domenica 31 dicembre 2023

31/12/23 DOMENICA NELL'OTTAVA DI NATALE

Questa domenica si chiama “nell’ottava di Natale” perché è inserita negli otto giorni che costituiscono l’ottava di Natale, che è iniziata il giorno di Natale: oggi è il settimo giorno dell’ottava e domani, 1 gennaio, è l’ottavo. Come c’è l’ottava di Natale c’è anche l’ottava di Pasqua. L'ottava di una grande 

festa ha il significato di prolungare la festa stessa, quindi il Natale prosegue fino all’1 gennaio. Perché 8 giorni? Perché il numero 8 è il simbolo della risurrezione, dell’eternità. L’uomo è creato il sesto giorno, muore il settimo e risorge nell’ottavo. Come per dire: i giorni della nostra vita sono 6. In questi sei giorni dobbiamo nascere nuove creature a immagine di Gesù, dobbiamo vivere la nostra umanità come l’ha vissuta Gesù, dobbiamo permettere alla Parola di Dio, al suo Spirito, ai sacramenti di trasformarci, di farci diventare uomini e donne come Gesù, figli del Padre come Gesù (ecco il senso del Natale). In questo modo, quando entriamo nel settimo giorno, quello della morte, Gesù ci porta fuori e la nostra trasformazione in Dio si compie nell’ottavo giorno, quello dell’eternità. Tra l’altro, la domenica, per i cristiani, nel corso dell’anno, non è solo il primo giorno della settimana, che dà inizio alla settimana, ma è considerato come l’ottavo giorno, proprio perché è il giorno della risurrezione: celebrando la messa noi entriamo nell’eternità di Dio che ci raggiunge col sacramento dell’eucaristia per fondersi con noi, per rendere divina la nostra carne mortale, per farci diventare come lui. E questo è anche il senso del Natale, come spiega bene san Giovanni nel prologo del suo vangelo che abbiamo ascoltato: a quanti hanno accolto Gesù è stato dato il potere di diventare figli di Dio, come lui. Accogliere Gesù vuol dire aderire a lui, fidarsi e praticare la sua Parola, perché solo così si diventa figli del Padre. Pensate quando si ragiona dicendo: Gesù era Gesù, io sono solo un pover’uomo, fragile, mortale, come posso anch’io diventare figlio di Dio come lui, come posso vivere come lui, avere i suoi sentimenti, comportarmi come lui, risorgere come lui, avere il suo stesso destino? Sono ragionamenti eretici, perché vuol dire rendere nulla la grazia di Dio e quindi vanificare l’incarnazione, il natale di Gesù. Quello che Gesù è per natura, noi possiamo diventarlo per grazia. Mi spiego. Certo, Gesù ha una natura divina, è vero Dio, noi no. Di lui si dice: il Verbo era Dio, in lui era la vita. Ma questo Dio si è fatto veramente uomo, non uomo per finta, dotato di super poteri. Di lui si dice: il Verbo si fece carne. Carne, un termine che indica la fragilità e la mortalità dell’uomo. E perché si rende carne? Perché tutti noi, che siamo carne, possiamo diventare divini come Lui, e questo ci è possibile per grazia, proprio perché Dio, diventando uomo, ce ne ha dato l’esempio, e perché, nutrendoci di lui nell’eucaristia, possiamo averne la forza, perché egli continua a prendere corpo in noi. L’eucaristia ci è necessaria per lo stesso motivo per cui, una volta nati, per poter vivere e crescere, abbiamo bisogno di nutrire il nostro corpo, altrimenti si muore. Ecco perché non ha senso un Battesimo a cui non segue poi tutto il resto. Battezzati che non partecipano poi all’eucaristia, che la considerano un rito facoltativo a cui partecipare per tradizione una volta all’anno a Natale e a Pasqua, oppure vi partecipano sempre, ma come spettatori, vivendola come un dovere da assolvere, non hanno capito questa verità fondamentale. Cerchiamo di capirla almeno noi per non vanificare il dono che ci viene fatto anche in questa eucaristia.