domenica 7 novembre 2021

CRISTO RE DELL'UNIVERSO (ANNO B) 7/11/21

Quella di oggi, di Cristo Re, è una festa, anzi, una solennità, molto ambigua, per tanti motivi. E’ anacronistica, perché oggi i re e le regine sono pochi, sono personaggi simbolici, e fanno pensare al passato o alle favole, e così Gesù potrebbe apparire come un personaggio delle favole. E’ anche 

pericolosa perché, nell’immaginario collettivo, essere re o regina vuol dire essere al di sopra di tutti, avere potere su tutti, non dipendere da nessuno, essere legislatore a cui tutti devono obbedire, per forza o per amore, essere giudice che premia o castiga, uno che può fare quel che vuole, quindi, riferito a Gesù, porta a pensare che Dio sia uno così, e un Dio così c’è chi lo teme, chi cerca di ubbidirgli per paura, ma c’è anche chi lo ignora o lo rifiuta, anche perché, vedendo come vanno le cose nel mondo, sembra che Dio, se davvero è un re con tutti questi poteri, governa il mondo proprio male. Un re, poi, si suppone che abbia anche dei soldati, per cui ci sono anche i difensori di Dio, come se Dio avesse bisogno di essere difeso e non avesse le spalle abbastanza grosse per difendersi da solo. Infine, il titolo di Re dato a Gesù è anche quasi antievangelico se pensiamo alla scena in cui Gesù, dopo aver sfamato la folla con pochi pani e pesci, scappò proprio perché volevano farlo diventare Re, sebbene però, in un altro passo del vangelo, davanti a Pilato che gli chiedeva se fosse un re, Gesù non rispose né si né no, ma disse: il mio Regno non è di questo mondo, altrimenti avrei avuto soldati che mi avrebbero difeso. Quindi, se Gesù parla di Regno, un regno suppone che vi sia un re. L’origine di questa festa risale al 1925, fu istituita da Papa Pio XI quando in Europa iniziavano i regimi totalitari del comunismo, del nazismo, in Italia del fascismo, che combattevano la Chiesa, e allora il Papa volle chiamare i cristiani di tutto il mondo a ribellarsi, per dire a tutti “è Cristo il nostro Re”. Ma, allora, cosa vuol dire che Gesù è Re dell’universo, e cos’è questo Regno di Dio, quello che noi nel Padre nostro invochiamo perché venga (venga il tuo Regno)? Il Re, abbiamo detto, è simbolo di potere, e tutti, nel nostro piccolo, siamo piccoli re o regine, anzi, ognuno nel suo piccolo vorrebbe essere un dittatore, perché tutti vorremmo poter fare quel che vogliamo, che desideriamo, soprattutto ognuno vorrebbe che le cose andassero secondo i propri bisogni e che gli altri fossero come vogliamo e facessero quello che diciamo noi, ed è proprio per ottenere questo che scoppiano liti, ingiustizie, contese e guerre. Siccome normalmente ci accorgiamo di non avere questo potere, scarichiamo su Dio i nostri deliri di onnipotenza sperando che ci ascolti. Ma Gesù ci ha rivelato che il potere di Dio è un altro, non c’entra niente con quello che abbiamo in mente noi: per questo non voleva che lo facessero re. Gesù, il suo potere, lo ha esercitato lavando i piedi ai discepoli, dando il boccone a Giuda, amando chi lo odiava, donando la vita a chi gliela toglieva, salvando gli altri e non se stesso (come abbiamo ascoltato nel vangelo), dando la vita senza toglierla a nessuno, servendo gli uomini anziché servirsi degli uomini, decidendo liberamente di mettersi nelle mani degli altri senza tenere in pugno nessuno, abbracciando e accogliendo tutti i reietti della società, lebbrosi, stranieri, malati, ladri, anzi, portando in Paradiso proprio un ladro. Era un uomo libero, che non si lasciava condizionare da quello che pensavano gli altri, in questo era certamente re, si lasciava solo condizionare dai bisogni degli altri. E, vivendo così, ci ha fatto vedere chi è Dio. Non solo. Ha donato a tutti il suo Spirito, la sua stessa forza perché ne seguiamo le orme, perché anche noi possiamo avere i suoi stessi sentimenti, diceva san Paolo, e fare come lui, dando anche a noi il potere di diventare re e regine come lui. Vivendo così, allora viene il Regno di Dio. Quindi, il Regno di Dio è prima di tutto una realtà interiore: è quando il mio influencer è lo Spirito santo, lo Spirito del Figlio Gesù che mi fa chiamare Dio col nome di Padre amando gli altri come fratelli, cioè vivendo come Gesù. Chi vive così costruisce pian piano il Regno di Dio in questo mondo, cioè un modo di vivere e una società diversa, che segue regole diverse. I risultati però sono quello che sono: tutto il bene che c’è non fa notizia, ma è questo bene nascosto che fa andare avanti il mondo, fino a quando, direbbe san Paolo, Dio sarà tutto in tutti. Certo, ci viene da dire, tra un milione di anni. Può darsi. Ma questo è il disegno di Dio, ed è ciò che ci fa comprendere perché chiamiamo Gesù Re dell’universo: per indicare che il potere di Dio, che è il potere dell’amore, è più forte del male, e che tutto l’universo e dell’umanità, nonostante tutti i catastrofismi, non è destinato alla distruzione, ma che alla fine del mondo, che per ognuno di noi coincide con la propria morte, resterà solo il bene, tanto o poco, che saremo stati capaci di realizzare. E questo è ciò che siamo chiamati a vivere ogni giorno, a costruire questo Regno non inseguendo le mode del momento propagandate dai diversi influencer, ma avendo Gesù come unico influencer della nostra vita.