Vi devo confidare un segreto che a prima vista e sp
ero solo a prima vista potrebbe scandalizzare qualc
uno. Ogni
volta che rifletto sul dogma dell'assunzione di Mar
ia in cielo in anima e corpo e cerco di preparare l
a predica, mi
trovo sempre in difficoltà. Le letture che ascoltia
mo ogni anno in questa festa non parlano dell’Assun
zione, per un
semplice motivo: perche nessuna pagina della scritt
ura parla di questo dogma. Il che non significa che
allora non sia
vero, però occorre capirlo bene, perché preso alla
lettera, almeno a me, dice poco o niente, anzi, con
trasta con
l'evidenza della realtà. Ok, è vero che di fatto la
tomba di Maria non esiste, ma cosa vuol dire crede
re che nel
momento della sua morte ella fu assunta in cielo in
anima e corpo? Vuol dire che Maria da quel momento
si trova da
qualche parte dell'universo che è talmente grande c
he si nasconde bene, oppure che è invisibile e ogni
tanto appare
a qualche prescelto? Io non lo so. Non posso esclud
erlo, in molti ci credono. Però è significativo che
la Chiesa ha
sempre affermato che se un cristiano non crede alle
apparizioni o è scettico, è cristiano cattolico lo
stesso. Piuttosto,
le letture che abbiamo ascoltato, secondo me una pi
ù difficile dell'altra, perché piene di immagini da
decifrare, se le
capiamo ci aiutano però a capire qual è l'essenza d
el dogma dell’Assunzione nel quale un cattolico dev
e credere,
altrimenti non è cattolico. E l'essenza di questo d
ogma è la risurrezione di Gesù. Se Gesù è risorto,
dice san Paolo,
allora risorgiamo anche noi: Cristo è risorto dai m
orti, primizia di coloro che sono morti. Vuol dire
che lui ha aperto la
strada, e noi gli andiamo dietro. Lui è il capo, e
noi il suo corpo. Pensateci bene. Quando una donna
partorisce, se
fuori esce il capo del bambino, stiamo sicuri che p
oi esce anche il corpo del bambino. Così è per noi.
Se
apparteniamo a Cristo siamo suo corpo, e allora se
crediamo che Cristo è risorto, come diciamo nel cre
do, crediamo
anche nella risurrezione dei morti e nella vita del
mondo che verrà. Ma ci crediamo davvero nella vita
eterna che ci
attende dopo la nostra morte? Se non crediamo in qu
esto, possiamo uscire tutti di chiesa. Ma facciamo
fatica a
crederci. Si, ed ecco che l’assunzione di Maria ci
aiuta a capire cosa vuol dire risorgere dai morti.
Provo a spiegarlo
parafrasando le parole di san Paolo e quelle dell’A
pocalisse, perché spiegarle nei dettagli è impossib
ile in una
predica, utilizzando le immagini del racconto di un
o scrittore ungherese che mi è piaciuto molto. Come
vedete, per
parlare di certe cose, possiamo solo usare immagini
, non possiamo fare diversamente. Questa vita terre
na è come la
gestazione di un bimbo nel ventre della madre. Vien
e concepito, in quel piccolo embrione c’è già tutto
quello che poi
diventerà, si sviluppa per nove mesi e poi col part
o viene alla luce e prosegue il suo sviluppo. Potes
se pensare, quel
minuscolo puntino nel grembo materno si domanderebb
e: ma esiste la vita dopo il parto? Nessuno è mai t
ornato da
lì per dirmelo. Come potrebbe credere nell’esistenz
a della mamma che dopo il parto lo accoglierebbe tr
a le sue
braccia? Eppure accade. Non lo sapeva, eppure lui e
ra già dentro sua madre, lei era intorno a lui che
lo avvolgeva,
circondato da lei, lui in lei, era per lei che lui
viveva e senza di lei non poteva esistere. Ecco, co
sì è la nostra vita
terrena: veniamo concepiti nel Battesimo, nel quale
veniamo immersi in Dio e avvolti da Lui, assunti,
associati al
destino di Cristo: come lui è morto e risorto così
sarà per noi. Poi ci sono i mesi della gestazione,
mesi di lotta, che
durano tutta la nostra vita terrena. Lotta con i pr
incipati e le potenze, dice Paolo, lotta della donn
a, che è la Chiesa,
col drago rosso che la vuole uccidere prima che par
torisca, dice l’Apocalisse. E cioè contro chi? Cont
ro tutti quei
fantasmi che ci portano a credere il contrario, che
dopo il parto ci sarà il nulla, che ci fanno crede
re nelle nostre
paure e non nella parola di Dio, a differenza di Ma
ria proclamata beata perché ha creduto, e così, pen
sando che
tutto inizi e finisca qui, invece di vivere nella l
ode, come Maria esprime nel canto del Magnificat, v
iviamo nella
tristezza che sfocia nel lamento. E così viviamo tu
tta la vita come morti, non come illuminati. Maria
no. Maria sa che
Dio ci ama come una sposa coronata di stelle, che l
ei è assunta in Dio e Dio in lei, e se lo è in ques
ta vita lo sarà anche
dopo la morte. Infatti la donna vestita di sole rie
sce lo stesso a partorire il bambino, il drago non
ce la fa ad ucciderlo:
dopo questo tempo di lotta entriamo nell’abbraccio
del Padre. E quanto dura questa lotta? 1260 giorni,
che sono tre
anni e mezzo, che sono la metà di sette che è il nu
mero perfetto, e quindi tre anni e mezzo indicano u
n tempo
limitato che la donna vive nel deserto, il luogo de
lla prova. Vuol dire che il tempo della prova che v
iviamo è limitato,
come la gestazione, non è per sempre, dura tutta la
vita terrena, e in questo tempo di prova Dio ci nu
tre, non ci
abbandona, con la sua Parola e con l’Eucaristia, co
me la madre col cordone ombelicale nutre suo figlio
nell’attesa di
partorirlo. Quindi Maria assunta in cielo in anima
e corpo vuol dire assunta in Dio, ma non solo dopo
la morte, ma già
in vita. Anima e corpo vuol dire tutto il suo esser
e: Dio è tutto in lei e lei è tutta in Dio. Le gran
di cose fatte in lei, Dio
le fa anche a noi se crediamo come lei. Il bambino
non potrebbe venire alla luce dopo il parto e veder
e la madre se
prima non fosse già stato assunto da lei nel suo gr
embo. Allo stesso modo noi, dopo la morte del corpo
, non
entreremmo nell’abbraccio di Dio se egli non ci ave
sse già assunto come suoi figli durante la gestazio
ne della nostra
vita terrena. E’ davvero grande e meraviglioso il m
istero che questa difficile festa ci dona!