La parola Quaresima significa “quarantesimo giorno”
, e si riferisce ai 40 giorni che precedono la Pasq
ua. La
Quaresima nacque come tempo nel quale gli adulti ch
e volevano diventare cristiani si preparavano a ric
evere il
Battesimo e gli altri sacramenti la notte di Pasqua
. Il numero 40 nella Bibbia si riferisce agli anni
trascorsi nel deserto
da Israele, e per noi cristiani ai 40 giorni passat
i da
Gesù nel deserto, ed è un numero che indica la
durata della vita,
che a quei tempi aveva una media di quarant’anni. Q
uindi i 40 giorni di Quaresima rappresentano la nos
tra vita. E
cosa succede nella nostra vita? Quello che è succes
so a Gesù. Gesù è appena stato battezzato, ha ricev
uto lo Spirito
santo, sa di essere Figlio di un Padre che lo ama,
e lo Spirito lo porta nel deserto che è un luogo di
prova, e infatti
viene portato per essere tentato dal satana. Dobbia
mo smetterla di pensare al diavolo come all’omino r
osso con le
corna. Diavolo vuol dire divisore, che ci vuole div
idere da Dio. Satana vuol dire accusatore perché qu
ando ci siamo
allontanati da Dio ci accusa dei nostri peccati e c
i fa credere che Dio non ci voglia più bene. E nei
vangeli Gesù chiama
satana non degli omini rossi, ma alcune persone ben
precise quando gli proponevano di cambiare strada,
come per
esempio Pietro. Allora cosa vuol dire tutto questo?
La Quaresima vuol aiutarci a capire che noi siamo
chiamati a
vivere la nostra vita ricordandoci di essere battez
zati, che siamo figli di un Dio che è Padre e che c
i ama, che siamo
fratelli di Gesù e che dobbiamo amare gli altri com
e Gesù, e lo Spirito santo dentro di noi ce lo rico
rda, ci da la forza,
la speranza in mezzo alle croci e di fronte alla mo
rte, la fiducia nell’amore del Signore quando ci al
lontaniamo da Lui.
Ma cosa succede? Che la vita è un deserto, un tempo
di prova. Ogni giorno viviamo tante situazioni che
ci mettono
alla prova, che ci tentano per vedere se ci crediam
o o meno in queste cose, se viviamo o meno come bat
tezzati. Le
tentazioni fanno parte del nostro cammino, e sono t
utti i pensieri che abbiamo nella testa e che ci ve
ngono messi in
testa non da Dio e dalla sua Parola, ma dalle parol
e degli altri. E Gesù nel Padre nostro non ci ha de
tto di chiedere a
Dio di togliercele, ma di aiutarci a superarle, di
vincerle, e quando non riusciamo, di capire che Dio
ci perdona.
Insomma, la Quaresima simboleggia tutta la nostra v
ita nella quale siamo chiamati a vivere a vivere da
battezzati e
tentati di vivere invece da sbattezzati. E quali so
no queste tentazioni? Sono quelle che Gesù stesso h
a incontrato
nella sua vita e che in questo vangelo vengono rias
sunte in tre. Gesù ebbe fame. La fame esprime il bi
sogno e quindi
tutti i nostri bisogni. Ma ci sono modi diversi di
soddisfare i nostri bisogni, o in modo diabolico, o
come Gesù, da figli
di Dio. Il primo bisogno è quello animale: mangiare
per vivere, quindi possedere le cose. Io posso sod
disfarlo
trasformando anche le pietre in pane, cioè fare tut
to per star bene io e chi se frega degli altri. Ecc
o la prima
tentazione. E invece: non di solo pane vivrà l’uomo
, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Se
ascolto questa
Parola capisco che io sono figlio, gli altri sono m
iei fratelli, quindi che non ci sono solo io, ma an
che gli altri, e allora
questo pane deve essere per tutti. Il secondo bisog
no è avere bisogno di Dio. Giusto. Ma Dio può esser
e colui che è
al mio servizio, che fa quello tutto quello che gli
chiedo, anche le cose più mirabolanti, il Dio dei
miracoli che cercano
tutti: non amo Dio per quello che è, ma per quello
che mi dà: gettati giù dal tempio, il Signore verrà
a salvarti. Fai
quello che vuoi, se Dio è Dio ti ripara da ogni mal
e. Ecco la seconda tentazione. E invece: non metter
e alla prova il
Signore. Cioè. Il bisogno di Dio è giusto, ma non p
erché Lui deve soddisfare le nostre richieste, ma p
erché senza il suo
amore, la sua Parola, il suo perdono, il suo Spirit
o non posso vivere bene la mia vita. Noi gli diciam
o sempre:
“Ascoltaci, o Signore!”, e invece dovremmo dirgli:
“Fa’ che ti ascoltiamo, o Signore!”. Non dobbiamo i
ngraziarcelo e
piegarlo ai nostri interessi, comprandolo, perché l
ui ci ama. E infine il terzo bisogno, quello del po
tere. Il potere è un
dono che ci è dato ed esprime la nostra libertà: io
posso. Ma tutto ciò che voglio e che posso è giust
o che lo faccia?
Io voglio che tutti siano come dico io, che tutti s
iano al mio servizio, per cui divento possessivo, e
goista, cattivo.
Questa è la terza tentazione: prostrati a me e avra
i tutti i regni del mondo. E Gesù risponde: solo Di
o va adorato,
perché adorare Dio vuol dire imparare a vivere il p
otere nella logica dell’amore, usare il potere per
servire e non per
essere serviti. Vedete come le tentazioni ci fanno
capire che siamo liberi e che possiamo sempre scegl
iere come
vivere e cosa fare e quindi ci mettono alla prova p
er vedere in cosa crediamo veramente, come davvero
vogliamo
vivere la vita e il rapporto con le cose, con gli a
ltri e con Dio, come battezzati o sbattezzati. Il s
atana, o diavolo,
rappresenta la tentazione di vivere non col pensier
o e lo spirito di Cristo, ma al contrario, perché c
i fa pensare che
Dio sia cattivo, giudice, nemico, che la vita non a
bbia senso, che gli altri sono solo avversari da co
mbattere o da
possedere. Cristo lo caccia: vattene satana! perché
ci fa vedere le cose in modo nuovo. E allora anche
il digiuno di
Gesù e il digiuno di cui parlava nella lettura il p
rofeta Gioele e che è da sempre un punto cardine de
lla Quaresima, è il
digiuno dal compiere il male verso il fratello, è n
on mangiare gli altri, ma diventare come Gesù eucar
is8a, farsi
mangiare dagli altri, diventare noi pane che si spe
zza e vino che dà gioia e vita agli altri. Oppure,
per dirla con le
parole di Paolo nel brano ai Corinzi: astenersi da
ciò che nuoce. E non solo dal cibo che ci fa divent
are grassi. Ma da
quelle scelte che non ci fanno vivere come figli e
fratelli.