fratelli, quindi che non ci sono solo io, ma an che gli altri, e allora questo pane deve essere per tutti. Il secondo bisog no è avere bisogno di Dio. Giusto. Ma Dio può esser e colui che è al mio servizio, che fa quello tutto quello che gli chiedo, anche le cose più mirabolanti, il Dio dei miracoli che cercano tutti: non amo Dio per quello che è, ma per quello che mi dà: gettati giù dal tempio, il Signore verrà a salvarti. Fai quello che vuoi, se Dio è Dio ti ripara da ogni mal e. Ecco la seconda tentazione. E invece: non metter e alla prova il Signore. Cioè. Il bisogno di Dio è giusto, ma non p erché Lui deve soddisfare le nostre richieste, ma p erché senza il suo amore, la sua Parola, il suo perdono, il suo Spirit o non posso vivere bene la mia vita. Noi gli diciam o sempre: “Ascoltaci, o Signore!”, e invece dovremmo dirgli: “Fa’ che ti ascoltiamo, o Signore!”. Non dobbiamo i ngraziarcelo e piegarlo ai nostri interessi, comprandolo, perché l ui ci ama. E infine il terzo bisogno, quello del po tere. Il potere è un dono che ci è dato ed esprime la nostra libertà: io posso. Ma tutto ciò che voglio e che posso è giust o che lo faccia? Io voglio che tutti siano come dico io, che tutti s iano al mio servizio, per cui divento possessivo, e goista, cattivo. Questa è la terza tentazione: prostrati a me e avra i tutti i regni del mondo. E Gesù risponde: solo Di o va adorato, perché adorare Dio vuol dire imparare a vivere il p otere nella logica dell’amore, usare il potere per servire e non per essere serviti. Vedete come le tentazioni ci fanno capire che siamo liberi e che possiamo sempre scegl iere come vivere e cosa fare e quindi ci mettono alla prova p er vedere in cosa crediamo veramente, come davvero vogliamo vivere la vita e il rapporto con le cose, con gli a ltri e con Dio, come battezzati o sbattezzati. Il s atana, o diavolo, rappresenta la tentazione di vivere non col pensier o e lo spirito di Cristo, ma al contrario, perché c i fa pensare che Dio sia cattivo, giudice, nemico, che la vita non a bbia senso, che gli altri sono solo avversari da co mbattere o da possedere. Cristo lo caccia: vattene satana! perché ci fa vedere le cose in modo nuovo. E allora anche il digiuno di Gesù e il digiuno di cui parlava nella lettura il p rofeta Gioele e che è da sempre un punto cardine de lla Quaresima, è il digiuno dal compiere il male verso il fratello, è n on mangiare gli altri, ma diventare come Gesù eucar is8a, farsi mangiare dagli altri, diventare noi pane che si spe zza e vino che dà gioia e vita agli altri. Oppure, per dirla con le parole di Paolo nel brano ai Corinzi: astenersi da ciò che nuoce. E non solo dal cibo che ci fa divent are grassi. Ma da quelle scelte che non ci fanno vivere come figli e fratelli.