domenica 3 dicembre 2023

3/12/23 IV DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B)

Come potete leggere sul foglietto della Messa, il titolo della liturgia di questa quarta domenica di Avvento è “l’ingresso del Messia”. Il Messia è il Cristo, il rappresentante di Dio, che ci fa vedere chi è Dio, e noi crediamo che questo Cristo sia Gesù. Gesù è venuto, ha fatto il suo ingresso nel mondo 

quando è nato a Betlemme, e oggi si legge il momento solenne in cui, trent’anni dopo, fa il suo ingresso a Gerusalemme. Eppure siamo in Avvento: oggi non è la domenica delle Palme che dà inizio alla Settimana santa. Questa è un’antica tradizione della nostro rito ambrosiano per farci vivere l’avvento come tempo, guardando Gesù, comprendiamo il modo col quale Dio è sempre venuto, si è sempre manifestato, fin dall’inizio dei tempi, in che modo viene, come si manifesta, e in che modo verrà alla fine della storia del mondo. E viene sempre esattamente nel modo opposto a quello che noi ci aspetteremmo. Questo ci ha fatto vedere Gesù. Noi vorremmo e ci aspetteremmo che Dio venisse dall’alto come uno che comanda, che fa, che disfa, che decide chi deve vivere, chi deve ammalarsi, chi deve guarire, chi deve e quando deve morire, che premia chi gli obbedisce, che punisce chi non fa quello che dice lui, che risolve i problemi a chi lo invoca o fa dei sacrifici per lui, che fa vincere la propria squadra del cuore, che fa vincere le guerre, che spacca i denti ai malvagi, che ferma la mano degli assassini, insomma, che fa il tappabuchi, tanto è vero che gli uomini si rivolgono a lui quando hanno bisogno, per poi continuare a vivere la loro esistenza come vogliono, e se Dio non interviene, smettono di credere in lui: sono venuto a messa, ho pregato, ho fatto sacrifici, sono stato bravo, poi me ne succedono di tutti i colori, e allora adesso smetto di credere in Dio e nella sua bontà. Perché, nelle scorse domeniche, ascoltavamo l’invito di Giovanni Battista a convertirci, cioè a cambiare mentalità? Perché col suo ingresso nel mondo, Gesù ci ha fatto vedere che Dio è sempre venuto, viene e verrà non in questi modi. Perciò, se non guardiamo Gesù, andremo avanti tutta la vita a prendere fischi per fiaschi, pensando che Dio sia quello che abbiamo in mente noi. Gesù viene nascendo in una mangiatoia per essere mangiato, come noi facciamo nell’eucaristia, per farci vedere che Dio viene donando sé stesso, per infondere nel mondo e in ogni uomo la sua stessa vita divina e immortale; Gesù viene cavalcando un asino per portare i pesi di tutti per farci vedere che Dio viene quando gli uomini imparano ad amarsi tra loro come lui ci ha amato, mettendosi a servizio gli uni degli altri, per costruire il suo Regno di amore e giustizia, non per farsi la guerra e ammazzarsi; Gesù viene lasciandosi inchiodare sulla croce perdonando tutti, per far vedere che Dio viene non per restituire il male ricevuto, ma per prendere su di sé tutto il male del mondo perché gli uomini imparino a fare altrettanto. E quando finalmente tutti impareranno a vivere così, allora Dio sarà tutto in tutti, ed egli verrà nella gloria. Sembra un bel sogno, una bella utopia, ma questo è il sogno di Dio, questa è la sua volontà, e il suo unico potere è quello di dare a tutti il suo Spirito per farci vivere così. Dio entra nel mondo e lo trasforma, ma questo dipende da noi, se impariamo ad accoglierlo e a lasciarci trasformare da lui. Non è Dio che deve aiutare noi: siamo noi che dobbiamo aiutare Dio ad agire dentro di noi.