domenica 24 aprile 2016

V DOMENICA DI PASQUA

Il tema che lega le letture di questa domenica è mo lto facile da individuare, perché è quello dell’amo re: cos’è l’amore e cosa vuol dire amare secondo Gesù. Cominc iamo dal vangelo. Magari non tutti lo sanno, ma le parole che abbiamo appena letto Gesù le pronuncia durante l’ul tima cena, dopo aver lavato i piedi agli apostoli c he lo tradiranno, lo rinnegheranno e lo abbandoneranno, e questo è
importantissimo, perché Gesù dice: ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato e Dio è stato glorifi cato in lui. Vuol dire che la gloria di Dio è il su o amore senza misura per noi, che Dio non ci ama perché siamo bravi, ma perché siamo peccatori, e che l’Eucaristia non è pe r i giusti, ma per i peccatori. Infatti, quando noi andiamo a rice vere l’Eucaristia, diciamo sempre all’inizio: per c elebrare “degnamente” i santi misteri riconosciamo i nostri peccati. E prima di ricevere la comunione diciamo: Signore non sono degno. Vuol dire che se non sono peccatore non celebro degnamente l’Eucaristia. Uno dice: io non merito l’amore di Dio. Certo, perché se lo meritassi vorre bbe dire che io vengo a messa per prendere lo stipe ndio, la ricompensa. E invece è il contrario: vado a ricever e l’amore di Dio che è gratis, che è immeritato, ch e è per me peccatore. E sulla croce Gesù farà vedere davvero q uesta gloria di Dio, il suo amore capace di perdona re chi lo sta addirittura uccidendo. Ecco cos’è l’amore di Dio. E allora dove incontriamo Dio? Nel ritornello del sa lmo abbiamo ripetuto: dove la carità è vera abita Dio. Carità n on è l’elemosina, ma è la giusta traduzione dal gre co della parola amore. Dio lo incontriamo quando sentiamo che lui c i ama così e a nostra volta amiamo gli altri come l ui ha amato noi. Questo è il comandamento nuovo di Gesù: che ci amiamo come lui ama noi. Perché ce lo comanda? Per ché vuole la nostra gioia e l’unico modo per avere la g ioia è sentirci amati da Dio e amare gli altri come Dio, e così diventiamo come Dio. Gesù ci ha dato non solo le is truzioni, ma anche la forza di metterle in pratica, e la forza è l’amore che lui ha per me. E’ perché io sono amato che posso amare. È perché io riconosco che Dio mi a ma quando sono nemico perdonandomi che posso a mia volta perd onare i miei nemici e perdonare. È perché io ricono sco che Dio mi ama anche se non sono bravo che posso amare quelli che non sono bravi. Dove c’è amore reciproco , tra i fratelli, come diceva il salmo, lì c’è Dio, perché Dio è amore reciproco tra Padre e Figlio. Noi viven do l’amore reciproco, viviamo la vita stessa di Dio che è lo S pirito Santo. Quindi, non è che ci siano due amori, uno di Dio e l’altro del prossimo; c’è solo Dio che è amore, e noi, acco gliendo l’amore di Dio per noi, diventiamo Figli di Dio e amiamo i fratelli con lo stesso amore del Padre e del Figlio ; quindi facciamo tutti parte della Trinità. Guarda te negli Atti degli Apostoli dove si dice che tutti erano un cuor solo e un’anima sola e nessuno era bisognoso perché tutt i facevano a gare nell’aiutarsi reciprocamente. Ma è san Paolo, nello splendido e famoso brano dell’inno alla carit à, che ci mostra alcune caratteristiche dell’amore vero, e ne elenca addirittura quindici, che bastano e avanzano perch é ciascuno possa farsi un serio esame della coscienza. Paolo d ice: desiderate intensamente i carismi, cioè i doni più grandi. E noi pensiamo ai soldi, alla salute e al successo. No, n on sono questi. Paolo ne cita altri: parlare le lin gue, cioè farsi capire da tutti; essere profeti, cioè conoscere tutti i mi steri di Dio; dare tutte le proprie cose e i propri beni per gli altri. Poi però aggiunge: se però avete questi doni e li usate senza la carità, senza essere animati dall’amore d i Dio, fate solo rumore come le campane, che dentro sono vuote, siet e come dei corpi bellissimi che però sono morti per ché gli manca il respiro, perché fate cose bellissime non p er amore degli altri, ma per soddisfare il vostro e goismo. Allora ecco 15 modi concreti con cui amare, perché l’amore è qualcosa di molto concreto. L’amore è anzitutto magnanimo, cioè paziente, di cuore largo, capace di far spazio all’altro, a differenza dell’egoismo che è stretto , perché l’amore di Dio è largo, contiene tutto, digerisce tutto, manda giù tutto, più grande è il male, più ci ama. Poi P aolo dice: l’amore è benevolo, cioè usabile, non si serve degli altri, ma li serve, come Gesù che si fa nostro servo. Le altre caratteristiche dell’amore: non è invidioso, cioè non si arrabbia d el bene dell’altro, ma gode del bene dell’altro; no n si vanta, cioè non pone al centro il proprio io, perché se metto a l centro me stesso vuol dire che pur di star bene i o voglio far star male te; non si gonfia, ma si sgonfia per lasciar p osto all’altro; non manca di rispetto, cioè ha stim a, stima l’altro più di sé; non cerca il suo interesse, ma quello dell’a ltro; non si adira, non è aggressivo; non tiene con to del male ricevuto, non fa la lista dei torti come un ragioni ere, come Dio che si ricorda del suo amore e diment ica i miei peccati; non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità, cioè soffre del male, lo sente, sa di stinguere tra il bene e il male, ma accetta lo stesso il male dell’altro; tutto scusa, o meglio copre, cioè è come il tetto di una casa che copre tutti quelli che ci abitano; tutto crede, cio è da sempre fiducia; tutto spera, anche l’impossibi le; tutto sopporta, cioè sta sotto e porta il peso di tutto, si fa cari co di tutto, anche del male. Bene, adesso provate a mettere al posto della parola carità o amore usata da Paolo il nome di Gesù e rileggete questo brano pensando come appu nto Gesù, che è l’amore, ci ama così. E poi ognuno metta inve ce il suo nome e si chieda: io sono così? E se capi amo che non siamo così, non dobbiamo affliggerci, come prima sp iegavo, appunto perché Dio ci ama proprio perché no n siamo così, proprio perché non amiamo come lui, e ci ama precisamente perché noi, sentendo il suo amore, pos siamo a nostra volta imparare ad amare così, per essere fel ici. Allora il nostro sforzo nella vita non deve es sere quello di amare come Gesù, ma di riuscire a sentire il suo am ore, così da poter poi amare come Lui.