venerdì 6 gennaio 2017

VENERDI’ 6 GENNAIO (EPIFANIA) E DOMENICA 8 GENNAIO (BATTESIMO DEL SIGNORE)

Ci ho pensato per due giorni, poi ho deciso che la predica di oggi e di quelle che farò nelle prossime due domeniche è uguale perché l’Epifania, una parola che significa “manifestazione”, è una solennità che racchiude tre manifestazioni del Signore, tre segni che rivelano in modi diversi la stessa cosa, cioè la divinità di Gesù, che Gesù è il Figlio di Dio, e questi tre segni sono: l’adorazione dei Magi
oggi, il Battesimo di Gesù al Giordano (domenica prossima ) e le nozze di Cana (fra due domeniche). Ce ne sarebbe anche un qu arto, quello di quando Gesù distribuisce i pani e i pesci alle folle, il vangelo che leggeremmo fra tre domeniche se non fosse che il 29 gennaio è la festa della san ta famiglia, e allora non lo si legge. Ma questi segni sono a loro volta preannunci della Pasqua. È la Pasqua la più grande epifania di Dio, e infatti (oggi, 6 gennaio) (il 6 gennaio), (d opo il Vangelo), la Chiesa annuncia solennemente la data del giorno di Pasqua (che quest’anno sarà domenica 16 aprile). Co me quando uno vede del fumo capisce che da qualche parte deve esserci qualcosa che brucia, come quando vedi uno vestito in un certo modo e capisci cosa deve an dare a fare, se vedi un bambino con la cartella capisci che sta andando a scuola; o come quando si pianta un seme d i mela si sa che nascerà un albero di mele e non di banane perch é dentro quel seme c’è già dentro tutto; così quest e epifanie del Signore manifestano, rivelano, fanno già vedere in anticipo quello che succederà a Pasqua dove Gesù fa rà vedere in modo inequivocabile chi è Lui, chi è Dio, chi siamo noi, che senso ha la nostra vita. Nel Natale di Ge sù, Dio si è fatto uomo in Gesù per manifestare che Dio non è in cielo , ma nella nostra carne, dentro di noi col suo Spir ito, come fu per Maria, e io sono suo figlio amato, e allora Nat ale non è il 25 dicembre, ma quando io capisco ques ta cosa, quando muore il mio modo vecchio di vivere e imparo a vivere come Gesù, e se vivo così sono risorto: s e in me nasce Gesù, allora è già Pasqua. Se Dio è Padre e io sono figlio amato, chi siete voi? Siete miei fratelli, amati da Dio allo stesso modo e che io devo amare nel modo in cui Ges ù, nostro fratello, ha amato me, belli, brutti, buo ni o cattivi, amici e nemici. Sulla croce Gesù ha dimostrato che Dio ci ama davvero così, perché dalla croce Gesù ha perdonato di fatto tutti quelli che lo stavano ammazzando. Ma ch i capisce questa cosa? La capiscono le persone che la smettono di pensare Dio a modo loro, che cercano di fare i b ravi non per amore, ma per dovere, perché pensano c he Dio punisce i cattivi e premia i bravi, che ammettono d unque non di essere giusti, ma peccatori, che la sm ettono di essere orgogliosi pensando di essere migliori degli altri o invidiosi di chi è più bravo di loro, e qu indi fanno le classifiche dei bravi e dei cattivi, rovinando la v ita a se stessi e agli altri. Tanto è vero che sull a croce chi furono i primi a capire questa cosa? Non gli uomini religiosi e pi i. Gli uomini religiosi e pii furono quelli che mis ero in croce Gesù perché loro si ritenevano giusti, già a posto. No, furono un centurione romano e un ladro, cioè uno st raniero e un farabutto. Per tutta la vita Gesù andò spiegando qu este cose suscitando scandalo perché era sempre ins ieme a gente malfamata. Ecco perché i vangeli raccontano che i p rimi a riconoscere la divinità di Gesù quando nacqu e furono i pastori e i Magi. Al tempo di Gesù i pastori erano considerati la feccia della società, come gli esatt ori delle tasse, i pubblicani, le prostitute, eccetera. Questo perché vivevano in un ambiente impuro, lontani dal tempio e dalla sinagoga, erano dunque ladri e omicidi perché spess o non venivano pagati dai padroni. Per non parlare dei Magi. I Magi erano stranieri che venivano dall’oriente, che non appartenevano ad Israele, e quindi per gli ebr ei benpensanti erano persone escluse dalla salvezza, come il centu rione romano, per di più erano dei maghi, gente che ricorreva alle arti occulte, indovini, incantatori, astrologi, int erpreti dei sogni, e quindi erano ritenuti dei ciar latani, dei corruttori, e di fatto spesso è così, meglio stare alla larga anc he oggi da certa gente. Eppure sono proprio loro ch e lasciandosi guidare da una stella, che non è un astro, ma è la Parola di Dio, si mettono a cercare Dio e sono quel li che per primi capiscono, a differenza di Erode e di tutta la popo lazione di Gerusalemme, che Dio si trova in una man giatoia, che Dio non è colui che tutti domina, ma che da tutti s i fa mangiare, che manifesta la sua potenza con la forza dell’amore e non facendo il mago, facendo andare le cose come vorrei io. Ecco l’Epifania: i vangeli, presentando queste figure fin dall’inizio della vita di Gesù, vogliono far ve dere subito quello che di fatto Gesù manifesterà pe r tutta la vita fin sulla croce, e cioè che non c’è nessuna persona al mondo, qualunque sia la sua condotta e il suo compo rtamento, che possa sentirsi esclusa dall’amore di Dio. E noi cosa abbiamo fatto, nella nostra odiosa superficia lità? Abbiamo fatto diventare i pastori dei simpatici pastorelli e i Magi dei Re, e così facciamo il Natale e l’Epif ania senza capire niente, e infatti l’Epifania tutte le feste le port a via perché di fatto la nostra vita continua a pro cedere come se niente fosse, anziché diventare a sua volta epifania dell’ amore di Dio. Lo stesso dicasi dell’epifania del Ba ttesimo di Gesù che ridice le stesse cose. Giovanni voleva impedire a Gesù di ricevere il battesimo. Perché? Voi sapet e che il verbo battezzare significa immergere nell’acqua, un segno per esprimere il fatto che uno voleva convertirsi, far morire l’uomo vecchio pieno di peccati perché nascesse una nuova persona: se non diventi bravo, Dio ti punisc e, perché Dio ama i giusti, non i peccatori. Per cui Giovanni non accetta che Gesù, il Messia, si metta in fila coi peccatori. Gesù, facendosi battezzare come gli altri uomini peccator i, manifesta fin da subito, all’inizio della sua mi ssione, quello che farà sulla croce, che Dio fa diventare il nostro pe ccato il luogo dove manifestare il suo amore. Ecco perché anche il Battesimo di Gesù è Epifania della Pasqua. Il vero battesimo di Gesù sarà a Pasqua, quando si immerger à nelle acque della morte per riemergere subito, cancellando i no stri peccati e dandoci la sua vita. E infatti, sia nel momento del Battesimo al Giordano, sia nel momento in cui Gesù muore sulla croce cosa succede? Che i cieli si apri rono. Il cielo rappresenta Dio. Il cielo si credeva che fosse chiu so perché Dio era offeso e arrabbiato, e invece no, il cielo è aperto, Dio approva quello che ha fatto Gesù ha fatto. Da c ui nasce come conclusione una domanda che pongo a m e e a voi, e cioè se anche noi approviamo questo Dio che le ep ifanie di Gesù ci hanno manifestato, oppure vogliam o andare avanti a pensare a un Dio inesistente, pericoloso e per molti assolutamente inutile.