domenica 30 maggio 2021

SS. TRINITA' (ANNO B) 30/05/21

Gesù, quando parlava di Dio, lo chiamava col nome di Padre. Non perché Dio è un maschio. Dio non ha sesso, non è né maschio né femmina. Lo chiamava Padre perché, nella mentalità del suo tempo, si pensava che fosse il padre quello che generava la vita, non la madre. Dire che Dio è Padre vuol dire che

Dio non solo è il creatore di tutte le cose, ma è colui che dona agli uomini la sua stessa vita immortale, per farci diventare tutti suoi figli, e quindi partecipi della sua stessa natura divina, come Gesù. Gesù diceva infatti di essere Figlio di questo Padre, così assomigliante al Padre da affermare: chi vede me, vede il Padre, cioè vede Dio. Chi vede quello che io faccio, vede Dio. Incredibile: Dio nella condizione di uomo. Gesù non ha spiegato chi è Dio, ma ci ha fatto vedere chi è Dio, che Dio è amore, che questo Padre ci ama come una Madre. Ce lo ha fatto vedere nel suo modo di agire, perché ha accostato come fratelli tutti quelli che ha incontrato, con quello stile squisitamente femminile di cura, tenerezza, passione, accoglienza, perdono, abbracciando, asciugando le lacrime, rialzando chi era perduto, dando speranza, non facendo sentire fallito nessuno. Quindi ci ha fatto vedere che Dio è amore, solo amore, che Dio è qualcosa di molto concreto, come concreto è l’amore. Ma questo amore che il Figlio ha verso il Padre da renderlo una cosa sola con lui e che il Padre ha verso il Figlio, è stato donato anche a noi per darci la forza di diventare anche noi figli, come Gesù, di poter amare come lui e di risorgere come lui, cioè di avere dentro di noi la sua stessa vita divina. Questo amore che soffia dentro di noi è lo Spirito santo. Dio, dunque, è Padre, Figlio e Spirito santo, santissima Trinità, cioè una relazione d’amore, d’armonia, nella quale siamo compresi anche noi, se diventiamo figli nel Figlio, come il Figlio Gesù, suoi fratelli. Vuol dire che Dio non è solo fuori di noi, ma dentro di noi, e se vogliamo trovare Dio non dobbiamo cercarlo fuori, ma dentro di noi, come presenza che dona pace, conforto, speranza e capacità di amare come Gesù. L’unico modo per capire cosa vuol dire e perché Dio è Trinità è quando viviamo l’amore gli uni verso gli altri lo stesso amore di Dio che Gesù ci ha mostrato, grazie all’azione dello Spirito santo dentro di noi. Spirito vuol dire vento, soffio, aria. L’aria è qualcosa di molto concreto, esterna a noi, ma che entra dentro di noi per farci vivere. Come l’acqua, il pane, il vino, la luce, che sono elementi esterni a noi, ma che devono entrare dentro il nostro corpo per farci vivere. Per questo Gesù, per parlare di Dio, usava immagini e diceva: io sono l’acqua che zampilla per la vita eterna, io sono la luce del mondo, io sono il pane vivo disceso dal cielo, prendete e bevete. Dio non è solo fuori di noi, ma dentro di noi per fondersi con noi. Noi siamo già immersi in questo oceano d’amore della Trinità, e il Battesimo ne è il segno: noi siamo battezzati, immersi nel nome, cioè nell’amore di questo Dio che è Padre, Figlio e Spirito santo. Proviamo adesso per due minuti a chiudere gli occhi e a ripetere (è una cosa che dovremmo fare spesso) le parole del segno di Croce comprendendone tutto il valore: tu Signore, sei Padre e Figlio e Spirito santo, quindi io sono figlio amato del Padre, sono fratello di Gesù, chiamato a diventare come lui amando i fratelli grazie allo Spirito santo che è dentro di me. Donami di vivere così. Quando preghiamo noi chiediamo a Dio tante cose, ma è solo questa la cosa da chiedere al Signore: di farci nuotare nel mare del suo immenso amore per farci diventare divini come lui. Dunque, chiudiamo gli occhi e ripetiamo per un po’ di volte: io sono figlio amato del Padre, sono fratello di Gesù, chiamato a diventare te amando i fratelli grazie allo Spirito santo che è dentro di me.