Come il comandante di un aereo, vi chiedo di allacciarvi le cinture di sicurezza perché le pagine della Scrittura di oggi non sono affatto semplici. Provo a spiegarle a partire da una frase del Credo alla quale, normalmente, non si presta molta attenzione, che compare nel
vangelo e nella pagina di san Paolo collegandole al testo del libro dei Proverbi. La frase, riferita a Gesù, è questa: “per mezzo di lui tutte le cose sono state create”. Paolo scrive che “tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui” e Giovanni, nel prologo del suo vangelo, afferma: “tutto fu fatto per mezzo di lui e in vista di lui e senza di lui nulla è stato fatto di tutto ciò che esiste”, e poi aggiunge che “il mondo è stato fatto per mezzo di lui”. Questa verità di fede non fa che esplicitare le parole del brano di Proverbi, nel quale, la Sapienza creatrice di Dio parla di sé dicendo di essere stata creata all’origine, prima di ogni altra cosa, così da aver potuto vedere tutte le altre cose venire all’esistenza: “quando il Signore fissava i cieli, gli abissi, le nubi, i mari, le fondamenta della terra, io ero là, giocavo davanti a Dio in ogni istante, sul globo terrestre”, un’immagine che fa venire in mente un bambino che gioca e si diverte mentre il mondo viene creato. Parole bellissime che esprimono la gioia di Dio nel creare il mondo, un Dio che si vuole legare col mondo, un Dio quindi che non è lontano, che si relaziona col mondo e che vuole armonia nel mondo. Questo è il suo sogno, il suo disegno, la sua volontà, o detto altrimenti, questa è la logica con la quale Dio crea il mondo. Notate come i termini logica e legame abbiano una radice in comune, quella che in greco si esprime col termine Logos che, non a caso, san Giovanni riferisce a Gesù all’inizio del suo vangelo, quando dice: “In principio era il Logos”. In italiano, il termine logos viene tradotto con verbo, parola, mentre sarebbe più appropriato tradurlo con logica, legame, relazione, anche se il significato di fondo non cambia, perché la parola serve proprio per comunicare, per mettersi in relazione: se uno parla è perché deve dire qualcosa a qualcuno. Dunque, in principio era il Logos, la relazione: vuol dire che nulla può esistere senza relazione, una relazione armoniosa, certo, perché, altrimenti, invece di creare, ci si distrugge, ci si ammazza. Ebbene, dice Giovanni: questo progetto di Dio, che è da sempre, ha preso corpo, carne, si è incarnato in un uomo, Gesù di Nazaret. Ecco perché “per mezzo di Gesù tutto è stato creato”, perché Gesù è l’apice della relazione: la relazione d’amore del Figlio col Padre e con lo Spirito santo, e la relazione del Dio Trinità con tutto il creato. Vuol dire che la logica che Dio ha impresso nel creato, nel mondo e quindi nel nostro DNA, è una logica di relazione d’amore e di armonia, senza la quale ci autodistruggiamo. Vuol dire che guardando quello che Gesù ha fatto, ha detto e come ha vissuto noi possiamo vedere qual è il progetto di Dio sul mondo, la logica e la sapienza che Dio ha impresso nel mondo. Per questo “il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi”: perché, quanti lo accolgono, possano diventare figli di Dio, cioè diventare come lui, dargli carne. Se diventiamo figli, di conseguenza gli altri sono fratelli e sorelle non da ammazzare o da escludere, ma con cui costruire relazioni armoniose, esattamente il contrario di quello che facciamo, con i risultati nefasti che ne conseguono, lamentandoci poi col Signore perché non interviene. Ed egli oggi ci dice: come non intervengo? Io ho fatto te, sei tu, con la tua vita, che devi incarnare il Verbo, che devi manifestare Dio, come? Vivendo secondo la sua logica, quella che Gesù ha sintetizzato nell’unico comandamento dell’amore: amatevi come io vi ho amato, cioè creando a nostra volta relazioni armoniose, tra di noi e con tutto il creato. Fuori da questa logica, c’è solo distruzione e disperazione. Perché noi cristiani, come ripete il motto, lo slogan del Giubileo che oggi si apre in tutte le diocesi del mondo (anche la radice di slogan è logos) siamo chiamati ad essere pellegrini di speranza in questo mondo senza speranza? Precisamente perché dobbiamo cercare di imprimere nel mondo la logica di Dio, fuori dalla quale c’è solo disperazione e distruzione. Imprimerla nel mondo vuol dire, anzitutto, nelle relazioni che abbiamo in famiglia, tra parenti, amici, conoscenti, compagni di lavoro. Se il mondo, nonostante tutto, continua ad andare avanti, è perché la logica, la sapienza che Dio ha impresso nel mondo è più forte di tutte le forze che le si contrappongono, che sono di più le persone che vivono così di quelle che generano disarmonia e caos, solo che, come dice il detto, fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. Ma tra queste persone dobbiamo esserci prima di tutto proprio noi cristiani, perché crediamo in questa Parola che si è fatta carne. Altrimenti, a nulla vale la nostra fede.