domenica 12 gennaio 2020

BATTESIMO DEL SIGNORE

In origine, l’Epifania celebrava le prime tre manifestazioni della divinità di Gesù, cioè i tre primi momenti della sua vita nei quali Gesù rivela di essere Dio e, così facendo, manifesta chi è Dio. Poi lo farà per tutta la vita attraverso i suoi gesti e i suoi insegnamenti, però queste sue prime tre manifestazioni rivelano già tutto. Poi nel corso dei secoli queste tre manifestazioni sono state diluite e
vengono celebrate in tre momenti diversi: la prima, davanti ai Magi, che è l’Epifania propriamente detta, e che abbiamo celebrato lunedì scorso, la seconda quella del Battesimo al Giordano che celebriamo oggi, e la terza quella del primo segno compiuto da Gesù di fronte ai discepoli durante le nozze di Cana, che celebreremo domenica prossima. La prima Epifania, abbiamo detto, è quella davanti ai Magi, accade quando i Magi venuti dall’oriente si prostrano davanti a lui riconoscendolo come Signore, e questo fatto manifesta quello che sarà uno degli insegnamenti più importanti di Gesù, e cioè che Dio non è il Signore di un solo popolo, ma di tutti i popoli della terra, per cui ogni uomo va considerato come fratello da amare e da accogliere, soprattutto chi ha più bisogno e che noi escluderemmo. San Paolo, nel brano di oggi, lo dice con parole forti e inequivocabili: Egli è la nostra pace, colui che ha fatto di due una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per cui nessuno è più straniero, ma tutti siamo familiari di Dio, abitazione di Dio. E tutto ciò, prosegue Paolo, Gesù lo ha fatto per mezzo della sua carne. E questo è un particolare molto importante perchè svela il senso del Natale e le sue conseguenze che ci collegano all’Epifania del Battesimo al Giordano che celebriamo oggi. Gesù non era uomo per finta, ma un uomo per davvero, con una carne fragile e mortale come la nostra, e nel contempo è la piena manifestazione di Dio: vuol dire che Dio nella sua pienezza si manifesta in Gesù, che Gesù è la manifestazione di Dio, ma anche il fatto stupendo che Dio si può manifestare in ogni uomo, Dio abita in ogni uomo che agisce come ha agito Gesù, e questo è possibile proprio perchè Dio ha assunto la nostra carne mortale. Dio si è fatto come noi per farci diventare come Lui, per darci la sua stessa vita divina, una vita che non muore mai: infatti Gesù è risorto, e il suo destino, se viviamo come lui, è anche il nostro destino. Il sacramento del Battesimo che noi abbiamo ricevuto manifesta proprio questa verità. Mentre il battesimo ricevuto da Gesù nel Giordano è qualcosa di diverso. Proviamo a capire meglio. Il battesimo non l’ha inventato Gesù, è un rito che c’era già, al quale anche Gesù si sottopose, dandogli però un nuovo significato. La parola battesimo significa immersione. Il battesimo con l’acqua che amministrava Giovanni era un rito simbolico al quale si sottoponevano coloro che volevano morire ad una vita di male e di peccato per diventare uomini nuovi. Gesù non aveva bisogno di questo, tanto è vero che quando Gesù si presentò per essere battezzato, Giovanni gli disse: sono io che devo essere battezzato da te, e tu vieni a me? Per quale motivo Gesù, all’inizio della sua missione, si sottopone a un rito che per lui era inutile? Lo si capirà al termine della sua vita, quando Gesù parlerà della propria morte come di un battesimo che egli avrebbe ricevuto. Gesù dunque si fa battezzare per manifestare fin dall’inizio della sua missione fin dove si spingerà l’amore di Dio: fino alla morte. Per cui il Battesimo di Gesù al Giordano è manifestazione, anticipo della sua morte sulla croce e della sua risurrezione. Da questo prende senso e significato il sacramento del Battesimo che abbiamo ricevuto noi. Col Battesimo, noi veniamo immersi nell’acqua che è simbolo di morte, infatti nell’acqua un uomo muore, ma subito emergiamo dall’acqua, per indicare che il nostro destino è lo stesso di Gesù, non è la morte, la morte è solo della carne, non della nostra persona. A chi viene battezzato vengono ripetute le medesime parole dette a Gesù nel momento del suo Battesimo: tu sei mio Figlio, l’amato. Il Battesimo sacramento, perciò, rivela, manifesta, è epifania su Dio, su chi siamo noi e sul nostro destino. Dio è Padre perchè ci dona la sua vita immortale, Dio è Figlio perchè nel Figlio Gesù, nella carne di Gesù, ci ha resi fratelli di Gesù, figli nel Figlio, uniti al suo destino, e Dio è Spirito santo, è l’amore del Padre e del Figlio riversato nei nostri cuori. Quindi noi chi siamo? Noi siamo figli amati da un Dio che è Padre, fratelli di Gesù e dimora dello Spirito santo. Per cui lo scopo della nostra vita è quello di scoprire l’amore in cui siamo immersi e, come Gesù, riversarlo sugli altri, consapevoli che vivendo così realizziamo la nostra vita, una vita che non morirà mai, come quella di Gesù.