C’è chi pensa che il primo uomo si chiamava Adamo e
la prima donna Eva e che la storia dell’umanità è
cominciata
nel modo che abbiamo letto nella prima lettura di o
ggi. E c’è chi pensa che quella sia solo una favole
tta per bambini
perché le scoperte scientifiche hanno mostrato che
le cose non sono andate così. Chi ha ragione? Nessu
no. Perché il
racconto di Adamo ed Eva è un mito,
cioè un raccont o che fu scritto per farci capire qual è la causa d i tutti i nostri mali. La causa di tutti i nostri mali è un inganno: il serpente mi ha ingannata, rispose la donna. Qua l è l’inganno? Per capirlo bisognerebbe leggere bene tutto il racconto , anche se bene o male (purtroppo più male che bene ) lo conosciamo tutti. Dio aveva detto ad Adamo ed Eva, che siamo noi, di fare quello che volevano, tranne una cosa, e loro cosa fanno? Fanno l’unica cosa che Dio aveva d etto di non fare. Come quando in casa un genitore d ice al figlio: vai dove vuoi, ma non andare in quella stanza. Cosa fa il figlio? Va proprio in quella stanza. Perché è curioso? Certo. Ma soprattutto perché non si fida del genitore. Pen sa che il genitore voglia impedirgli di fare qualco sa di bello, e quindi che il genitore sia cattivo. In realtà il ge nitore non voleva che il figlio entrasse in quella stanza perché dentro c’era il pavimento che stava crollando. Il figlio e ntra, e si ammazza. Il tutto per colpa di un ingann o: credere che il genitore sia cattivo. Allo stesso modo Adamo ed Eva , che siamo noi, vengono ingannati. Pensano che Dio è cattivo, e quindi non si fidano, che Dio è un padre padrone, c he ci ha fatto, ma che gode nel metterci i bastoni tra le ruote, che non vuole la nostra gioia, che si diverte a comanda rci di fare alcune cose e di non farne altre. “Pote te mangiare tutti i frutti di tutti gli alberi, tranne uno”. Da un Dio così è naturale che uno o cerchi di scappare, oppur e gli ubbidisca per paura, oppure gli disubbidisca per vedere che effet to fa fare il contrario di quello che ha comandato. Quell’albero è un po’ come la stanza di casa di cui parlavo prima. Cosa rappresenta? Rappresenta le regole del gioco. Come per dire: vuoi giocare bene a pallone e divertirti? All ora devi fare così e cosà, non devi stendere l’avve rsario, devi stare al tuo posto, devi correre, devi passare la palla, dev i usare i piedi e ogni altra parte del corpo, ma no n le mani, e così via. Se fai così ti diverti e si divertono tutti, a nche
cioè un raccont o che fu scritto per farci capire qual è la causa d i tutti i nostri mali. La causa di tutti i nostri mali è un inganno: il serpente mi ha ingannata, rispose la donna. Qua l è l’inganno? Per capirlo bisognerebbe leggere bene tutto il racconto , anche se bene o male (purtroppo più male che bene ) lo conosciamo tutti. Dio aveva detto ad Adamo ed Eva, che siamo noi, di fare quello che volevano, tranne una cosa, e loro cosa fanno? Fanno l’unica cosa che Dio aveva d etto di non fare. Come quando in casa un genitore d ice al figlio: vai dove vuoi, ma non andare in quella stanza. Cosa fa il figlio? Va proprio in quella stanza. Perché è curioso? Certo. Ma soprattutto perché non si fida del genitore. Pen sa che il genitore voglia impedirgli di fare qualco sa di bello, e quindi che il genitore sia cattivo. In realtà il ge nitore non voleva che il figlio entrasse in quella stanza perché dentro c’era il pavimento che stava crollando. Il figlio e ntra, e si ammazza. Il tutto per colpa di un ingann o: credere che il genitore sia cattivo. Allo stesso modo Adamo ed Eva , che siamo noi, vengono ingannati. Pensano che Dio è cattivo, e quindi non si fidano, che Dio è un padre padrone, c he ci ha fatto, ma che gode nel metterci i bastoni tra le ruote, che non vuole la nostra gioia, che si diverte a comanda rci di fare alcune cose e di non farne altre. “Pote te mangiare tutti i frutti di tutti gli alberi, tranne uno”. Da un Dio così è naturale che uno o cerchi di scappare, oppur e gli ubbidisca per paura, oppure gli disubbidisca per vedere che effet to fa fare il contrario di quello che ha comandato. Quell’albero è un po’ come la stanza di casa di cui parlavo prima. Cosa rappresenta? Rappresenta le regole del gioco. Come per dire: vuoi giocare bene a pallone e divertirti? All ora devi fare così e cosà, non devi stendere l’avve rsario, devi stare al tuo posto, devi correre, devi passare la palla, dev i usare i piedi e ogni altra parte del corpo, ma no n le mani, e così via. Se fai così ti diverti e si divertono tutti, a nche
chi perde, altrimenti vien fuori una rissa. Ch
e è quello che spesso
succede. Dio dice ad Adamo ed Eva, che siamo noi: “
ognuno viva la sua vita come vuole, come può e come
riesce, ma
con una regola sola: sapendo che siete tutti miei f
igli amati e che dovete amarvi come fratelli”. È qu
ello che spiega
san Paolo agli Efesini nel brano che abbiamo letto:
“Dio ci ha creati a immagine di suo Figlio Gesù, c
onsiderandoci
suoi figli, per farci diventare santi come lui vive
ndo nella carità, e il nostro destino è lo stesso d
i quello di Gesù. Fate
così, vivete come ha insegnato Gesù una vita nella
carità e vivrete felici, altrimenti vi tirate i bas
toni tra le ruote, non
sono io a tirarveli, siete voi a farvi del male da
soli”. Se io non mi fido cosa succede? Faccio i pec
cati. Per essere felice
dovrei amare tutti come fratelli, anche i nemici, f
ar del bene a chi mi fa del male, essere mite, umil
e, misericordioso?
Ma va là, è da scemi vivere così, e infatti facciam
o il contrario. Ma perché non ci fidiamo? Perché co
me il bambino
verso i genitori e come Adamo ed Eva verso Dio pens
iamo che in fondo Dio sia cattivo, voglia impedirci
di giocare e di
divertirci. Ma questo è un inganno! Il problema è c
he se credo in questo inganno, da un Dio così treme
ndo io non mi
sento amato, e se non mi sento amato divento triste
, ed è proprio la tristezza che mi fa compiere il m
ale, perché
cerco di riempire la vita con mille cose, pensando
solo a me e al mio interesse, voglio che tutti mi a
mino e io non
amo nessuno, voglio comandare tutti, ho paura di pe
rdere quello che ho e allora mi difendo da tutti, q
uando perdo
qualcosa va in ansia, figuriamoci se perdo la vita
perché penso che dopo non ci sia più niente. Ecco,
Gesù è il
Salvatore perché ci salva da questo inganno facendo
ci vedere che Dio è un’altra cosa, per fortuna. Ben
e, in tutto
questo discorso, molto importante come potete veder
e, cosa c’entra Maria, la Madonna, che oggi contemp
liamo
chiamandola Immacolata Concezione? Maria c’entra ec
come perché lei è la nuova Eva: Maria è stata la pr
ima
creatura a non cadere in questo inganno e a fidarsi
completamente di Dio. “Immacolata”, cioè senza pec
cato, come
Gesù, come Dio vuole ciascuno di noi, perché se com
e Maria diventiamo come Gesù, raggiungiamo la gioia
. Infatti
quali sono le prime parole che le dice l’angelo? “R
allegrati”, sii felice. Ecco cosa vuole Dio: la nos
tra gioia. E Maria è la
prima che risponde di si, che si fida, che non si l
ascia trarre in inganno. Se è la prima, vuol dire c
he noi dobbiamo fare
come lei. “Concezione” vuol dire che Maria fin da q
uando fu concepita nel grembo di sua mamma era già
“come Dio
vuole”. Lei si e noi no? Non è giusto. Infatti, pro
prio perché non è giusto, Maria è concepita “come D
io vuole” perché
Dio vuol farci vedere che Lui ci concepisce tutti c
osì, come Maria, ci pensa tutti così, come suoi fig
li amati. E come
Maria lo ha capito, vuole che lo capiamo tutti. Per
ché il problema, purtroppo, è precisamente non il m
odo in cui Dio
concepisce e pensa noi, ma il modo in cui noi pensi
amo e concepiamo Dio. Se come Maria o come Eva. Se
come
Maria siamo a cavallo. Se come Eva siamo nel fango.
Ma è proprio dal fango che il Signore è venuto a t
oglierci.