“Andate e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato”. Sono le parole di Gesù risorto con le quali si conclude il vangelo di Matteo e la liturgia ce le fa ascoltare perché oggi è la Giornata missionaria mondiale. (Ieri,
questa) sera il nostro Arcivescovo (ha consegnato, conferisce) il mandato missionario a quei presbiteri, religiosi/e e laici della nostra diocesi che si preparano a partire per diffondere il Vangelo in varie Chiese del mondo. Tra i partenti di quest’anno c’è anche una giovane famiglia della nostra Comunità pastorale, che abita a Belledo. Si tratta di Marco Greppi e Marta Besana con il piccolo Elia. Fanno parte dell’Associazione Laici del Pime, e andranno in Brasile. Ma non c’è solo chi parte: c’è anche chi arriva da altre parti del mondo per iniziare un servizio nella nostra Diocesi. È sempre stato così, ma quest’anno sono ben 24 i sacerdoti stranieri che arriveranno, e che provengono da diocesi di Paesi come Brasile, Guinea, India, Messico, e molti altri ancora dall’Asia, dall’Africa e dal Sudamerica. E’ un segno concreto della cattolicità, cioè dell’universalità, della Chiesa, come l’ha voluta Gesù: una comunità che abbraccia tutti i popoli della terra, come già testimoniava il testo degli Atti degli Apostoli. Fin dall’inizio, il vangelo si diffonde fuori da Gerusalemme, infatti si parla dei cristiani di Antiochia, in Siria, e, tra di loro, di Barnaba e Paolo che vanno nell’isola di Cipro. Paolo era di Tarso, quindi un turco. C’erano anche Simeone Niger, africano, Lucio di Cirene, libico, e Manaèn, siriano. Insomma, una Chiesa già “internazionale”. Per questo nazionalismi e campanilismi sono lontani dallo spirito del Vangelo: non fanno parte della fede cristiana. Ma il fatto che quest’anno la nostra diocesi accoglierà ben 24 preti stranieri, e che, tra i partenti, non vi sia nessun sacerdote diocesano, ma solo laici, è un dato che fa riflettere: aumentano i cristiani nelle terre in cui la novità del vangelo è giunta in tempi più recenti, e da noi diminuiscono. Perciò, mentre accompagniamo con la preghiera Marco e Marta, ammirati e grati per la loro testimonianza, dobbiamo interrogarci tutti seriamente sulla consistenza, non della fede degli altri, ma su quella di chi, come noi, al termine di ogni eucaristia, è chiamato ad “andare in pace”, cioè a vivere nella quotidianità il mistero della fede che abbiamo celebrato nell’Eucaristia. Detto questo, sarebbe ingiusto non riconoscere la passione e la generosità di tanti fedeli che, nelle nostre parrocchie, vivono con entusiasmo la loro fede. Tra loro, voglio ricordare quelli che, dall’anno scorso, si sono messi a disposizione per una missione particolare: aiutare noi sacerdoti nella visita alle famiglie durante l’Avvento. È un servizio prezioso, e speriamo che il numero cresca: raggiungere tutte le case in poche settimane è una sfida. Qualcuno obietta: la gente vuole vedere il prete e ricevere la benedizione che un laico non può dare. È vero: il prete benedice nel nome di Cristo con l’autorità della Chiesa, mentre un laico invoca la benedizione di Dio. Ma ricordiamo: il mandato di Gesù non è “andate a benedire”, ma “andate a battezzare”, cioè a immergere tutti nell’amore di Dio. E non è “fate proseliti”, ma “fate discepoli”: aiutate gli altri a scoprire che è bello seguire Gesù, e che esiste una comunità con cui camminare insieme. E questo mandato Gesù lo affida a tutti i suoi discepoli, non solo ai preti. Questo compito non è riservato ai preti: appartiene a tutti i battezzati. La Cresima vi ha resi missionari, ciascuno con i propri doni e possibilità. Non tutti potranno fare la visita alle famiglie, ci mancherebbe, ma ognuno ci pensi. E a chi tra i fedeli che già vengono regolarmente in chiesa rimanesse deluso di non vedere arrivare il prete, è l’apostolo Paolo a rispondere nelle ultime righe della lettura di oggi, quando scrive: “mi sono fatto un punto di onore di non annunciare il Vangelo dove era già conosciuto il nome di Cristo”. Concludo con un appello, rivolto a voi che, essendo qui, già conoscete il nome di Cristo. Proprio per questo e proprio perché è dalla forza dell’Eucaristia che nasce la missione della Chiesa, trovate il modo di partecipare a qualcuno degli appuntamenti di adorazione che saranno proposti, a partire da lunedì, nella settimana eucaristica cittadina: li troverete scritti nelle locandine esposte. Ognuno lo prenda come impegno e frutto della partecipazione a questa Messa.