domenica 10 luglio 2016

DOMENICA VIII DOPO PENTECOSTE C

Ormai tutti sapete che in ogni domenica dopo Pentec oste le prime letture raccontano in ordine cronolog ico le vicende più rappresentative del popolo d’Israele, e il vangelo e l’epistola di san Paolo vengono scelt e per far vedere in che modo poi Gesù ha rivelato in pienezza il vol ere di Dio. Il brano di oggi racconta il momento ch e precede la nascita della monarchia in Israele, e infatti domen ica
prossima il protagonista della lettura sarà il re Davide. Sono numerosi i brani dell’AT e dei profeti molto critic i verso la monarchia e il motivo viene espresso ben e dal profeta Samuele al quale il popolo si rivolge chiedendo di scegliere un re per poter essere come tutti gli alt ri popoli, e il Signore dice a Samuele: se vogliono un re vuol dire che rigettano me come unico re, e allora lasciali fare, però annuncia loro i diritti del re: farà tutti i suoi i nteressi, vi fregherà tutti, vi userà per le sue gu erre, farà le leggi che vuole lui, farà arricchire tutti i suoi amici, vi r uberà le vostre terre. Voi vi lamenterete, teneteve lo! E infatti poi la maggior parte dei re d’Israele sarà un disastro, do po Salomone il regno si divide in due e iniziano gu erre, perché ognuno usava il potere per i suoi interessi a scapi to del popolo e dei poveri. E noi che giustamente, per carità, ci lamentiamo dei politici di oggi e di chi ci governa , ci dimentichiamo che è sempre stato così: il pote re che colpisce l’innocente. Anche a Roma, il primo re fu Romolo ch e uccise Remo: il più forte poi impone la sua legge . Anche nella Bibbia abbiamo la stessa cosa: tutte le città e i r egni sono fondate dai discendenti di Caino che ha u cciso suo fratello Abele. Però la Bibbia non dà ragione a Caino, ma ad Abele, non dà ragione a Ponzio Pilato e ai sommi s acerdoti, dà ragione a Cristo, cioè al povero, all’ucciso. Chi è giusto viene trafitto, come accade a Gesù, e Gesù cosa farà? E’ l’unico veramente giusto, perché prende su di sé tu tto il male senza restituirlo, questa è la differen za, unico modo per fermare il male. Al di là di questo, tuttavia, il re anticamente aveva anche una certa funzione po sitiva perché amministrava la giustizia, quindi in fondo contenev a la violenza, se no sarebbe stata una violenza gen eralizzata, però non prestava nessun servizio sociale, non c’era la sanità, non c’erano le scuole; faceva la strade, ma per andare a fare battaglie e occupare altre terre e diventare più ri cco, più potente, e poi qualcosa faceva di opere pu bbliche che servivano per lo sviluppo del commercio, dell’immag ine, del suo potere insomma. Non è cambiato molto i l panorama. In ogni caso, il potere del re, cioè di C esare, resta anche quello positivo, come dicevo, di organizzazione civile, se no ci sarebbe l’anarchia: il punto è con quale spirito di esercita il potere. Se è con lo S pirito santo, quello di Dio, quello di Gesù, lo si esercita nella logica de l bene comune e del servizio agli ultimi, se è lo S pirito del mondo no. Per questo dovremmo dare ascolto a san Paolo che sc rive, lo abbiamo letto: fate domande, preghiere, su ppliche e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre tutti una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio . Noi invece siamo buoni solo a dire parolacce ai p olitici e quando anche i cristiani vanno al potere molte volte si co mportano come gli altri. In ogni caso, anche chi co mbatte contro il potere è perché vuole essere lui ad averlo a scapit o degli altri, e accaduto nella storia molte volte anche alla Chiesa, e se ci pensate bene capita anche a ciascuno nel prop rio piccolo, perché ognuno nel suo piccolo vuole es sere un re che domina e comanda. E così veniamo al vangelo. Vanno da Gesù a chiedergli se pagare o meno il tributo, l e tasse, a Cesare. Il presupposto era che per Israele l’unico re è Dio e col Messia inizia il regno di Dio e quin di Cesare e l’oppressore devono scomparire. Se Gesù avesse dett o che bisognava pagare il tributo a Cesare non sare bbe stato il Messia, quindi il popolo l’avrebbe rifiutato; se av esse detto, invece, che non bisogna pagarlo, allora lo avrebbero denunciato al governatore per farlo fuori. Quindi e ra un bel trabocchetto che gli tesero con malizia, astuzia, cattiveria, e Gesù lo capisce bene. E Gesù cosa fa di fronte a questa tentazione, quella già del deser to, la tentazione di un Dio come vorremmo noi, di un Dio che esercita il suo potere tenendoci tutti soggiogati, premiand o e punendo, così tutto è in ordine, ma nessuno è libero? Cosa f a Gesù? Si fa dare una moneta, il che vuol dire che lui non l’aveva. Chi non ce l’ha non paga niente. Ma chi ce l’ha si. Noi ce l’abbiamo, anche più di una moneta, siamo i n uno stato, quindi le tasse si devono pagare, punto: date a Ces are quel che è di Cesare, perché su quella moneta c ’è la sua immagine, appartiene a lui, quindi vuol dire che io riconosco il suo potere. A Dio invece va restituit o quel che è di Dio. Sulla moneta c’è l’immagine di Cesare. E dov’è l’immagine di Dio? È impressa in ogni uomo. Cosa v a dato a Dio? Va dato l’uomo, ogni uomo, anche Cesare. Cioè, se o gnuno ricorda di essere immagine di Dio, capisce di essere, come Gesù, suo figlio amato e fratello, non padrone , degli altri, e allora come Gesù anche il Cesare d i turno imparerà a vivere anche il potere che ha nella logica del se rvizio, non del possesso, a praticare l’amore, il b ene e la giustizia per tutti, non solo per sé o per alcuni, facendo dunque una politica di fraternità e giustizia, esattament e il contrario di quello che anche oggi, come ieri, continuiamo ad av ere sotto gli occhi, dove la legge anziché essere q uella della giustizia diventa quella legata alla logica economi ca del mercato. Dove al centro non c’è la persona u mana e la sua dignità, ma i propri interessi. E di fronte a quest a occorre che il cristiano abbia a ribellarsi, ad o pporsi, si, ma non con la violenza, ma come Gesù, col martirio, cioè con l a testimonianza, che può assumere tante forme di cu i in una predica non possiamo certamente parlare, pensiamo s olo a chi nel passato non si è piegato al fascismo, al nazismo, al comunismo o, anche oggi, a leggi che appaiono ev identemente ingiuste se ledono la dignità umana, ad esempio con l’obiezione di coscienza, ma non solo la mia di gnità, quella di tutti, perché ogni uomo è immagine di Dio, anche chi non la pensa come me. Davvero se diamo a Dio ci ò che è di Dio, poi cambia anche l’immagine di Cesa re, l’immagine di società, l’immagine di mondo, e quind i occorre che noi cristiani diventiamo fermento per questa società, capaci di una politica fatta così e bisogn a sperare che dalle nostre comunità escano persone così. Una logica, però, che prima di riguardare i grandi sistemi, dev e riguardare il modo in cui io, ciascuno di noi, ge stisco la mia vita personale e i miei rapporti con gli altri, cioè occ orre che ognuno si chieda di fatto qual è la sua po litica, su cosa si basa il suo modo quotidiano di agire nel vivere i r apporti con gli altri e in base al quale compie le sue scelte, con quale spirito viviamo, insomma, se con lo Spirito s anto o con un altro.