domenica 16 novembre 2014

I DOMENICA DI AVVENTO ANNO B

PRIMA DELLA LETTURA

La lettura che ora ascoltiamo sembra un racconto del terrore e, come vedrete, anche il vangelo, infatti Gesù riprende alcune immagini del profeta Isaia. Isaia qui parla del male compiuto dagli uomini e della distruzione della terra, ma termina parlando della potenza di Dio che è più forte di ogni male, come leggeremo nel vangelo. Per questo dopo pregheremo con le parole del salmo che invocano l’aiuto del Signore.

PRIMA DELL’EPISTOLA

Nel brano che ora leggiamo, anche san Paolo parla della vittoria di Dio sul male, sul peccato, sulla morte attraverso la risurrezione di Gesù. Lui è la primizia, il primo dei risorti: quello che è accaduto a lui accadrà a tutti e allora Dio regnerà in tutti, sarà tutto in tutti, e quindi il futuro del mondo, il nostro futuro, nonostante il male, è un futuro di gloria, come dopo capiremo meglio spiegando le parole di Gesù del vangelo.

OMELIA

Il tempo dell’Avvento si apre quest’anno con questa lunga e apparentemente drammatica pagina di vangelo. Dico apparentemente perché in realtà Gesù usa un linguaggio apocalittico, pieno di simboli, per dirci invece qualcosa di bellissimo. Proviamo a ripercorrerlo insieme. Inizia dicendo che verrà distrutto il tempio di Gerusalemme. Di fatto è quello che poi accadde, ma il tempio rappresentava Dio, il Dio tremendo, potente che giudica e condanna. Con la sua morte sulla croce Gesù distrugge questo tempio, questa immagine di Dio, facendoci vedere che Dio è diverso, per fortuna, e poi alla fine vedremo chi è questo Dio. Ma anzitutto, prosegue Gesù, non lasciatevi ingannare da chi viene
a proporsi come Salvatore dal male, tipo i testimoni di Geova: vieni con noi e sei salvo. No. Ed elenca i mali che c'erano allora, che c'erano prima, che ci sono oggi, che ci saranno sempre e di cui parlano le cronache dei telegiornali: guerre, lotte fra le nazioni, terremoti, le carestie. Bisogna che avvengano queste cose perché sono come il principio delle doglie del parto, l’inizio della morte del mondo vecchio e la nascita del mondo nuovo. Qual è il mondo nuovo? Che in mezzo al male voi che siete miei discepoli subirete quello che è accaduto a me e voi cosa dovete fare? Come me, e cioè in mezzo al male vivere l’amore, il perdono, la comprensione, la misericordia. Il male deve uscire perché c’è, ma deve uscire anche il bene: bisogna che il Vangelo sia annunciato a tutti. In questi momenti non preoccupatevi: sarà lo Spirito santo a dirvi cosa dire e cosa fare e vi darà la forza: se uno ti fa guerra e ti dà uno schiaffo, tu gliene rendi due, se conti sulle tue forze. Se invece conti sulla forza del Signore, magari riesci anche a perdonare, e in quel momento finisce il mondo vecchio e inizia quello nuovo, anche quando questo accade in famiglia (e qui le cronache di tutti i giorni ci fanno vedere cosa succede quando non ci si lascia guidare dallo Spirito santo). Poi si mette a parlare dell’abominio della desolazione, presente là dove non è lecito. Qui si riferisce ad una storia del libro di Daniele quando i greci misero nel tempio la statua di Giove, l’idolo al posto di Dio. Ecco. Delle
guerre, dei terremoti, delle percosse non bisogna preoccuparsi, ma di questo si, non prendete neanche il mantello e fuggite, perché questo è il male assoluto, quando facciamo diventare assoluto qualcosa che non è assoluto sacrificando ad esso la vita: soldi, la salute, il benessere, la riuscita, le mie cose, ma anche quando il posto di Dio viene preso dalla sfiducia e dall’assenza di speranza: questo è il male assoluto, non si va più da nessuna parte, fuggite. E non lasciatevi ingannare dai falsi cristi, da chi viene a dirti: ci penso io a salvarti, ce l’ho io la verità e daranno anche segni e prodigi, oggi si riesce a far molti segni e prodigi con la tecnica che abbiamo : non lasciatevi ingannare. Io vi ho predetto tutto. Cosa ci ha predetto Gesù? Con la sua vita, la sua morte, la sua resurrezione ci ha predetto cos’è la nostra vita, la nostra morte, il nostro destino: che vive come lui risorge come lui. Noi pensiamo che andiamo a finire male, per questo abbiamo paura e cerchiamo di non contare i nostri giorni perché poi dopo è la fine. Invece Gesù dice che il termine della storia, di tutta quanta la storia e il termine della nostra vicenda personale è l’incontro con Lui. La fine del mondo è già accaduta sulla croce di Gesù. Il sole è simbolo di Dio: sulla croce di Gesù il sole si è oscurato perché rivela che Dio muore portando su di sé i nostri peccati, e quindi finisce ogni male, perché un male più grande di uccidere Dio non esiste, e così muore il Dio terribile che immaginiamo noi. Gli astri sono sconvolti, cadono dal cielo, il cielo cade sulla terra, ciò che stava in alto è scosso. Cosa vuol dire? Che sulla croce si ribaltano tutte le nostre false idee su Dio. Muore Dio, cosa c’è di peggio? Tutti tramortiranno di paura, invece no, voi levate il capo, la salvezza è vicina perché lì sulla croce vedrete che il giudizio di Dio, il vero volto di Dio, è il volto di un Dio che ama e perdona. Leggevo il racconto di uno che diceva: ero andato a trovare un amico, non sapevo che avesse un San Bernardo, apro il cancello e mi vedo venire incontro una cosa enorme, ho detto : “Dio mio, sono morto!”, non potevo più scappare, me lo vedo addosso, si appoggia, cado a terra e ... viene a leccarmi la faccia. Più o meno sarà così, con tutto il rispetto per il Figlio dell’uomo: uno si aspetta chissà che cosa, poi scopre che Dio lo giudica perdonandolo, ed era per questo che San Francesco di Sales diceva : “Preferisco essere giudicato da Dio che da mia mamma”. Noi fuggivamo da Dio perché pensavamo che fosse terribile. Ciò che è avvenuto a Gesù, avverrà alla fine del mondo, quindi la sua prima venuta sarà uguale alla seconda, per cui il futuro è l’incontro con lui. Noi viviamo il presente sotto la paura del male. Alluvioni, bombe d’acqua, terremoti, guerre, violenze, omicidi, ingiustizie. Dove andremo a finire? E poi la paura della morte e la paura di Dio. No, se in mezzo a tutto questo male io compio il bene con lo spirito di Gesù, il vecchio mondo è già finito e la morte non è una separazione o una lontananza, ma la riunione di tutti dai quattro angoli del mondo, un ritrovarci tutti insieme. Per cui possiamo vivere il presente in modo diverso, possiamo camminare con speranza, con la sua croce e risurrezione Gesù ci ha già fatto a
vedere dove andremo a finire. Questa è la cosa più bella della storia, si va a finire qui, per cui davvero questa pagina che dà il via all’Avvento è un brano di grande speranza: qualunque cosa capiti, anche un grande male, non dobbiamo avere paura, perché il più grande male è già avvenuto con la croce di Cristo, eppure proprio lì lui ci ha mostrato l’amore di Dio che è infinitamente più grande.