domenica 1 dicembre 2019

III DOMENICA DI AVVENTO

 Il vangelo di domenica scorsa ci presentava Giovanni Battista circondato dalle folle che annunciava la venuta del Messia con forza e determinazione, e il vangelo di oggi ce lo presenta in carcere, profondamente in crisi. Lui, che pur aveva riconosciuto in Gesù il Messia, ora comincia a dubitarne. Perché? Perché il Battista era l’erede di una spiritualità, di una tradizione, di una religiosità, che
sperava in un popolo di giusti, come aveva profetato Isaia: il tuo popolo sarà tutto di giusti. E di fronte al comportamento di Gesù che affermava di non essere venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori, restò sconcertato. Inoltre, lo leggevamo domenica scorsa, Giovanni aveva presentato un Messia che avrebbe castigato peccatori e miscredenti, e si trova di fronte a Gesù che non solo non annuncia il castigo di Dio, ma l’amore di Dio proprio per i peccatori e i miscredenti. Da ultimo si ritrovava in carcere ingiustamente, vittima del potere, e Gesù non dava l’idea di essere il messia che avrebbe guidato il popolo alla rivolta. Quindi, è normale che Giovanni vada in crisi, e manda a Gesù un ultimatum che ha tutto il sapore di una scomunica: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?”. Gesù risponde con l’elenco delle azioni che il profeta Isaia aveva detto che avrebbe compiuto il Messia, come per dirgli: guarda che non ti sei sbagliato, sono io, e sono sei azioni che corrispondono ai sei giorni della creazione, per indicare che Dio è colui che comunica la vita agli uomini, non che la toglie: “I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la Buona Notizia”. Se andiamo a rileggere la pagina di Isaia che abbiamo ascoltato nella lettura, queste azioni le ritroviamo tutte. Davvero con Gesù queste profezie si sono adempiute, come recita il titolo di questa terza domenica di Avvento. Ma se confrontiamo queste azioni, ci accorgiamo che Gesù censura una delle azioni del Messia di cui parlava il profeta Isaia, quella della vendetta contro i pagani dominatori. Gesù non parla di vendette, ma parla soltanto di amore di Dio. Gesù non presenta il castigo di Dio, ma presenta una via di Dio, quella dell’amore, per far crescere tutte le persone. E a questo punto c’è un monito di Gesù, attuale più che mai, sul quale vorrei che concentrassimo la nostra attenzione: “Beato colui che non trova in me motivo di scandalo!”. Cosa significa questo? Le persone del tempo tremavano pensando al Dio presentato da Giovanni Battista, un Dio che punisce, un Dio che castiga, un Dio che si offende. Però era il Dio che loro conoscevano, e non si scandalizzavano. Al contrario si scandalizzano del Dio di Gesù. Le stesse persone che non si scandalizzavano sentendo parlare di un Dio terribile nelle sue vendette e nei suoi castighi, sono proprio quelle che si scandalizzano sentendo l’annunzio di Gesù di un Dio che ama tutti quanti indipendentemente dalla loro condotta e dal loro comportamento. Questo, alle persone pie, alle persone religiose, di oggi come allora, porta sempre sconcerto. Chi me lo fa fare di essere buono se Dio perdona tutti? E’ intollerabile, inaccettabile, che Dio il suo amore lo riversi sugli uomini indipendentemente dai loro meriti o dal loro comportamento. Ecco, io penso che questo scandalo continui a permanere ancor oggi in molte persone, soprattutto chi ha una certa età che, non per colpa loro, ma di un’educazione religiosa ricevuta fin da ragazzi che purtroppo si basava ben poco sul vangelo, si sono formate con l’idea del Dio giustiziere che premia e castiga a seconda dei meriti delle persone, un Dio che, oltretutto, spesso agisce in modo arbitrario, perché spesso uno si ritrova in un mare di guai, come Giobbe, senza aver commesso nessun orribile peccato, a chiedersi appunto: cosa ho fatto di male per meritare questo? Risposta: è un mistero, è la volontà di Dio. Possibile che Dio sia buono, giusto e onnipotente e che, nel contempo, la sua volontà sia sempre qualcosa di negativo? Non ho mai sentito nessuno che abbia vinto alla lotteria dire che è volontà di Dio. E meno male che poi questo Dio lo chiamiamo Padre: ma neanche il peggiore dei padri terreni farebbe le cose che farebbe un Dio così! E infatti questo è il motivo per cui molti diventano atei. E meno, male, dico io, perché questo potrebbe diventare il primo passo per riscoprire il vero volto di Dio che Gesù ci ha rivelato, perché Gesù è venuto proprio per liberare l’uomo da questo Dio che è un mostro, facendoci vedere che Dio non è questo, ma che la sua volontà è la nostra gioia, è darci una vita immortale, è donarci il suo Spirito che ci rende capaci di fare il bene, che Dio è onnipotente non perché può fare quello che vuole, ma è onnipotente nell’amore, un amore che rispetta la nostra libertà e che si manifesta nel perdono, non distruggendoci, perché vuole la nostra vita. Dio perdona sempre chi si lascia avvolgere dal suo amore, certo, non da chi lo rifiuta, e perdona sempre proprio perché il male, il peccato, lo si fa per mancanza d’amore, e siccome è l’amore ciò che ci rende umani, Dio reagisce di fronte a chi compie il male, infondendo l’amore che gli manca per tornare ad essere uomo. Ecco perché è così importante questa frase di Gesù: “beato chi non trova in me motivo di scandalo”, ed è un’affermazione al presente, perché riguarda ogni generazione, anche la nostra. Beati noi se comprendiamo questa gioiosa notizia capace di cambiare davvero il nostro modo di vedere Dio, di vedere noi stessi e di vedere gli altri. Avvento vuol dire accogliere un Dio che viene in questo modo. Ma è questo davvero il Dio che attendiamo o ne vorremmo un altro anche noi? Io personalmente non ho intenzione di cambiarlo.