domenica 26 marzo 2023

26/03/23 V DOMENICA DI QUARESIMA (DI LAZZARO)

La liturgia di questa quinta domenica di Quaresima, l’ultima, perché settimana prossima inizia la settimana santa, ci offre la celebre pagina della risurrezione di Lazzaro che leggiamo tutti gli anni e l’altrettanto lunga e famosa pagina del passaggio del Mar Rosso, che però si legge una volta ogni tre 

anni. Due pagine che, come tante, vanno interpretate bene, per non prendere fischi per fiaschi. Mi spiego. Prendiamo la prima lettura. Se davvero Dio ha salvato il suo popolo, gli ebrei, facendo affogare il Faraone e il suo esercito nel Mar Rosso, perché nel secolo scorso ha permesso che morissero sei milioni di ebrei nella Shoah? Oppure: perché oggi non fa affogare nel Mediterraneo tutti gli scafisti anziché migliaia di migranti? Passiamo al vangelo. Se Gesù risuscita Lazzaro che era suo amico, perché nella sua vita ha fatto risuscitare solo tre persone e non continua a farlo anche oggi quando muoiono milioni di innocenti? Oggi, per esempio, in tutte le chiese d’Italia, le offerte che dopo raccoglieremo andranno a sostegno dei terremotati della Turchia e della Siria, cosa bellissima, ma se il Signore avesse impedito il terremoto sarebbe stato meglio, no? Per non parlare di tutte le vittime innocenti che muoiono a causa di guerre, della fame, della povertà, senza contare tutte le piccole o grandi tragedie che accadono anche nella vita di ognuno di noi. Capite perché ho detto che allora bisogna capire bene cosa vogliono dirci questi racconti. Chi in questi anni ha avuto voglia di seguire i miei incontri del lunedì sera, le catechesi che ho fatto, i video pubblicati da quando era iniziata la pandemia, molte cose le sa già, perché le ho spiegate, e capisce benissimo perché se ci si accontenta della predica non si va da nessuna parte. Allora, prestate attenzione, perché dirò delle cose che non sono facili da spiegare, ma sono fondamentali. Prima di tutto, questi racconti non vanno presi alla lettera, tantomeno chiamarli miracoli, se no uno pensa che Dio è quello che fa i miracoli e siccome oggi sembra farne molto pochi, poi uno diventa ateo. Prima di tutto, ricordatevi che nella Bibbia non compare mai la parola “miracolo”, da nessuna parte, quindi bisognerebbe smetterla di usare questa parola. Miracolo è se riusciamo a capire qualcosa. E per capire qualcosa di questi due racconti, ci viene in soccorso san Paolo, che è tutto dire, perché san Paolo scrive con un linguaggio ancora più complicato. Comunque, nel brano della lettera agli Efesini che abbiamo ascoltato, Paolo dice che Dio, da morti che eravamo, ci ha fatto rivivere con Cristo e ci ha risuscitato. Parole simili a quelle che Gesù dice a Marta: “io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno”. Se riusciamo a capire queste frasi, siamo a cavallo. Si parla del credere (cioè della fede) e della risurrezione e, in sostanza, viene detto che Dio ha un solo potere, che non è quello di risolverci i problemi, di non farci ammalare, di non farci morire, di impedire la Shoah o la morte di migliaia di migranti, ma ha il potere di fare risorgere chi crede in Gesù. E allora, se questo è il potere di Dio, bisogna capire cosa vuol dire risorgere e credere in Gesù. Marta, Maria e anche noi, leggendo questo vangelo, pensiamo che risorgere vuol dire che uno muore e poi, un giorno, tornerà in vita e, nel frattempo, dorme. Se dorme vuol dire che è vivo, che è già qualcosa, infatti Gesù va risvegliare Lazzaro, solo che Lazzaro dormì per quattro giorni, se invece noi dobbiamo aspettare migliaia di anni non è molto divertente. Forse è anche per questo che la Pasqua, che è il cuore del cristianesimo, non riesce ad incidere più di tanto nella nostra spiritualità. La risurrezione, invece, è un’altra cosa: è che io, pian piano, se credo in Gesù (e credere in Gesù vuol dire che mi fido di lui e inizio finalmente a fare le cose che ha detto Gesù, ad amare come Gesù), succede che lentamente mi trasformo, divento una persona nuova, divento come lui, perché imparo a pensare, a vivere e ad amare come Gesù: pian piano muore il Faraone e il suo esercito, che sono le forze del male dentro di me, e io comincio a diventare una persona nuova, viva, bella, splendente. Allora cosa succede quando il mio corpo morirà? Succederà quello che succede al bruco quando muore: che diventa una farfalla. Cioè mi succede la stessa cosa che accadde a Gesù. Non a Lazzaro. Quella di Lazzaro non fu una risurrezione, ma, semmai, la rianimazione di un cadavere, un segno fatto da Gesù per aiutare a capire quello che ho appena detto. La risurrezione, dunque, comincia adesso, in questa vita, se credo in Gesù, se cioè faccio quello che ha detto lui: finchè non lo faccio continuo a vivere come un morto. San Paolo, infatti, dice che noi siamo già risorti adesso se accogliamo lo Spirito di Gesù, cioè se amiamo come Gesù. Insomma, la fede in Gesù consiste nel credere che se vivo come lui non morirò mai. Il racconto di Lazzaro è un segno per far capire a Marta, a Maria, e a tutti noi, che Lazzaro, che essi credevano essere morto, in realtà era vivo, perché aveva creduto in lui, e quindi era già risorto prima ancora che il suo corpo fosse messo nel sepolcro e, quindi, ad essere morto era solo il suo corpo biologico. Vuol dire, allora, che il potere di Dio non è quello di cambiare le nostre sorti, di mettere pezze nuove su vestiti vecchi, di prevenire i disastri e assicurarci contro gli infortuni della vita, ma è quello di donarci il suo Spirito di vita capace di farci risorgere, non un giorno, ma già adesso, se noi lo accogliamo. Che la Pasqua non sarà un giorno, ma inizia adesso, anzi, è già iniziata il giorno del nostro Battesimo.