domenica 30 dicembre 2018

DOMENICA NELL’OTTAVA DI NATALE

Siccome sarebbe impossibile riuscire a spiegare in una predica il solenne prologo del vangelo di Giovanni, vorrei che provare a far capire il significato di una frase del Credo contenuta in questo brano e sulla quale, purtroppo, normalmente non si presta mai attenzione, frase che compare e collega tutte e tre le letture di questa domenica. Nel Credo, dopo aver professato la fede in Dio Padre
creatore, si professa la fede in Gesù Cristo, che proclamiamo Signore, unigenito figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli, della stessa sostanza del Padre (ovvero Dio come il Padre), e poi diciamo, ecco la frase: “per mezzo di lui tutte le cose sono state create”. Questa frase la ritroviamo sia nel prologo di Giovanni sia nel brano della lettera ai Colossesi di san Paolo. Paolo, oltre a dire che in Gesù abita tutta la pienezza della divinità, ripete per due volte che “tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui”. Giovanni, nel vangelo afferma: “tutto fu fatto per mezzo di lui e in vista di lui e senza di lui nulla è stato fatto di tutto ciò che esiste”, e poi aggiunge che “il mondo è stato fatto per mezzo di lui”. Ora, io non voglio fare una lezione di teologia, ma aiutare a capire come è importante e cosa significa questa affermazione che noi ripetiamo distrattamente, e per comprenderla dobbiamo partire dal brano del libro dei Proverbi che la liturgia ci ha giustamente proposto, perché sta alla base di questa affermazione. Nei versetti che abbiamo letto, c’è la Sapienza creatrice di Dio che parla e dice di essere stata creata all’origine, prima di ogni altra cosa, così da aver potuto vedere tutte le altre cose venire all’esistenza: “quando il Signore fissava i cieli io ero là”, e lo stesso vale per gli abissi, le nubi, i mari, le fondamenta della terra. E negli ultimi versetti addirittura dice: “io giocavo davanti a Dio in ogni istante, sul globo terrestre”, ed è un’immagine che fa venire in mente un bambino che gioca e si diverte mentre il mondo viene creato. Parole che esprimono la gioia di Dio nel creare il mondo, un Dio che si vuole legare col mondo, un Dio quindi che non è lontano e che vuole armonia. Questa Sapienza esprime la logica con la quale Dio crea il mondo, la logica che governa l’universo, il progetto di Dio sul mondo. Ebbene, il termine “sapienza” viene ripreso e chiamato Logos, in greco, da san Giovanni all’inizio del suo vangelo, nel prologo appunto, dicendo: “In principio era il Logos”, un termine greco che in italiano viene tradotto con Verbo, che letteralmente significa “parola”, ma che è molto di più. Il Logos, la sapienza di Dio è appunto il progetto, la volontà, la logica con la quale Dio crea il mondo. Ma perché Giovanni usa proprio questo termine, Logos, che significa “parola”? Perché si credeva che il mondo fosse stato creato da Dio in vista delle dieci parole, i dieci comandamenti, come a dire: il progetto di Dio sul mondo è che tutti gli uomini servano Dio osservando i dieci comandamenti. Giovanni non è d’accordo. C’è un’unica parola di Dio che sta in principio, ed è la parola che si manifesta nell’unico comandamento che darà Gesù: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. Questo è il progetto di Dio, il logos, la logica di Dio, la sua volontà. “Tutto è stato creato” per realizzare questo progetto. Ebbene, dice Giovanni: questo progetto di Dio che è da sempre ha preso corpo, carne, si è incarnato in un uomo, Gesù di Nazaret. Ecco allora cosa vuol dire che per mezzo di Gesù tutto è stato creato: vuol dire che guardando quello che Gesù ha fatto, ha detto e come ha vissuto noi possiamo vedere la pienezza della divinità, cioè possiamo capire chi è Dio e qual è il suo progetto sul mondo, la sua logica, la sua sapienza. Fino ad arrivare a scoprire, nella sua morte e risurrezione, che vivendo nella logica dell’amore, non siamo destinati a morire, ma a vivere per sempre: questa è la volontà di Dio. Gesù è il modello secondo il quale Dio ha creato il mondo, e la sua vicenda storica, la sua incarnazione, il suo insegnamento, ciò che egli ha compiuto e la sua morte e risurrezione la esprime, la rivela. Cosa giustifica il fatto che dentro ogni uomo c’è l’anelito alla bellezza, alla giustizia, al bene, alla libertà, alla pace o, detto in una parola, all’amore? E il desiderio di una vita che sia eterna, non abbia fine? Perché Dio ha modellato il mondo, e nel mondo ciascuno di noi, a immagine di Gesù: Gesù, potremmo dire, è il nostro DNA. Per questo “il Verbo si è fatto carne”, per rivelare tutto questo. “E venne ad abitare in mezzo a noi”, dove la traduzione più corretta sarebbe non “in mezzo a noi”, ma “in noi”, attraverso il suo spirito. Con Gesù, Dio chiede ad ogni persona di essere accolto nella sua vita, per fondersi con Lui e renderlo capace di fare cosa? “A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio”. Con Gesù, Dio non è più da cercare, ma da accogliere. Con Gesù l'uomo non vive più per Dio, ma vive di Dio, e con la forza del suo Spirito, iscritto nel DNA di ciascuno di noi, può diventare come Gesù, vivere come Gesù, perché riceve da lui la forza di amare e così realizzare la propria esistenza umana. E’ questo che dobbiamo chiedere nella preghiera e partecipando all’Eucaristia. Consapevoli che vive così non muore mai, è destinato alla vita eterna, perché Gesù, che ha vissuto così, è risorto. Perché è questo il progetto e la volontà di Dio su ciascuno di noi.