domenica 17 ottobre 2021

DEDICAZIONE DELLA CHIESA CATTEDRALE (ANNO B) 17/10/21

Da domani, noi preti saremo a disposizione tutto il giorno nelle nostre chiese per colloqui personali con chi lo desidera, ma non per confessare. Torneremo a confessare dopo una serie di incontri che aiutino a capire la bellezza di questo sacramento disertato ormai da troppi fedeli. Ci saranno anche catechesi 

sugli altri sacramenti, per cui i battesimi saranno dati solo agli adulti, non ai bambini che non sono in grado di capire, come i loro genitori che non sanno neanche cos’è un sacramento. Così la Cresima verrà data a chi decide di svolgere un ministero, un compito, una missione specifica nella Chiesa. E il matrimonio solo se due persone che si amano fanno davvero un cammino di fede. Sempre da domani, le messe feriali sono abolite e sostituite da liturgie della Parola per conoscere, studiare, capire, meditare e pregare con la Parola di Dio. Anche i funerali saranno senza Messa, perché ci viene gente che non mette mai piede in chiesa, magari anche il defunto, e così ci sarà più tempo per annunciare il vangelo della Pasqua. Rosari comunitari, novene, tridui a cui partecipano solo gli anziani verranno sostituiti da scuole di preghiera dove inviteremo maestri di preghiera che insegnino a pregare davvero, non a recitare formule. Anche le preannunciate benedizioni alle famiglie saranno sospese per evitare di continuare a trasmettere l’idea che la benedizione sia un portafortuna, ma noi preti e catechisti passeremo nelle case delle famiglie più giovani per incontrare loro e i figli che dovrebbero ricevere i sacramenti, quindi, sempre da domani, non ci sarà più il catechismo per i bambini, ma per i genitori che poi faranno loro il catechismo ai bambini e, quando saranno pronti, riceveranno il battesimo e la comunione e quindi inizieranno a venire a Messa, per cui la domenica, la Messa sarà solo per gli adulti, mentre gli educatori terranno i ragazzi a giocare, e siccome frutto dell’eucaristia è la carità, in ogni oratorio si farà sempre un pranzo in comune invitando tutte le famiglie bisognose del nostro territorio che usufruiscono delle offerte che vengono fatte per il Fondo Famiglie solidali, e saranno le altre famiglie delle nostre parrocchie, con i loro figli e con noi preti in prima linea a servire i pranzi e a organizzare poi momenti di fraternità. Elimineremo gli spettacoli e le novene natalizie piene di melassa che fanno passare l’idea che il Natale sia una bella favola per bambini, e le sostituiremo invitando le famiglie, coi ragazzi, a visitare e portare doni alle persone bisognose e agli ammalati delle nostre parrocchie. Bene, se da domani davvero si cominciasse a fare anche solo una di queste cose, o tante altre ancora che magari, con un po’ di fantasia, potrebbero venire in mente a ciascuno di voi, non saprei dire quali sarebbero i risultati. So però due cose: la prima cosa è che così come abbiamo fatto finora poteva andare bene cento anni fa, poi c’è stato il Concilio Vaticano II che ha dato una svolta in tutti i campi, però in molti campi si è continuato e si continuano a riproporre modelli del passato che non producono frutti, perché di fatto, in chiesa, di famiglie giovani, bambini, ragazzi, giovani se ne vedono pochissimi e sembra che del vangelo importi poco o nulla, e anche nel mondo adulto sembra che nella vita quotidiana e lavorativa il vangelo abbia ben poca incidenza, per non parlare di tutte quelle forme di esclusione, di razzismo e indifferenza contrarie al vangelo che sembrano diffondersi sempre più, quel che è peggio anche tra cristiani; poi però molti cercano di appagare la sete di spiritualità e di Dio rivolgendosi da altre parti, per cui, o si ha il coraggio di cambiare qualcosa, magari anche sbagliando, o altrimenti, andando avanti come si è sempre fatto, possiamo chiudere i battenti. La seconda cosa che so invece con certezza è che se davvero da domani dovessimo rivoluzionare le cose come me le sono inventate io o in altri modi ancora, ci sarebbe da parte, non dico di tutti, ma di tantissimi fedeli, soprattutto i più avanti in età, una rivolta al cui confronto, le rivolte dei no green pass di questi giorni sarebbero una passeggiata. Ora, perché ho voluto lanciare queste provocazioni? Non l’ho fatto solo per tenervi svegli, ma perché all’inizio della Messa è stato letto che domenica scorsa il Papa ha dato il via ai lavori di preparazione per un Sinodo straordinario di tutta la Chiesa che si aprirà il prossimo mese di ottobre, un evento talmente importante che forse solo quattro gatti qui in chiesa lo sapevano, e con queste provocazioni volevo far capire quale sarà la posta in gioco. Il Papa vuole attuare quanto sta dicendo dall’inizio del suo pontificato, trovare vie nuove per l’annuncio del vangelo, facendo uscire la Chiesa dalle sue stanche abitudini, dal “si è sempre fatto così”, mettendosi in ascolto delle domande, degli affanni e delle speranze degli uomini e delle donne di oggi, coinvolgendo anche enti, istituzioni, organi extraecclesiali, proprio perché sinodo vuol dire “camminare insieme”. E proprio oggi, che per noi ambrosiani è la solennità della dedicazione del Duomo di Milano, si aprono in tutta la Chiesa italiana i lavori in preparazione a questo sinodo e, nella nostra diocesi, stamattina l’arcivescovo dà il mandato ai gruppi Barnaba che si sono costituiti in tutti i decanati (il rappresentante della nostra Comunità è Stefano Tajocchi), che dovranno lavorare per portare proposte ai vescovi e quindi al Papa, intercettando anche tutte le forme di collaborazione possibili con realtà del territorio che sono germogli di bene e di carità, penso ad esempio a quanto ha appena iniziato a fare il Comune a favore di molti giovani in collaborazione con gli educatori de La Grande Casa. Per cui anche noi non possiamo essere indifferenti continuando a fare le cose come le abbiamo sempre fatte. La festa del Duomo non serve per commemorare la consacrazione di quello stupendo edificio fatto di pietre che è la cattedrale di Milano, ma per ricordarci che la Chiesa è fatta da pietre vive che siamo noi, tutti consacrati al Signore del Battesimo, e come esiste la fabbrica del Duomo che non cessa di lavorare per riparare, costruire, rinnovare un edificio così imponente, così dobbiamo renderci conto di essere tutti noi questa fabbrica, chiamati ciascuno a dare il suo contributo per trovare nuove forme di evangelizzazione e smetterla di essere nella Chiesa e come Chiesa spettatori stanchi e passivi capaci solo di andare avanti a fare quello che si è sempre fatto.