giovedì 8 dicembre 2016

IMMACOLATA CONCEZIONE 2016

C’è chi pensa che il primo uomo si chiamava Adamo e la prima donna Eva e che la storia dell’umanità è cominciata nel modo che abbiamo letto nella prima lettura di o ggi. E c’è chi pensa che quella sia solo una favole tta per bambini perché le scoperte scientifiche hanno mostrato che le cose non sono andate così. Chi ha ragione? Nessu no. Perché il racconto di Adamo ed Eva è un mito,
cioè un raccont o che fu scritto per farci capire qual è la causa d i tutti i nostri mali. La causa di tutti i nostri mali è un inganno: il serpente mi ha ingannata, rispose la donna. Qua l è l’inganno? Per capirlo bisognerebbe leggere bene tutto il racconto , anche se bene o male (purtroppo più male che bene ) lo conosciamo tutti. Dio aveva detto ad Adamo ed Eva, che siamo noi, di fare quello che volevano, tranne una cosa, e loro cosa fanno? Fanno l’unica cosa che Dio aveva d etto di non fare. Come quando in casa un genitore d ice al figlio: vai dove vuoi, ma non andare in quella stanza. Cosa fa il figlio? Va proprio in quella stanza. Perché è curioso? Certo. Ma soprattutto perché non si fida del genitore. Pen sa che il genitore voglia impedirgli di fare qualco sa di bello, e quindi che il genitore sia cattivo. In realtà il ge nitore non voleva che il figlio entrasse in quella stanza perché dentro c’era il pavimento che stava crollando. Il figlio e ntra, e si ammazza. Il tutto per colpa di un ingann o: credere che il genitore sia cattivo. Allo stesso modo Adamo ed Eva , che siamo noi, vengono ingannati. Pensano che Dio è cattivo, e quindi non si fidano, che Dio è un padre padrone, c he ci ha fatto, ma che gode nel metterci i bastoni tra le ruote, che non vuole la nostra gioia, che si diverte a comanda rci di fare alcune cose e di non farne altre. “Pote te mangiare tutti i frutti di tutti gli alberi, tranne uno”. Da un Dio così è naturale che uno o cerchi di scappare, oppur e gli ubbidisca per paura, oppure gli disubbidisca per vedere che effet to fa fare il contrario di quello che ha comandato. Quell’albero è un po’ come la stanza di casa di cui parlavo prima. Cosa rappresenta? Rappresenta le regole del gioco. Come per dire: vuoi giocare bene a pallone e divertirti? All ora devi fare così e cosà, non devi stendere l’avve rsario, devi stare al tuo posto, devi correre, devi passare la palla, dev i usare i piedi e ogni altra parte del corpo, ma no n le mani, e così via. Se fai così ti diverti e si divertono tutti, a nche
chi perde, altrimenti vien fuori una rissa. Ch e è quello che spesso succede. Dio dice ad Adamo ed Eva, che siamo noi: “ ognuno viva la sua vita come vuole, come può e come riesce, ma con una regola sola: sapendo che siete tutti miei f igli amati e che dovete amarvi come fratelli”. È qu ello che spiega san Paolo agli Efesini nel brano che abbiamo letto: “Dio ci ha creati a immagine di suo Figlio Gesù, c onsiderandoci suoi figli, per farci diventare santi come lui vive ndo nella carità, e il nostro destino è lo stesso d i quello di Gesù. Fate così, vivete come ha insegnato Gesù una vita nella carità e vivrete felici, altrimenti vi tirate i bas toni tra le ruote, non sono io a tirarveli, siete voi a farvi del male da soli”. Se io non mi fido cosa succede? Faccio i pec cati. Per essere felice dovrei amare tutti come fratelli, anche i nemici, f ar del bene a chi mi fa del male, essere mite, umil e, misericordioso? Ma va là, è da scemi vivere così, e infatti facciam o il contrario. Ma perché non ci fidiamo? Perché co me il bambino verso i genitori e come Adamo ed Eva verso Dio pens iamo che in fondo Dio sia cattivo, voglia impedirci di giocare e di divertirci. Ma questo è un inganno! Il problema è c he se credo in questo inganno, da un Dio così treme ndo io non mi sento amato, e se non mi sento amato divento triste , ed è proprio la tristezza che mi fa compiere il m ale, perché cerco di riempire la vita con mille cose, pensando solo a me e al mio interesse, voglio che tutti mi a mino e io non amo nessuno, voglio comandare tutti, ho paura di pe rdere quello che ho e allora mi difendo da tutti, q uando perdo qualcosa va in ansia, figuriamoci se perdo la vita perché penso che dopo non ci sia più niente. Ecco, Gesù è il Salvatore perché ci salva da questo inganno facendo ci vedere che Dio è un’altra cosa, per fortuna. Ben e, in tutto questo discorso, molto importante come potete veder e, cosa c’entra Maria, la Madonna, che oggi contemp liamo chiamandola Immacolata Concezione? Maria c’entra ec come perché lei è la nuova Eva: Maria è stata la pr ima creatura a non cadere in questo inganno e a fidarsi completamente di Dio. “Immacolata”, cioè senza pec cato, come Gesù, come Dio vuole ciascuno di noi, perché se com e Maria diventiamo come Gesù, raggiungiamo la gioia . Infatti quali sono le prime parole che le dice l’angelo? “R allegrati”, sii felice. Ecco cosa vuole Dio: la nos tra gioia. E Maria è la prima che risponde di si, che si fida, che non si l ascia trarre in inganno. Se è la prima, vuol dire c he noi dobbiamo fare come lei. “Concezione” vuol dire che Maria fin da q uando fu concepita nel grembo di sua mamma era già “come Dio vuole”. Lei si e noi no? Non è giusto. Infatti, pro prio perché non è giusto, Maria è concepita “come D io vuole” perché Dio vuol farci vedere che Lui ci concepisce tutti c osì, come Maria, ci pensa tutti così, come suoi fig li amati. E come Maria lo ha capito, vuole che lo capiamo tutti. Per ché il problema, purtroppo, è precisamente non il m odo in cui Dio concepisce e pensa noi, ma il modo in cui noi pensi amo e concepiamo Dio. Se come Maria o come Eva. Se come Maria siamo a cavallo. Se come Eva siamo nel fango. Ma è proprio dal fango che il Signore è venuto a t oglierci.