domenica 10 dicembre 2023

10/12/23 V DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B)

Sarebbe interessante fare un sondaggio e chiedere: quanti cristiani sanno, quanti di voi sanno che, col Battesimo, siamo tutti diventati sacerdoti, re e profeti, sacerdotesse, regine e profetesse? Nella preghiera che viene proclamata durante l’unzione col crisma, viene detto al battezzato: il Padre ti consacra col 

crisma di salvezza perché, inserito in Cristo, sacerdote, re e profeta, tu sia sempre membro del suo corpo. Cioè, il Battesimo è il segno che il nostro destino è lo stesso destino di Gesù, un destino di risurrezione, e Gesù è sacerdote, re e profeta. Ebbene, le letture di oggi ci spiegano: Isaia cosa vuol dire essere re, la lettera agli Ebrei cosa vuol dire essere sacerdoti e il vangelo cosa vuol dire essere profeti. Partiamo da Isaia. Isaia dice che dalla discendenza di Iesse, il padre del re Davide, sorgerà un re giusto e di pace, una pace che abbraccerà tutto il mondo, e noi riconosciamo in Gesù questo re. Gesù è re perché ci mostra la potenza di Dio, che è quella che vedevamo domenica scorsa, il potere dell’asino, e questo potere lo trasferisce a noi: Dio viene (ecco l’Avvento) man mano che noi diventiamo re e regine che usano il loro potere per fare gli asini, cioè per portare i pesi gli uni degli altri. Se il mondo va male e il sogno di Dio non si realizza, è colpa anche nostra che non usiamo questo potere. La lettera agli Ebrei, invece, parla del sacerdozio di Gesù. Nel linguaggio comune, purtroppo, si pensa che sacerdoti siano solo i preti. Ma chi sono i sacerdoti? In tutte le religioni i sacerdoti sono i mediatori tra Dio e gli uomini. Gesù viene definito sommo sacerdote a somiglianza di Melchisedek, perché Melkisedek è un personaggio misterioso nell’AT che non si sa chi fosse e da dove venisse, chiamato sacerdote dell’Altissimo. Siccome, in Gesù, il cielo si è unito alla terra e la terra al cielo, Dio si è fatto uomo, Gesù è sommo sacerdote perché nella sua persona Dio e l’uomo diventano una cosa sola. E allora anche noi, col Battesimo, uniti a Cristo, diventiamo sacerdoti e sacerdotesse, cioè possiamo diventare una cosa sola con Dio, se viviamo come Gesù. E questo vale anche per il prete. Il prete non è più sacerdote di un normale battezzato, ma viene ordinato rendere presente Gesù nei sacramenti di modo che tutti, nutrendoci di lui, possano vivere uniti a Cristo ciascuno secondo la sua vocazione. Chi non ha coscienza di questa cosa, poi pensa che nella Chiesa la persona più importante sia il prete e gli altri siano spettatori o soldatini. Invece no: Dio viene (ecco l’Avvento) attraverso tutti i membri della Chiesa. E Infine, il vangelo ci dice cosa vuol dire essere profeti. Giovanni Battista fu l’ultimo profeta prima di Cristo. E’ vero che quando gli chiedono se fosse lui il profeta, Giovanni risponde di no, ma questo perché per “profeta” intendevano un nuovo Mosè. In realtà, Giovanni, e molti prima di lui, è un profeta, perché il profeta è chi parla al posto di Dio, nel nome di Dio. Non chi predice il futuro, ma chi sa vedere oltre le cose, coglierne il significato, vedere tutto con gli occhi di Dio. Gesù è il più grande di tutti i profeti perché, con la sua persona, ci fa vedere chi è Dio, perché Dio è in lui, lui è il Figlio, e quindi Gesù ci fa vedere che Dio è Padre, e che noi diventiamo figli se amiamo come lui. Perciò, uniti a Gesù, anche noi diventiamo profeti e profetesse che vedono le cose con gli occhi di Dio se impariamo a conoscere Gesù, e se impariamo a vivere la vita e a giudicare la realtà delle cose lasciandoci guidare dallo Spirito santo. Uno che vive nell’egoismo, che fa il male, che produce guerra e ingiustizia, e magari pretende di parlare nel nome di Dio, è solo un falso profeta. E dunque chiediamo al Signore in questa eucaristia di aiutarci a prendere consapevolezza del potere regale, sacerdotale e profetico che ci ha donato dal giorno del nostro Battesimo. Man mano che viviamo così, il Signore viene. Anche a questo ci richiama il tempo di Avvento.

 

Vieni Signore a giudicare il mondo. Erano le parole del ritornello del salmo. L’Avvento è il tempo che ci ricorda che il Signore risorto è sempre vivo, è sempre venuto, sempre viene, anche adesso, in ogni eucaristia, in ogni momento della nostra vita, e alla fine della storia del mondo e della nostra vita personale verrà. Tutto parte da lui e tutto a lui ritorna. Noi viviamo nell’attesa della sua venuta. Cosa vuol dire? Vuol dire che non veniamo dal nulla, che non andremo a finire nel nulla. Che bello! Ma cosa significa che il Signore viene a giudicare il mondo? Vuol forse dire che viene con la bilancia per premiare i buoni e castigare i cattivi? No, perché il Padre giudica tutti gli uomini come suoi figli, e il Figlio Gesù giudica ogni uomo come suo fratello, e il Signore è fonte di vita per tutti. Ma tutto ciò che è morto, che è marcio viene spazzato via. Se noi non abbiamo vissuto una vita nell’amore, di noi non resterà nulla. La pagina del profeta Isaia ci parla del sogno che Dio ha da sempre: che gli uomini costruiscano un regno di pace.