martedì 15 agosto 2017

ASSUNZIONE DI MARIA 2017

La comune e normale devozione mariana, soprattutto in occasione della festa di oggi, consiste nel guardare Maria come la mamma del cielo da invocare sempre perché sempre ci protegga e ci aiuti. È una frase e una credenza che va precisata e corretta. Prima di tutto perché Maria non è in cielo. Anche Gesù asceso al cielo non è in cielo, e nemmeno i nostri defunti. Il cielo inteso come volta celeste.
“Cielo” è un termine biblico, usato anche da Gesù, per indicare l’infinita grandezza di Dio, e quindi cielo vuol dire Dio. Padre nostro che sei nei cieli vuol dire che sei Dio. E Dio si è fatto uomo in Gesù, e Gesù risorto insieme al Padre è presente in ciascuno di noi con lo Spirito santo. Gesù asceso al cielo vuol dire che quando è risorto è entrato nella pienezza della condizione divina. La donna del cielo vestita di sole con la corona di stelle e la luna sotto i suoi piedi di cui parla il brano dell’Apocalisse non è la Madonna, ma è la comunità cristiana, la sposa di Cristo unita al suo sposo e vittoriosa sulla morte (ecco cos’è la corona), e in questa comunità c’è anche Maria. Quindi l’assunzione non va intesa come una separazione, un allontanamento, ma come una vicinanza ancora più intensa, come ebbe a dire papa Benedetto nel 2012: Maria non va in una galassia sconosciuta, ma chi va a Dio si avvicina, perché Dio è vicino a tutti noi, è dentro di noi, e Maria con lui e con lei tutti i santi e i nostri defunti. In anima e corpo (vale per Maria e per tutti noi) NON vuol dire che quando moriamo anche il nostro corpo biologico che mettiamo sotto terra o che viene incenerito si unisce a Dio e che poi un giorno si ricompone, ma anima e corpo vuol dire tutto il nostro essere. La risurrezione è passare da una vita mortale a una vita immortale, e noi siamo già risorti adesso se Dio è in noi, e nel momento della morte tutto il nostro essere si trasforma assumendo un corpo spirituale, unito allo Spirito di Cristo. Per cui la Madonna assunta ci mostra qual è lo splendido destino che attende ciascuno di noi. Bene, chiarita questa prima parola, assunta in cielo, passiamo alle altre due parole contenute nella frase: “mamma che dal cielo protegge i suoi figli”. Chiarito che Maria non è in cielo, se è una mamma cerchiamo di capire in che senso è una mamma e come ci protegge. Se per mamma intendiamo che Maria è Madre di Dio perché ha generato Gesù è giusto, se intendiamo che è Madre della Chiesa e dei cristiani cosa significa? Prima di tutto vediamo cosa NON significa: non significa quello che si pensa normalmente, e cioè che ci protegge dall’ira di Dio che dovrebbe scatenarsi sull’umanità (come dice spesso la Madonna in alcune sue presunte apparizioni) e che con la sua intercessione ottiene da Dio le grazie di cui abbiamo bisogno e che senza di lei Dio non ci farebbe. Anzitutto Maria non ci protegge dall’ira di Dio perché Gesù ci ha fatto vedere che l’ira di Dio è contro il male, e non contro i suoi figli, e infatti Gesù sulla croce scatena tutta l’ira di Dio perdonando tutti. A volte, si legge o si sente dire alle persone: è sfuggito alla giustizia degli uomini, ma non sfuggirà alla giustizia di Dio …. tanto prima o poi la paghi. Ebbene, la giustizia di Dio significa invece che Dio è fedele agli uomini qualunque cosa essi possano compiere. Ma da cosa nasce questa idea di Maria come parafulmine? La risposta va ricercata nel ruolo della madre nella famiglia patriarcale che, almeno fino a più di cinquant’anni fa, era la norma della nostra cultura italiana e occidentale. Una volta, nella famiglia, il padre rappresentava l’autorità e la severità, non era il papà gioioso o giocoso dei nostri tempi, il padre era autorità e severità. Il figlio, normalmente, non si azzardava a chiedere qualcosa direttamente al padre, ma ricorreva all’intercessione della madre («mamma, quando vedi che a papà gli gira bene, digli questa cosa). Ma soprattutto, il padre rappresentava la punizione. Ed era la stessa madre a usare questa arma: adesso quando viene a casa tuo padre gli dico tutto e vedrai. Il ruolo della madre era spesso di mediatrice tra l’ira del marito e il figlio, e prendeva magari e purtroppo su di se le botte che erano dirette al figlio. Fu abbastanza facile trasporre le figure familiari su un piano religioso, e quindi se Dio è padre, allora lui è il burbero, il minaccioso, è colui che punisce. La mamma è sempre la mamma, la dolcezza rassicurante. Nei vangeli, questo aspetto di Maria è assolutamente inesistente, perché è inesistente la figura di un Dio terribile da cui ci deve proteggere. Quindi, non essendo Dio un pericolo per l’uomo, Maria non è la madre che deve difenderci. Oltretutto, altro grandissimo errore, è quello di pensare Dio come un maschio, il Padre, per cui c’è bisogno anche di una presenza femminile, la Madre. Dio invece è spirito, non è né maschio né femmina, sebbene il Dio fatto uomo, Gesù, fosse un maschio. Gesù usa il linguaggio del suo tempo e, come per la parola cielo, chiama Dio col nome di Padre perché nella cultura ebraica non esiste il termine “genitori”: è il padre quello che genera, che da la vita, la madre è solo un’incubatrice che accoglie il seme dell’uomo e partorisce. Allora se Gesù si rivolge a Dio presentandolo e chiamandolo come Padre è per dire che è colui che dona la vita, poi però nei suoi insegnamenti rivela anche il volto materno di Dio, che è l’aspetto misericordioso, il fatto che, come una Madre, Dio ci accetta così come siamo. Tornando a Maria, Maria nei vangeli è grande, non perché ha dato alla luce Gesù, ma perché ha saputo diventarne la discepola. Allora Maria è Madre della Chiesa perché guardando il suo esempio, veniamo anche noi generati come figli di Dio e discepoli di Gesù. Infine. Questa Madre è anche aiuto dei cristiani perché “prega per noi, ci protegge nei pericoli e ci ottiene da Dio le grazie o i miracoli di cui abbiamo bisogno”? Anche questa credenza nasce da quello che dicevamo prima: Maria
come ultima spiaggia quando vediamo che Dio non ci esaudisce. Ma c’è di più: nasce dalla dimenticanza che Gesù ci ha rivelato che Dio mostra il suo amore non mettendoci sotto una campana di vetro impedendo che nella vita vi siano tragedie, incidenti o malattie, ma assicurandoci la sua presenza, la sua forza e la corona della vittoria sul male e sulla morte. Gesù stesso la via crucis l’ha percorsa, e la donna vestita di sole dell’Apocalisse lotta contro il drago, simbolo del male. Vuol dire che ai discepoli di Gesù, compresa Maria, questa lotta non è risparmiata. Allora cosa vuol dire che Maria è aiuto dei cristiani e perché la invochiamo? Dovremmo invocarla non perché ci tolga dolori e difficoltà: questo possiamo chiaramente solo sperarlo (e lo sperano anche coloro che sono atei o che hanno fede in un altro Dio, infatti di templi e santuari dove sperare di ottenere grazie ce ne sono da sempre in tutto il mondo in ogni cultura). Dobbiamo invocarla sempre per lo stesso motivo di prima: noi possiamo rivolgerci a lei come anche agli altri santi e a tutti i defunti perché essi, uniti a Dio nello Spirito santo, e dunque viventi, continuino a riversare su di noi il loro amore che, unito a quello di Dio, ci raggiunge ancora più potenziato e dunque ci dona la forza di affrontare la vita, le gioie, i dolori e la morte con gli occhi di Gesù, col pensiero di Gesù, ripieni del suo amore, come hanno fatto Maria e tutti i santi. E’ ciò che chiediamo in particolare in questa eucaristia.