domenica 22 ottobre 2017

Dal Niger, testimonianza missionaria di don Giuseppe Noli

In questa domenica 22 ottobre in cui si celebra la Giornata missionaria mondiale, insieme agli altri preti si è deciso di tenere molto breve l’omelia per dare spazio all'ascolto di una lettera scritta da don Giuseppe Noli, che molti conoscono essendo un prete diocesano originario di Casatenovo che da anni è in missione. E dunque questa settimana niente omelia


Dal Niger, testimonianza missionaria di don Giuseppe Noli 

RITORNO
Sono ritornato in Niger, dopo 40 giorni in Italia, con due bisacce piene: una di sofferenza e l’altra di previsioni svanite.
Ero abituato a sentirmi sommerso dalle lamentele, quest’anno sono stato avvolto dalla sofferenza. Bastava essere disponibili, non avere fretta, stare ad ascoltare con simpatia che, a poco a poco, il cuore si liberava, il volto si rasserenava fino al sorriso.
A volte la sofferenza condivisa portava a mettere lo sguardo su “l’Uomo dei dolori”, Colui che si è caricato tutta la sofferenza dell’umanità fino a farla sua, ci si sentiva …più forti, persino liberati. Quando poi si scopriva che con la sofferenza vissuta nella sua carne, aveva salvato l’umanità, dandole una vita nuova e eterna, allora sembrava di … rinascere.
È a quel punto che anch’io ho messo la mia sofferenza nella bisaccia, con quella di tanti amici, perché “abbiamo incontrato Uno che condivide la vita con noi.” 
Incontrare Qualcuno che accoglie la tua sofferenza è…incominciare a vivere un’altra vita. 

Eravamo abituati a cercare sviluppo, progresso, liberazione, aggiornamento, persino “fantasia al potere” …ci troviamo avvolti dalla paura, costruttori di muri, in cerca di sicurezza, in mezzo a guerre e terrore, con deserto e mare cimiteri di migranti e prostrati davanti al denaro… 
Siamo come i due di Emmaus che ritornano a casa e, scuotendo la testa, si dicono “Noi speravamo…” 
Ma ecco che Qualcuno si fa vedere, cammina accanto, ascolta, parla, spiega, riscalda il cuore… 
Viene riconosciuto Colui che ha racchiuso la sua vita tra “mangiatoia e croce” e che è passato “facendo del bene” 
Ancora una volta il Crocifisso diventa maestro e sorgente di una vita nuova e eterna, dove il piccolo è grande, l’ultimo è il primo, il servire è regnare e Lui è il povero, l’emarginato, il rifiutato… 
La voglia di Vangelo invade, lo Spirito spinge e…allora apro la bisaccia delle previsioni e ci metto dentro …la Croce, così la prossima volta non svaniranno. 

Anche in Niger ci sono le due bisacce. 
Una, quella della sofferenza, è stracolma, grande come il paese. 
L’altra, quella delle previsioni, è praticamente vuota…tanto siamo poveri. 
È per questo che a Lui piace stare qui. 
Anche a me. 
Se vuoi c’è spazio anche per te.