lunedì 10 gennaio 2022

9/01/22 BATTESIMO DEL SIGNORE (anno C)

Non è vero il detto che dice che “l’Epifania tutte le feste le porta via” perché, in realtà, l’epifania continua oggi e nelle prossime domeniche. Originariamente, e anche oggi nelle chiese orientali, l’Epifania non è l’arrivo dei Magi a Betlemme, ma la memoria del momento in cui Gesù venne 

battezzato da Giovanni nel fiume Giordano e quando compì i due segni della mutazione dell’acqua in vino nelle nozze di Cana e della condivisione dei pani e dei pesci. Per questo motivo, l’Epifania non si è conclusa il 6 gennaio, ma prosegue, si prolunga oggi e per le prossime domeniche in cui celebreremo questi avvenimenti. Epifania, lo sappiamo, vuol dire manifestazione. Manifestazione vuol dire far vedere qualcosa di sé agli altri, pensiamo alle manifestazioni di piazza dove la gente fa vedere le sue richieste o ai manifesti pubblicitari che mostrano un prodotto. Riferita a Gesù, tutta la sua vita è stata epifania di Dio, perché Gesù ha manifestato chi è Dio, ci ha fatto vedere Dio. L’arrivo dei Magi a Betlemme, il Battesimo di Gesù al Giordano e quelle che celebreremo nelle prossime domeniche sono state le prime epifanie di Gesù, le prime manifestazioni di Gesù, i primi momenti della sua vita in cui ci ha fatto vedere chi è Dio. E cosa manifesta l’epifania del Battesimo di Gesù al Giordano? Vorrei arrivare subito al dunque nel dare la risposta che emerge dal racconto evangelico senza entrare nella spiegazione dei versetti che potete ascoltare nel video che trovate su internet. Dico solo che, per capire cosa manifesta l’epifania del Battesimo di Gesù, occorre anzitutto ricordare cosa vuol dire la parola “battesimo”. Vedo che molti genitori, quando chiedono il battesimo per il proprio figlio, ma anche tanti comuni fedeli, se gli chiedi cosa vuol dire la parola “battesimo” non lo sanno. “Battesimo” vuol dire essere immersi nell’acqua. E molti restano ancor più stupiti quando spiego che l’acqua è un simbolo di morte. È vero, è anche simbolo di vita, perché senz’acqua non si vive. Ma un uomo immerso nell’acqua muore, perché, fino a prova contraria, non avendo le branchie, non è un pesce. Noi cattolici occidentali abbiamo perso questo significato perché il battesimo avviene non per immersione, ma mettendo solo un po’ di acqua sulla testa. Quindi, un uomo immerso nell’acqua, se non riemerge o non viene tirato fuori, muore. Che è precisamente quello che accade nel rito del battesimo. Quindi, il Battesimo di Gesù è l’epifania anticipata della sua Pasqua, della sua morte e risurrezione. Proprio nel vangelo di Luca, per parlare della sua morte, Gesù dirà: “C'è un battesimo che devo ricevere”. All’inizio della sua missione Gesù, ricevendo il battesimo da Giovanni, fa vedere che, se si vive, come lui farà, manifestando a tutti l’amore di Dio, mettendo il bene degli altri al di sopra di tutto, accadono due cose: che si va incontro all’odio del mondo perché si rompono le regole di quel gioco alla guerra e al massacro a cui gli uomini giocano da sempre e continuano a giocare, e a farne le spese è sempre chi fa il bene, che attira su di sé lo scherno e il male che fanno gli altri. Fai il bene e ti tirano le pietre, essere troppo buoni è da stupidi, non ragioniamo anche noi così? Questo è il problema, perché noi ci proclamiamo discepoli di Gesù. Ma, di contro, vivendo così, accade che si vive una vita pienamente umana, muore l’uomo vecchio e risorge l’uomo nuovo, perché si vive già adesso della stessa vita di Dio che è eterna, e quindi, al termine dell’esistenza terrena, non si finisce al cimitero, ma questa risurrezione si completa. E il Battesimo che noi abbiamo ricevuto è partecipazione alla Pasqua di Cristo: siamo immersi nell’amore di Dio che ci fa vivere e ci permette di diventare manifestazione di questo amore in mezzo agli altri e di avere lo stesso destino di morte e risurrezione di Gesù. Io, a questo punto, mi chiedo se i genitori che chiedono il battesimo per un bambino, sono consapevoli o meno del fatto che stanno chiedendo che loro figlio diventi manifestazione, epifania di Dio, desiderando che sia Gesù il modello d’uomo a cui vorrebbero che il loro figlio rassomigliasse. E la mia risposta, purtroppo, è no, non c’è questa consapevolezza. Perché, prima di tutto, prima di volere il Battesimo per un bambino, occorre che i genitori per primi, e quindi tutti noi, io per primo, abbiamo consapevolezza e a renderci conto noi di cosa vuol dire essere battezzati, se nella nostra vita quotidiana cambia qualcosa o meno il fatto di essere battezzati. Non solo battezzati, ma anche cresimati, ma qui il discorso si allarga ancora di più, e quindi mi fermo, augurando a me stesso e a tutti, se non altro, che abbiamo a prendere consapevolezza della portata di questo grande dono che ci fa il Signore.