domenica 28 luglio 2024

28/07/2024 X DOMENICA DOPO PENTECOSTE (ANNO B)

Nelle domeniche dopo Pentecoste, tipiche del nostro rito Ambrosiano, il Vangelo e la pagina di San Paolo sono scelte a partire dalla prima lettura, e ogni domenica, la prima lettura presenta, in ordine cronologico, un avvenimento della storia di Israele preso dalle pagine dell’Antico Testamento. Cinque 

domeniche fa si parlava di Abramo, poi di Mosè, poi di Giosuè, poi dell’epoca dei Giudici, poi del tempo della monarchia, domenica scorsa di quando regnava il re Davide e, questa domenica, di suo figlio, il suo successore, e cioè il re Salomone, colui che fece costruire il Tempio di Gerusalemme. Un’opera mastodontica e spettacolare per la sua bellezza, come abbiamo ascoltato nella prima lettura. Questo tempio venne distrutto secoli dopo dai babilonesi. Di ritorno dall’esilio ne fu costruito un altro, quello in cui si svolge la scena del vangelo e, a sua volta, nel 70 dopo Cristo, i romani distrussero anche questo: presso le sue rovine, denominate “muro del pianto”, oggi, a Gerusalemme, gli ebrei vanno a pregare. Il Tempio era considerato la casa di Dio, la sua dimora, il luogo dove Dio abita. Per incontrare Dio, per pregarlo, per ricevere le sue grazie, i suoi favori, per ottenere il perdono, gli ebrei andavano nel Tempio, compravano gli animali da offrire in sacrificio, li pagavano in denaro, ma non con le monete dei pagani, perché nel Tempio non potevano entrare monete che portassero l’effige dell’imperatore o di idoli pagani. Per questo motivo c’erano i cambiamonete che, naturalmente, facevano la cresta. Poi, questi animali venivano dati ai sacerdoti per essere offerti a Dio. Una parte veniva tenuta dai sacerdoti e un’altra parte veniva rivenduta. Non tutti potevano entrare nel tempio: i pagani, i peccatori e i malati, come i ciechi e gli storpi, perchè si pensava che fossero castigati da Dio, e poi le donne non potevano accedere nella parte più interna del tempio dove c’erano gli uomini. Insomma, diciamo che per entrare in contatto con Dio era proprio difficile: ci volevano il tempio, i sacrifici, i soldi, i sacerdoti, bisognava essersi purificati e alcune categorie di persone erano escluse. Come se Dio fosse un burocrate. Purtroppo, cose simili nel corso della storia della Chiesa hanno continuato ad accadere, e molti sono stati educati a vivere con Dio un rapporto burocratico. Chi trasgrediva, veniva cacciato dal Tempio con la frusta. Invece cosa fa Gesù? Con la frusta scaccia tutti i burocrati, quelli che vendevano, che compravano, che cambiavano le monete, e accoglie e guarisce i ciechi e gli storpi, cioè i peccatori. Il suo gesto voleva essere un messaggio chiarissimo per i capi religiosi, che infatti, in seguito a questo gesto, decisero di arrestarlo per metterlo a morte, perché stava minando le basi di questa solida economia: se la gente avesse dato credito a Gesù, sarebbero rimasti disoccupati, dal momento che Gesù faceva vedere che non c’era bisogno di loro o del Tempio per accostarsi a Dio, perché abita col suo Spirito dentro di noi, come poi scriverà San Paolo, lo abbiamo letto: siamo noi il tempio di Dio. Questa era e continua ad essere una cosa rivoluzionaria, che purtroppo neanche noi cristiani abbiamo capito fino in fondo, anzi, qualcuno proprio non la capisce. Gesù rivela che l’amore di Dio non si compra, ma va solo accolto; che Dio non chiede sacrifici, ma è lui che si sacrifica, che si dona; che non bisogna essere puri per accostarci a lui, ma è lui che ci rende puri col suo amore; che è proprio perchè non siamo degni che lui ci rende degni; infatti, come mai noi diciamo, prima di fare la comunione, Signore non sono degno, e poi andiamo a farla? Perché è proprio la comunione col suo amore a renderci degni. Dio non è lontano, da qualche parte, pronto ad accoglierci o meno a seconda se siamo meritevoli o meno e ad esaudire le nostre richieste a seconda dei nostri sacrifici o della quantità delle nostre preghiere, ma è spirito fonte di forza, di vita, di amore, che abita dentro di noi. Quello di Gesù è un annuncio così bello, ma talmente grande e rivoluzionario, che ancora oggi, dopo 2000 e rotti anni, rischiamo di non averlo ancora capito.