lunedì 15 agosto 2016

ASSUNZIONE DI MARIA 2016

Vi devo confidare un segreto che a prima vista e sp ero solo a prima vista potrebbe scandalizzare qualc uno. Ogni volta che rifletto sul dogma dell'assunzione di Mar ia in cielo in anima e corpo e cerco di preparare l a predica, mi trovo sempre in difficoltà. Le letture che ascoltia mo ogni anno in questa festa non parlano dell’Assun zione, per un semplice motivo: perche nessuna pagina della scritt
ura parla di questo dogma. Il che non significa che allora non sia vero, però occorre capirlo bene, perché preso alla lettera, almeno a me, dice poco o niente, anzi, con trasta con l'evidenza della realtà. Ok, è vero che di fatto la tomba di Maria non esiste, ma cosa vuol dire crede re che nel momento della sua morte ella fu assunta in cielo in anima e corpo? Vuol dire che Maria da quel momento si trova da qualche parte dell'universo che è talmente grande c he si nasconde bene, oppure che è invisibile e ogni tanto appare a qualche prescelto? Io non lo so. Non posso esclud erlo, in molti ci credono. Però è significativo che la Chiesa ha sempre affermato che se un cristiano non crede alle apparizioni o è scettico, è cristiano cattolico lo stesso. Piuttosto, le letture che abbiamo ascoltato, secondo me una pi ù difficile dell'altra, perché piene di immagini da decifrare, se le capiamo ci aiutano però a capire qual è l'essenza d el dogma dell’Assunzione nel quale un cattolico dev e credere, altrimenti non è cattolico. E l'essenza di questo d ogma è la risurrezione di Gesù. Se Gesù è risorto, dice san Paolo, allora risorgiamo anche noi: Cristo è risorto dai m orti, primizia di coloro che sono morti. Vuol dire che lui ha aperto la strada, e noi gli andiamo dietro. Lui è il capo, e noi il suo corpo. Pensateci bene. Quando una donna partorisce, se fuori esce il capo del bambino, stiamo sicuri che p oi esce anche il corpo del bambino. Così è per noi. Se apparteniamo a Cristo siamo suo corpo, e allora se crediamo che Cristo è risorto, come diciamo nel cre do, crediamo anche nella risurrezione dei morti e nella vita del mondo che verrà. Ma ci crediamo davvero nella vita eterna che ci attende dopo la nostra morte? Se non crediamo in qu esto, possiamo uscire tutti di chiesa. Ma facciamo fatica a crederci. Si, ed ecco che l’assunzione di Maria ci aiuta a capire cosa vuol dire risorgere dai morti. Provo a spiegarlo parafrasando le parole di san Paolo e quelle dell’A pocalisse, perché spiegarle nei dettagli è impossib ile in una predica, utilizzando le immagini del racconto di un o scrittore ungherese che mi è piaciuto molto. Come vedete, per parlare di certe cose, possiamo solo usare immagini , non possiamo fare diversamente. Questa vita terre na è come la gestazione di un bimbo nel ventre della madre. Vien e concepito, in quel piccolo embrione c’è già tutto quello che poi diventerà, si sviluppa per nove mesi e poi col part o viene alla luce e prosegue il suo sviluppo. Potes se pensare, quel minuscolo puntino nel grembo materno si domanderebb e: ma esiste la vita dopo il parto? Nessuno è mai t ornato da lì per dirmelo. Come potrebbe credere nell’esistenz a della mamma che dopo il parto lo accoglierebbe tr a le sue braccia? Eppure accade. Non lo sapeva, eppure lui e ra già dentro sua madre, lei era intorno a lui che lo avvolgeva, circondato da lei, lui in lei, era per lei che lui viveva e senza di lei non poteva esistere. Ecco, co sì è la nostra vita terrena: veniamo concepiti nel Battesimo, nel quale veniamo immersi in Dio e avvolti da Lui, assunti, associati al destino di Cristo: come lui è morto e risorto così sarà per noi. Poi ci sono i mesi della gestazione, mesi di lotta, che durano tutta la nostra vita terrena. Lotta con i pr incipati e le potenze, dice Paolo, lotta della donn a, che è la Chiesa, col drago rosso che la vuole uccidere prima che par torisca, dice l’Apocalisse. E cioè contro chi? Cont ro tutti quei fantasmi che ci portano a credere il contrario, che dopo il parto ci sarà il nulla, che ci fanno crede re nelle nostre paure e non nella parola di Dio, a differenza di Ma ria proclamata beata perché ha creduto, e così, pen sando che tutto inizi e finisca qui, invece di vivere nella l ode, come Maria esprime nel canto del Magnificat, v iviamo nella tristezza che sfocia nel lamento. E così viviamo tu tta la vita come morti, non come illuminati. Maria no. Maria sa che Dio ci ama come una sposa coronata di stelle, che l ei è assunta in Dio e Dio in lei, e se lo è in ques ta vita lo sarà anche dopo la morte. Infatti la donna vestita di sole rie sce lo stesso a partorire il bambino, il drago non ce la fa ad ucciderlo: dopo questo tempo di lotta entriamo nell’abbraccio del Padre. E quanto dura questa lotta? 1260 giorni, che sono tre anni e mezzo, che sono la metà di sette che è il nu mero perfetto, e quindi tre anni e mezzo indicano u n tempo limitato che la donna vive nel deserto, il luogo de lla prova. Vuol dire che il tempo della prova che v iviamo è limitato, come la gestazione, non è per sempre, dura tutta la vita terrena, e in questo tempo di prova Dio ci nu tre, non ci abbandona, con la sua Parola e con l’Eucaristia, co me la madre col cordone ombelicale nutre suo figlio nell’attesa di partorirlo. Quindi Maria assunta in cielo in anima e corpo vuol dire assunta in Dio, ma non solo dopo la morte, ma già in vita. Anima e corpo vuol dire tutto il suo esser e: Dio è tutto in lei e lei è tutta in Dio. Le gran di cose fatte in lei, Dio le fa anche a noi se crediamo come lei. Il bambino non potrebbe venire alla luce dopo il parto e veder e la madre se prima non fosse già stato assunto da lei nel suo gr embo. Allo stesso modo noi, dopo la morte del corpo , non entreremmo nell’abbraccio di Dio se egli non ci ave sse già assunto come suoi figli durante la gestazio ne della nostra vita terrena. E’ davvero grande e meraviglioso il m istero che questa difficile festa ci dona!