Non è difficile individuare che in questo testo si
parla di due vie e di due destini, si fanno due
ritratti di due uomini diversi e c’è una benedizion
e e una maledizione. Da una parte l’uomo giusto
e dall’altra l’empio, il malvagio. Il salmo dipinge
le due vie, quella del giusto e del malvagio, e in
ebraico via è sinonimo di vita e usa dei simboli ve
getali e agricoli.
Immaginate il panorama desertico
e assolato com’è q uello orientale e della Palestina, e in questo panorama un albero verdeggiante e carico di frutti, vicino ad una corrente d’acqua: è un segno di gioia, di benedizione, di giustizia premiata. Il gi usto viene premiato da Dio. C’è un passo del profeta Geremia che commenta bene
e assolato com’è q uello orientale e della Palestina, e in questo panorama un albero verdeggiante e carico di frutti, vicino ad una corrente d’acqua: è un segno di gioia, di benedizione, di giustizia premiata. Il gi usto viene premiato da Dio. C’è un passo del profeta Geremia che commenta bene
questa cosa: 7 Be
nedetto l'uomo che confida nell'Eterno e la
cui fiducia è l'Eterno! 8 Egli sarà come un albero
piantato presso l'acqua, che distende le sue radici
lungo il fiume. Non si accorgerà quando viene il ca
ldo e le sue foglie rimarranno verdi, nell'anno di
siccità non avrà alcuna preoccupazione e non cesser
à di portare frutto.
Perché porta frutto? Perché è fedele al Signore, tr
ova la gioia della vita meditando sulla legge del
Signore giorno e notte, dove la legge si riferisce
al contenuto dei libri del Pentateuco.
Di fronte alla solidità e alla freschezza di quest’
albero si oppone la vacuità della pula, arida, legg
era
e inconsistente: i malvagi saranno come pula che il
vento disperde. Per cui il successo dell’empio in
realtà è qualcosa solo apparente.
Quindi, in conclusione, questo salmo è un appello v
igoroso a scegliere il bene, la verità, la giustizi
a,
e cioè a seguire le vie di Dio.
Ora, è molto interessante notare che se in questo s
almo si dice beato il giusto, c’è il salmo 10 che
dice nessuno è giusto. Poi finalmente, dopo 32 Salm
i, c’è appunto il salmo 32 nel quale ci si
interroga e si dice: ma chi è il giusto? E in quel
salmo si dice non beato il giusto, ma colui al qual
e è
perdonato il peccato.
La beatitudine del giusto non è di chi non ha sbagl
iato, ma di chi ha sperimentato il perdono.
Ora, la domanda fondamentale dell'uomo è: che cosa
fare nella vita?
Mentre l'animale non se la pone, ha l'istinto e se
non segue l'istinto è da abbattere, perché non va
bene, l'uomo, se segue l'istinto, non è da abbatter
e, perché è uomo, ma si abbatte da solo.
Perché? Narra un antico racconto che quando Dio av
eva creato il mondo, in cinque giorni aveva
già finito il mondo. Il settimo poi si riposò. Però
voleva fare ancora qualcosa di molto particolare:
qualcuno che potesse guardare il mondo e godere del
mondo. Perché la pianta non gode del
mondo, neanche l'animale (un po’ sì, ma poco). E al
lora ci pensa su; cosa fare? Aveva finito tutti i
modelli a disposizione. Perché aveva fatto tutti gl
i animali secondo la loro specie, aveva messo
tutti gli elementi al loro posto, non c'era più nul
la da fare. Ma voleva a tutti i costi, ostinato da
Dio,
fare qualcos'altro. E allora fa l'uomo. E quando fa
l'uomo gli dice: vedi uomo, io non ho nulla da
darti di particolare. Tutti gli altri hanno la loro
specie, hanno il loro luogo. tu non hai specie, no
n
hai luogo. Sì, tu hai dentro di te degli elementi d
ella natura, ma non sei un sasso, hai dentro di te,
gli elementi dei vegetali, ma non sei un vegetale.
Hai dentro di te tutti gli elementi dell'animale,
ma non sei un animale. Ti do una cosa: tu puoi dive
ntare tutto ciò che vuoi. Sei come un
camaleonte. Secondo il tuo libro arbitrio. Potrai e
ssere minerale, vegetale, animale, potrai essere
uomo ragionevole come gli angeli addirittura, o pot
rai essere addirittura Dio. Tutto è lasciato a te.
E credo questo definisca molto bene la natura dell'
uomo. L'uomo non ha natura, non è ciò che è.
Una pianta è ciò che è; un animale è ciò che è. L'u
omo è ciò che diventa. E ciò che diventa è
lasciato al suo libero arbitrio. E questo libero ar
bitrio distingue l'uomo dall'animale. E da qui
nascono i guai. Perché l'uomo sperimenta in sè la d
urezza della pietra, sperimenta l'immobilità
della pianta, sperimenta il guizzo del serpente, il
volo dell'uccello o anche la tenerezza del
mammifero, la sua aggressività. Cioè ha dentro tutt
o. Questo tutto rischia di governare l'uomo.
Allora l'uomo diventa ciò da cui è governato, diven
ta simile a lui. Se invece l'uomo con la sua
libertà ascolta la voce interiore di Dio, diventa D
io. L'uomo cioè diventa la voce che ascolta. E’ il
problema del discernimento: in me ci sono tutte le
voci. Qual è quella voce che mi dà libertà che
mi fa tornare alla "mia" casa? E la casa dell'uomo
è addirittura Dio, l'infinito.
Come vedete questo è tutto il lavoro che l'uomo è c
hiamato a fare semplicemente per esser
uomo. Ed è chiamato a farlo ognuno su di sè, impara
ndo a conoscere se stesso.
Bene, torniamo al giusto. Il giusto è colui che div
enta come Dio. E chi di noi può dirsi giusto? Ho
incontrato una persona che diceva: io non vado a co
nfessarmi, sono gli altri che devono andare a
confessarsi, io non faccio nulla di male. Ecco, i f
arisei ragionavano così e Gesù ogni volta li ribalt
a:
io sono venuto a chiamare non i giusti, ma i peccat
ori.
I giusti sono in lista d'attesa nella salvezza e
non arrivano mai alla salvezza, perché la salvezza
è concessa a chi si riconosce come tutti gli altri
peccatore e sperimenta il perdono. Questo ci dice c
ome l’esperienza cristiana non è fatta per
uomini eccelsi, per i giusti, per persone particola
rmente brave, è fatta per l'uomo com'è nella sua
verità, coi suoi limiti, coi suoi difetti, coi suo
i fallimenti, coi suoi peccati.
Gesù mostra che il peccato non ci allontana da Dio.
Più noi ci allontaniamo da Dio più lui ci è
vicino. Non funzionano le
regole dello spazio della geometria. Più ti allonta
ni più ti è vicino. Se vostro figlio va via da casa
, lo
pensate di più, vi è più vicino. E più è lontano, p
iù è inguaiato, più vi è vicino. Così l'uomo con Di
o.
Più l'uomo è lontano, più Dio gli è vicino.
Allora si che divento giusto, come Gesù, l’unico gi
usto, la cui giustizia è l’amore che da la vita. Di
o è
giusto perché è fedele alla sua promessa di volerci
salvare tutti, e lo fa perdonandoci, e questo
perdono ci fa diventare giusti. È l’amore a renderm
i giusto. E allora sarò capace di vivere come
dice il salmo secondo la legge dell’amore. Vivere s
econdo la parola di Dio non è un merito di cui
vantarmi davanti al Signore, quasi che il Signore a
bbia a doversi complimentare con me e darmi un
premio, come pensavano i farisei. Riuscire a vivere
come il Signore è un dono che deriva dal fatto
che mi sento talmente amato dal Signore e sono talm
ente riempito dal suo amore che allora
questo amore non riesco più a contenerlo e divento
come Dio che scoppia talmente d’amore che
lo versa su tutti.
Vedete quindi come i salmi, e tutta la parola di Di
o dell’AT, dobbiamo sempre imparare a leggerla
e interpretarla alla luce della rivelazione evangel
ica? Anche perché è vero, come dice il salmo, che
il giusto non cade perché è fondato su Dio, ma si d
ice anche, come abbiamo detto, che il giusto