domenica 6 maggio 2018

VI DOMENICA DI PASQUA

Facciamo un esperimento. Io, prete cattolico, vengo qui e vi dico: voi pensate a Dio in un modo sbagliato. Pensate che Dio vi giudica, vi premia se fate i bravi e vi punisce se fate i cattivi, invece non è vero, Dio vi perdona anche prima che siate pentiti; Dio non si offende, quindi smettetela di ripetere a Gesù “non ti avessi mai offeso”, “ho meritato i tuoi castighi”, perché Dio non castiga nessuno; i
nostri peccati diventano per Dio l’occasione per volerci ancora più bene; i peccati non sono se vi siete distratti a dire le preghiere o se il venerdì di quaresima avete mangiato la carne, ma sono solo uno: aver fatto del male al prossimo; la comunione non è un premio per i bravi, ma un regalo per i cattivi, e ci siamo dentro tutti, quindi va fatta per chiedere al Signore di convertirci; la messa non è un dovere, un obbligo, ma un regalo che ci fa il Signore per farci diventare come lui; Dio vi perdona non perché siete andati a confessarvi, ma se anche voi perdonate i vostri fratelli; quando pregate non chiedete a Dio di cambiare le cose che non vanno arrabbiandovi se non vi ascolta, perché Dio non è un mago: a Dio dovete chiedere di farvi diventare come Gesù, quindi il miracolo di cambiare dentro, di cambiare voi stessi; se vuoi essere felice, non cercare di avere, ma di dare, non fare da padrone, ma diventa servo di tutti, non essere prepotente, ma mite; non fare le cose per Dio, ma lasciati guidare dal suo Spirito per fare il bene degli altri; basta feste di prime comunioni e cresime, se no i bambini saranno contenti solo per il regalo, e infatti dopo la cresima non li vedi più: ogni bambino farà la comunione e la cresima quando è pronto; i catechisti dei bambini sono i genitori, quindi al catechismo vengono i genitori così poi faranno loro i catechisti per i figli; tutte le nostre belle processioni non servono per pregare, ma per distrarsi, quindi togliamole; se tutti siamo purtroppo bravi a maledire, saremo anche bravi a benedire, se lo vogliamo, e siccome le benedizioni non sono dei portafortuna e i preti non sono degli stregoni, allora da novembre le benedizioni alle famiglie saranno fatte anche dai laici; se Gesù è risorto, i nostri morti non sono al cimitero, ma sono qui con noi a celebrare l’eucaristia, e allora a cosa servono tutte queste processioni ai cimiteri e benedizioni delle salme?; Dio non è fuori di noi, ma dentro di noi col suo Spirito, e con lui anche i nostri morti, allora impariamo a pregare senza usare tante parole, ma imparando a fare silenzio perché Dio ci parla nel silenzio. Ecco, potrei andare avanti smontando tante certezze religiose. Cosa succederebbe? Che qualcuno, comprendendo queste cose, direbbe: ma che bello, Dio non è uno che succhia le energie, ma che ce le dona. Molti si scandalizzerebbero e direbbero che io sono matto e ci sarebbe una rivolta, e andrebbero dal vescovo o scriverebbero al papa. Sconsiglio di scrivere al papa perché anche lui direbbe cose simili e infatti sono tanti i suoi nemici. Ma perché ho voluto dire queste cose? Siccome spesso la parola di Dio che viene letta non è ascoltata e non è capita, entra da una parte ed esce dall’altra, magari non vi siete accorti che ho cercato di attualizzare le letture di oggi che vedono come protagonista san Paolo. A lui accadde molto peggio di quello che accadrebbe a me se non solo dicessi, ma facessi le cose che ho detto prima: lo volevano uccidere. Non i suoi nemici, ma quelli della religione a cui lui apparteneva. Era stato arrestato per lo stesso motivo per cui Gesù fu ucciso: perché il messaggio di Gesù era talmente rivoluzionario che scombussolava tutte le certezze delle persone religiose di quel tempo. Tanto è vero, è Paolo stesso a raccontarlo, che lui, prima di incontrare Gesù risorto, andava dritto per la sua strada perseguitando e uccidendo i cristiani. Quando incontra Gesù, capisce che stava sbagliando tutto, e incomincia a vedere le cose in un modo diverso. E infatti cerca di difendersi, se andate a rileggere la prima lettura, dicendo che Gesù era venuto a far capire il vero significato delle cose in cui credevano gli ebrei e a realizzare tutte le promesse che Dio aveva fatto a Mosè e ai profeti. Tutti però si erano scandalizzati. Gesù lo aveva predetto, come abbiamo ascoltato nel vangelo: non scandalizzatevi se vi scacceranno dalle sinagoghe e cercheranno di uccidervi pensando di rendere culto a Dio, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. È Gesù che ci fa vedere chi è veramente Dio: chi non conosce Gesù non capisce che Dio è un Padre e noi siamo figli amati, e quindi gli altri sono fratelli da amare e non da uccidere. Infatti Paolo andava in giro a uccidere i cristiani nel nome di Dio perché non aveva conosciuto Gesù. E quando nella storia anche i cristiani hanno ucciso in nome di Dio, è perché il vangelo di Gesù se lo sono dimenticati. E anche noi rischiamo di dimenticarlo, ma perché in realtà non lo conosciamo affatto, infatti quando il Papa dice alcune cose che vanno contro certe tradizioni, molti cristiani gli danno contro, e magari per alcuni di voi anche tutte le cose che ho detto prima sembrano delle eresie, mentre sono tutte cose scritte nel vangelo. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Se certe cose scandalizzano qualcuno, vuol dire che non si conosce il vangelo e invece di credere in Gesù si sta credendo in un Dio che non c’è, per fortuna. Chi invece sentendo queste cose si sente rinascere dentro, sente che è bello essere cristiani, che Dio non è un peso, ma uno che mi libera, che mi ama, che seguendo lui tutto diventa più bello, divento libero di amare, non ho più paura né di Dio, né di quello che pensano gli altri e nemmeno di morire, allora vuol dire che davvero, come san Paolo, ho capito qualcosa del vangelo, che non a caso è una parola che significa “bella notizia”. Io penso che se oggi tanti ragazzi spariscono dopo la cresima e infatti tanti adulti a loro volta non ci vengono più non è solo perché oggi ci sono più stimoli e possibilità di scelta rispetto a una volta, ma perché non hanno capito che essere discepoli di Gesù, che seguire Gesù è bello, e non l’hanno capito perché non lo conoscono e forse perché gli è stato presentato male.