Ci ho pensato per due giorni, poi ho deciso che la
predica di oggi e di quelle che farò nelle prossime
due domeniche è
uguale perché l’Epifania, una parola che significa
“manifestazione”, è una solennità che racchiude tre
manifestazioni
del Signore, tre segni che rivelano in modi diversi
la stessa cosa, cioè la divinità di Gesù, che Gesù
è il Figlio di Dio, e
questi tre segni sono: l’adorazione dei Magi
oggi,
il Battesimo di Gesù al Giordano (domenica prossima
) e le nozze di
Cana (fra due domeniche). Ce ne sarebbe anche un qu
arto, quello di quando Gesù distribuisce i pani e i
pesci alle
folle, il vangelo che leggeremmo fra tre domeniche
se non fosse che il 29 gennaio è la festa della san
ta famiglia, e
allora non lo si legge. Ma questi segni sono a loro
volta preannunci della Pasqua. È la Pasqua la più
grande epifania di
Dio, e infatti (oggi, 6 gennaio) (il 6 gennaio), (d
opo il Vangelo), la Chiesa annuncia solennemente la
data del giorno di
Pasqua (che quest’anno sarà domenica 16 aprile). Co
me quando uno vede del fumo capisce che da qualche
parte
deve esserci qualcosa che brucia, come quando vedi
uno vestito in un certo modo e capisci cosa deve an
dare a fare,
se vedi un bambino con la cartella capisci che sta
andando a scuola; o come quando si pianta un seme d
i mela si sa
che nascerà un albero di mele e non di banane perch
é dentro quel seme c’è già dentro tutto; così quest
e epifanie del
Signore manifestano, rivelano, fanno già vedere in
anticipo quello che succederà a Pasqua dove Gesù fa
rà vedere in
modo inequivocabile chi è Lui, chi è Dio, chi siamo
noi, che senso ha la nostra vita. Nel Natale di Ge
sù, Dio si è fatto
uomo in Gesù per manifestare che Dio non è in cielo
, ma nella nostra carne, dentro di noi col suo Spir
ito, come fu
per Maria, e io sono suo figlio amato, e allora Nat
ale non è il 25 dicembre, ma quando io capisco ques
ta cosa,
quando muore il mio modo vecchio di vivere e imparo
a vivere come Gesù, e se vivo così sono risorto: s
e in me nasce
Gesù, allora è già Pasqua. Se Dio è Padre e io sono
figlio amato, chi siete voi? Siete miei fratelli,
amati da Dio allo
stesso modo e che io devo amare nel modo in cui Ges
ù, nostro fratello, ha amato me, belli, brutti, buo
ni o cattivi,
amici e nemici. Sulla croce Gesù ha dimostrato che
Dio ci ama davvero così, perché dalla croce Gesù ha
perdonato di
fatto tutti quelli che lo stavano ammazzando. Ma ch
i capisce questa cosa? La capiscono le persone che
la smettono
di pensare Dio a modo loro, che cercano di fare i b
ravi non per amore, ma per dovere, perché pensano c
he Dio
punisce i cattivi e premia i bravi, che ammettono d
unque non di essere giusti, ma peccatori, che la sm
ettono di
essere orgogliosi pensando di essere migliori degli
altri o invidiosi di chi è più bravo di loro, e qu
indi fanno le
classifiche dei bravi e dei cattivi, rovinando la v
ita a se stessi e agli altri. Tanto è vero che sull
a croce chi furono i primi
a capire questa cosa? Non gli uomini religiosi e pi
i. Gli uomini religiosi e pii furono quelli che mis
ero in croce Gesù
perché loro si ritenevano giusti, già a posto. No,
furono un centurione romano e un ladro, cioè uno st
raniero e un
farabutto. Per tutta la vita Gesù andò spiegando qu
este cose suscitando scandalo perché era sempre ins
ieme a gente
malfamata. Ecco perché i vangeli raccontano che i p
rimi a riconoscere la divinità di Gesù quando nacqu
e furono i
pastori e i Magi. Al tempo di Gesù i pastori erano
considerati la feccia della società, come gli esatt
ori delle tasse, i
pubblicani, le prostitute, eccetera. Questo perché
vivevano in un ambiente impuro, lontani dal tempio
e dalla
sinagoga, erano dunque ladri e omicidi perché spess
o non venivano pagati dai padroni. Per non parlare
dei Magi. I
Magi erano stranieri che venivano dall’oriente, che
non appartenevano ad Israele, e quindi per gli ebr
ei benpensanti
erano persone escluse dalla salvezza, come il centu
rione romano, per di più erano dei maghi, gente che
ricorreva alle
arti occulte, indovini, incantatori, astrologi, int
erpreti dei sogni, e quindi erano ritenuti dei ciar
latani, dei corruttori, e
di fatto spesso è così, meglio stare alla larga anc
he oggi da certa gente. Eppure sono proprio loro ch
e lasciandosi
guidare da una stella, che non è un astro, ma è la
Parola di Dio, si mettono a cercare Dio e sono quel
li che per primi
capiscono, a differenza di Erode e di tutta la popo
lazione di Gerusalemme, che Dio si trova in una man
giatoia, che
Dio non è colui che tutti domina, ma che da tutti s
i fa mangiare, che manifesta la sua potenza con la
forza dell’amore
e non facendo il mago, facendo andare le cose come
vorrei io. Ecco l’Epifania: i vangeli, presentando
queste figure
fin dall’inizio della vita di Gesù, vogliono far ve
dere subito quello che di fatto Gesù manifesterà pe
r tutta la vita fin
sulla croce, e cioè che non c’è nessuna persona al
mondo, qualunque sia la sua condotta e il suo compo
rtamento,
che possa sentirsi esclusa dall’amore di Dio. E noi
cosa abbiamo fatto, nella nostra odiosa superficia
lità? Abbiamo
fatto diventare i pastori dei simpatici pastorelli
e i Magi dei Re, e così facciamo il Natale e l’Epif
ania senza capire
niente, e infatti l’Epifania tutte le feste le port
a via perché di fatto la nostra vita continua a pro
cedere come se niente
fosse, anziché diventare a sua volta epifania dell’
amore di Dio. Lo stesso dicasi dell’epifania del Ba
ttesimo di Gesù
che ridice le stesse cose. Giovanni voleva impedire
a Gesù di ricevere il battesimo. Perché? Voi sapet
e che il verbo
battezzare significa immergere nell’acqua, un segno
per esprimere il fatto che uno voleva convertirsi,
far morire
l’uomo vecchio pieno di peccati perché nascesse una
nuova persona: se non diventi bravo, Dio ti punisc
e, perché Dio
ama i giusti, non i peccatori. Per cui Giovanni non
accetta che Gesù, il Messia, si metta in fila coi
peccatori. Gesù,
facendosi battezzare come gli altri uomini peccator
i, manifesta fin da subito, all’inizio della sua mi
ssione, quello che
farà sulla croce, che Dio fa diventare il nostro pe
ccato il luogo dove manifestare il suo amore. Ecco
perché anche il
Battesimo di Gesù è Epifania della Pasqua. Il vero
battesimo di Gesù sarà a Pasqua, quando si immerger
à nelle acque
della morte per riemergere subito, cancellando i no
stri peccati e dandoci la sua vita. E infatti, sia
nel momento del
Battesimo al Giordano, sia nel momento in cui Gesù
muore sulla croce cosa succede? Che i cieli si apri
rono. Il cielo
rappresenta Dio. Il cielo si credeva che fosse chiu
so perché Dio era offeso e arrabbiato, e invece no,
il cielo è aperto,
Dio approva quello che ha fatto Gesù ha fatto. Da c
ui nasce come conclusione una domanda che pongo a m
e e a voi,
e cioè se anche noi approviamo questo Dio che le ep
ifanie di Gesù ci hanno manifestato, oppure vogliam
o andare
avanti a pensare a un Dio inesistente, pericoloso e
per molti assolutamente inutile.