Abbiamo letto il dialogo tra
Ponzio Pilato e Gesù, e nella lettura il dialogo tra il Re Davide e il profeta
Natan. Davide si stava riposando dopo le tante battaglie e voleva ringraziare
il Signore che gli aveva permesso di uccidere tutti i suoi nemici, e allora
esprime il desiderio di costruire a Dio una casa. Natan gli riferisce che non
sarà lui a costruirla, infatti sarà suo figlio Salomone che costruirà il
magnifico tempio di Gerusalemme, però Natan parlava di un discendente che
avrebbe regnato come re per sempre considerato da Dio come suo figlio: io sarò
per lui padre ed egli sarà per me figlio. Questo discendente di Davide è Gesù,
chiamato infatti figlio di Davide, che chiama Dio col nome di
Padre, del quale
egli è il Figlio. Ma Gesù non è un re come Davide. Dice a Pilato: il mio regno
non è di questo mondo. Se il mio regno fosse di questo mondo, io mi comporterei
come tutti i re: io sono innocente, voi mi avete arrestato e volete uccidermi,
chiamo l’esercito di Dio e vi faccio ammazzare tutti. Invece il mio regno è
quello di Dio, dove Dio è un Padre, io sono il Figlio e amo tutti gli uomini,
anche i nemici, perché Dio non ha nemici, tutti sono suoi figli, e quindi tutti
siete miei fratelli. Davide questa cosa non l’aveva capita. Per Davide, Dio usa
il suo potere per proteggere lui e aiutarlo ad uccidere gli altri. Ma anche
Pilato ragionava allo stesso modo, e infatti chiede a Gesù: “Tu sei il re dei
Giudei?”. Il re rappresenta l’uomo riuscito, gli altri sono tutti falliti, il
re è ciò che vorrebbe essere ciascuno di noi, è dio in terra. Se Dio è il
potente che schiaccia, che domina, che distrugge i nemici, per forza che Pilato
chiede a Gesù: proprio tu sei un re? tu che sei legato, oppresso, condannato?
Fosse un altro capisco! Tu sei nelle mani di tutti. Oltretutto il re dei Giudei
era il messia promesso che avrebbe salvato il popolo d’Israele dai romani. Tu
che sei condannato chi pretendi di salvare? Non vedi che non salvi neppure te
stesso? E Gesù gli ribatte: queste cose le dici tu o sono altri che te le hanno
dette? Come per dire: rifletti bene, chi è per te un re, cos’è per te il
potere? Perché il potere non è una cosa negativa, anzi, potere vuol dire
possibilità, ed è ciò che distingue l’uomo dagli altri animali: noi non siamo
costretti a seguire solo l’istinto, abbiamo il potere di fare di tutto e il
contrario di tutto. E’ chiaro che se io penso che Dio è potente perché con la
sua forza spacca tutto e distrugge i miei nemici, anch’io penso che il potere
sia questo e mi comporto allo stesso modo. Non è un caso che la festa di Cristo
Re è stata istituita molto di recente, durante il fascismo, il nazismo e lo
stalinismo. Per dire una cosa molto semplice: che il vero potere è molto
diverso da quello che conosciamo. Gesù rivela qual è il vero potere di Dio. Che
hai fatto? gli chiede Pilato. Gesù per tutta la vita aveva fatto vedere qual è
il potere di Dio: aveva dato il vino alle nozze, aveva dato amore dove mancava;
aveva dato vita a chi stava per morire, il figlio del centurione, aveva fatto
camminare i paralitici, bloccati dai loro sensi di colpa, aveva dato il pane,
invece di toglierlo, aveva guarito il cieco e risuscitato Lazzaro, aveva lavato
i piedi, e aveva detto: questo è Dio, il potere di Dio è quello di mettersi
nelle mani degli uomini, di dare la vita ai morti, di dare la libertà, di
perdonare i suoi figli. E da al Figlio Gesù lo stesso potere: di amare in questo
modo tutti gli uomini, e Gesù lo fa perché sente che tutti gli uomini sono suoi
fratelli. Per questo io sono nato e per questo sono venuto al mondo: per
rendere testimonianza alla verità. E la verità qual è? Quella che diceva già a
Davide il profeta Natan: che Dio è Padre, che noi siamo suoi figli amati e che
dobbiamo vivere da fratelli, e questo è il regno di Dio, e Gesù è re perché usa
il suo potere per amare, e anche noi diventiamo re come lui se facciamo la
stessa cosa, tutti, i politici, chi governa, ma ciascuno di noi. La verità è
che Dio è il Dio della pace, non della guerra, è il Dio della libertà, non
dell’oppressione, è il Dio di giustizia, che prende la parte degli ultimi.
Insomma, che Dio è Padre noi siamo fratelli. E se vogliamo essere come Dio,
dobbiamo essere con gli altri, non contro gli altri. Ma, aggiunge Gesù, questa
cosa la può capire solo chi è dalla verità, non chi fa l’ingiustizia, e cioè
questa verità la possono capire tutti i poveri cristi che subiscono
l’ingiustizia, come Gesù, perché quello che capita a Lui, capita nella storia a
tutti i poveri cristi. Pilato aveva il potere, la possibilità di salvare un
innocente, oppure di condannarlo, giusto? E invece cosa fa? Lo farà mettere a
morte. La verità ce l’aveva davanti: quell’uomo andava difeso, ma non lo fa, se
ne lava le mani, perché lui non c’entrava niente. Lo dice esplicitamente: sono
stati la tua gente e i capi che ti hanno consegnato. Invece c’entra anche lui,
come c’entriamo tutti, dipende cos’è per noi la verità. Se la verità è che al
centro ci sono io e chissenefrega degli altri o se la verità è quella che ha
detto Gesù, che Dio è Padre, che io sono figlio e gli altri sono miei fratelli,
per cui Dio non parteggia per qualcuno, non fa vincere la mia squadra e perdere
quella dei miei avversari, perché non ha avversari, tutti sono suoi figli. Sono
io che ho avversari quando non mi rendo conto di questa verità. La cosa
peggiore è quando a non rendersi conto di questo siamo noi che chiamiamo Dio
col nome di Padre e veniamo in chiesa tutte le domeniche.