domenica 2 agosto 2015

X DOMENICA DOPO PENTECOSTE ANNO B 2012

Le letture di questa domenica ci aiutano ad approfondire un tema molto bello e importante: Dio dov’è, dove lo possiamo incontrare? Il punto di partenza ce lo offre la prima lettura che ogni domenica ci presenta un episodio legato ad un avvenimento dell’Antico Testamento per mostrare poi nel brano di vangelo in che modo Gesù ne ha svelato in pienezza il significato. E così le scorse
domeniche abbiamo incontrato Abramo, Mosè, Giosuè, i Giudici, e domenica scorsa il re Davide mentre danzava davanti all’Arca dell’Alleanza. Davide aveva promesso di fare una casa a Dio. Ed ecco oggi il re Salomone, suo figlio, mentre adempie questa promessa costruendo il primo grande tempio di Gerusalemme, sul monte Sion, che diventa così il cuore religioso di tutto Israele. Siamo circa 1000 anni prima della venuta di Gesù. L’arca dell’Alleanza, con le due tavole della Legge, viene messa nel sacrario più interiore del tempio, il Santo dei Santi, come per noi è il tabernacolo, e lì la “nube”, la shekinà, la Gloria di Dio scende a prendervi dimora. Era il segno della presenza di Dio per il suo popolo, e così ogni ebreo saliva al tempio nelle feste principali e ogni giorno venivano offerti i sacrifici. Ecco dove abita Dio: nel tempio di Gerusalemme, e così la città santa è desiderata da ogni fedele che ripeteva: “L’anima mia anela e desidera gli atri del Signore; quanto sono amabili le tue dimore”. O, come abbiamo pregato anche noi col salmo di oggi, il salmo 28: prostratevi al Signore nel suo atrio santo, nel suo tempio tutti dicono Gloria. Certo, prostratevi nell’atrio del tempio, perché dove era custodita l’Arca potevano accedervi solo i sacerdoti. Ma anche lì, abbiamo letto che i sacerdoti non potevano rimanervi, perché la shekinà, la gloria del Signore, la nube oscura, riempiva il tempio. È bellissima questa immagine della Nube usata dalla Bibbia per dire che Dio non lo possiamo trattenere, la sua realtà profonda è inconoscibile, e ora vedremo come Gesù invece ce la fa conoscere. Gesù non vide il tempio di Salomon e perché esso fu distrutto dai Babilonesi, e di ritorno dall’esilio gli ebrei ne costruirono un altro che poi a sua volta venne distrutto dai romani nel 70 d.C. Non è chiaro quando sia accaduto il famoso episodio della cacciata dei venditori dal tempio che abbiamo letto, perché ogni evangelista lo colloca in momenti diversi. Matteo lo colloca dopo l’ingresso di Gesù a Gerusalemme sull’asino. Il profeta Malachia aveva preannunciato che il Signore sarebbe entrato nel suo tempio come fuoco che brucia tutto, e con Gesù questa profezia si compie: la venuta di Gesù sull’asino, simbolo di umiltà e mitezza, distrugge, corregge, purifica tutte le nostre false idee di Dio, per cui questo episodio va correttamente chiamato non la cacciata dei venditori dal tempio, ma la purificazione del tempio e quindi delle false idee di Dio che avevano e che abbiamo purtroppo anche noi. Dio è potente e violento, pensiamo noi, e Gesù entra a Gerusalemme con un asino per dire che Dio è colui che invece si fa servo di tutti, e allora il vero potere è servire. C’erano nel tempio i cambiamonete e i venditori di colombe perché la gente doveva comprare gli animali per il sacrificio, e chi proveniva da paesi stranieri aveva bisogno di cambiare i soldi e c’era chi, disonesto, ne approfittava. E questa è l’idea di Dio che purtroppo anche noi dobbiamo continuamente purificare perché è sbagliata, per questo Gesù rovescia i loro tavoli e le loro sedie. L’idea che Dio è cattivo e terribile, e allora bisogna fare qualcosa per lui, un sacrificio, per tenerlo buono, così poi non mi punisce e mi accontenta. Insomma, trattare Dio come se fosse una prostituta. Gesù sulla croce mostrerà il contrario: non siamo noi che ci sacrifichiamo a lui, è lui che si sacrifica per noi prendendo su di sé tutto il nostro male e perdonandoci: questa è la sua gloria e il suo potere. Quindi Gesù dimostra di essere lui il vero tempio di Dio: ecco dove Dio abita. Dio abita in Gesù e in ogni uomo che come Gesù si sente figlio di un Dio che è Padre e ama i fratelli, e infatti Gesù, compiuti questi gesti, si mise a curare ciechi e storpi, cio è coloro che venivano esclusi e non potevano entrare nel tempio. Citando i profeti Isaia e Geremia dice: la mia casa è di preghiera e voi l’avete trasformata in un covo di ladri. La preghiera è il Padre nostro che Gesù ha insegnato: pregando il Padre nostro noi chiediamo al Signore non di esaudire i nostri immediati desideri, ma di darci lo Spirito di Gesù che ci fa diventare figli del Padre e fratelli degli altri, come Gesù. Voi ne fate una casa di ladri, perché siamo ladri quando cerchiamo di rubare a Dio e agli altri la loro vera identità, quando facciamo diventare Dio un padrone e trattiamo gli altri come schiavi. Ebbene, coloro che detenevano il potere si sdegnarono contro di lui perché stava rivoluzionando tutto il loro modo di pensare e di agire, e volevano far tacere i bambini che invece avevano capito, e questo vuol dire che solo se davanti a questa parola rivoluzionaria ci mettiamo con lo spirito di un bambino, vergine, pronto a capire e a imparare, e non con le nostre idee preconcette, possiamo davvero convertirci (san Paolo parlava di purificazione interiore), perché altrimenti andiamo avanti tutta la vita a pensare a un Dio che non esiste proprio noi che siamo discepoli di colui che ci ha rivelato il suo vero volto. Il tempio di Dio siamo noi, dice Paolo. Ecco dove abita Dio, come dicevamo prima: Dio abita in Gesù e in ogni uomo che come Gesù, abitato dallo Spirito santo, sente che Dio è un Padre che lo ama e così riceve il potere di vivere amando gli altri come suoi fratelli. Nutrendoci di Gesù presente nel pane e nel vino consacrati noi diventiamo tempio della sua presenza, tabernacolo e ostensorio.